Contatto e affettività nelle relazioni di cura "Caring Massage"®


Introduzione
Nel loro agire quotidiano gli infermieri si confrontano con il corpo, con il suo sentire, con i suoi vissuti, con ciò che esprime e produce. I gesti dell’aver cura sono mediati dal contatto, ma non sempre questi gesti sono agiti dall’infermiere nella ricerca dell’incontro con l’altro.
Trasformare la gestualità quotidiana dell’assistenza in occasione di cura autentica ed incontro, ingentilire i gesti, tramutandoli da gesti di presa in gesti di invito, amorevoli e teneri, rappresenta la base su cui costruire una modalità di aver cura in cui corporeità ed affettività non sono negate, ma riconosciute e valorizzate[1].
Un lungo percorso di formazione personale condotto in Italia ed all’estero, seguito da una sintesi condivisa delle diverse esperienze, ha guidato Maddalena Galizio e Caterina Marsaglia nella definizione di modalità di caring che già dai primi anni ’90 venivano proposte in programmi di formazione permanente dall’Associazione CESPI (Centro Studi delle Professioni Sanitarie) di Torino. Sul finire poi degli anni ’90 e fino al 2010, CESPI organizzava, su mandato della Regione Piemonte, corsi di formazione per infermieri nell’ambito delle diverse aree specialistiche: geriatrica, psichiatrica, oncologica, infermieristica di famiglia, cure palliative. Accanto allo sviluppo di temi relativi alla competenza clinica e tecnica, veniva affrontato, trasversalmente a tutti i corsi, il tema della relazione, attraverso metodologie didattiche innovative “a mediazione corporea”. La definizione degli obiettivi formativi privilegiava l’acquisizione di un’attitudine attenta alla gestualità e al proprio mondo emotivo, secondo l’assunto per cui la possibilità di raggiungere l’altro nella relazione d’aiuto, passa sì attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’abitare con consapevolezza il proprio corpo e attraverso la vicinanza emotiva, mettendo in gioco emozioni e sentimenti, in contatto con il qui ed ora. Attitudine che discende da una postura della mente e del sentire, nella dolcezza e nella tenerezza dove il gesto si riempie di direzionalità fisica ed emotiva rendendo possibile l’incontro con l’altro.
Accanto alle curatrici della formazione, come detto “innovativa” per quegli anni, via via altri colleghi si sono affiancati nel lavoro di studio, ricerca e prassi fino ad approdare alla costruzione di un vero e proprio movimento di intenti, tale da contaminare l’agire di gruppi di professionisti in aree della cura di realtà ospedaliere e territoriali non solo piemontesi. Allo scopo di dare struttura al movimento nel luglio 2014, è stata fondata la Scuola di Contatto e Affettività nelle Relazioni di cura – Caring Massage®.
La scuola riconosce una duplice finalità:

  • guidare gli infermieri nel trasformare la gestualità del quotidiano agire in gesti consapevoli e intenzionali attraverso i quali l’affettività, il mondo delle emozioni e dei sentimenti non sia negato ma riconosciuto e valorizzato;
  • offrire alle persone di cui ci si prende cura un setting specifico di relazione d’aiuto definito Caring-Massage®.

Il Caring Massage®
Il Caring Massage® è un con-tatto intenzionale e consapevole. Riconosce le sue radici nel sapere innato della madre che massaggia il suo bambino, lo accarezza per tranquillizzarlo, rassicurarlo, consolarlo, rilassarlo o stimolarlo utilizzando il linguaggio pre-verbale ossia il linguaggio sensoriale[2]. Il con-tatto che si realizza nel Caring Massage® poggia su una visione filosofica dell’uomo e della cura che è quella fenomenologica e su conoscenze psicosociali e anatomiche.
Il con-tatto non è toccare. Il con-tatto è un atto intenzionale, volto a confermare la persona nel suo essere. Chi si incontra non è mai un corpo-cosa (Korper), ma un corpo vivente e vissuto (Leib) con tutta la sua biografia, tutto il suo sentire. Corpo, luogo di memoria, di sensibilità, di comunicazione. Corpo attraverso cui l’anima respira[3], carne in cui si “sente” la sofferenza e non importa che la sofferenza muova dalla pelle o da un’immagine mentale. Il con-tatto ci introduce alla reciprocità del tocco, alla possibilità di un incontro intimo, aperto e trasparente, dove si sperimenta vicinanza emotiva e fisica, senso profondo del caring, rispetto per chi ci sta consegnando, scritta sulla sua pelle, la propria storia presente e passata.
Nel Caring Massage®, si realizza l’idea di cure ristrutturanti: cure che hanno come obiettivo di riunificare ciò che per effetto della malattia è frantumato: il rapporto con il corpo, con l’immagine corporea, con l’immagine di sé. La persona è stimolata a sperimentare un vissuto di interezza, di autostima, in un clima di accettazione incondizionata, benevola e di non giudizio. Parte integrante della relazione d’aiuto, è un’occasione di approfondimento della relazione basata sulla fiducia, è un mezzo per contenere l’angoscia, per stare con chi sembra non esserci più, per accompagnare la vita dal suo affacciarsi al mondo e per accompagnare alla fine della vita.
Il Caring Massage® non segue i dettami di una tecnica, ma quelli della presenza per l’altro. Nel Caring Massage® possiamo prendere coscienza che un corpo giovane, tonico, bello, integro o un corpo rigido, tremolante, vecchio, goffo, incontinente, è ugualmente vivo e recettivo. Andare all’incontro della persona e non del corpo, serve anche ad addolcire la nostra paura di essere quel corpo, di diventare quel corpo. Il con-tatto non è con la giovinezza, la vecchiaia, la malattia, ma con la Persona, con il Buono della Persona, con il Bello della Persona[4].
Il Caring Massage® può essere un aiuto per ridurre la sofferenza morale, il sentimento di solitudine, le difficoltà di comunicare. Concorre a sviluppare nel bambino la sicurezza di base; risponde al bisogno naturale (ma spesso rifuggito) dell’anziano di essere ancora “toccato e toccabile”; può rappresentare la porta di accesso alla comunicazione verbale; permette di calmare, rassicurare, dare fiducia; consente di mantenere e sostenere il legame con la vita; può contribuire a modificare la risposta al dolore, agendo anche sulla cassa di risonanza del dolore rappresentata dall’ansia e dalla tensione muscolare; attraverso il rilassamento, facilita l’induzione del sonno. Rappresenta inoltre un mezzo per sostenere i caregivers (familiari e non) ad essere presenti nella tenerezza e nella dolcezza.

Formazione al Caring Massage®
Abitare il gesto significa essere aperti e presenti con tutta le nostre facoltà percettive che sono come antenne, strumento per attualizzare l’essere-con. La percezione è sempre un “movimento-verso” che presuppone quello che Levinas chiama “intenzionalità del sentire”, dove viene richiesta disponibilità e apertura. La percezione si allena, si affina. Diventare antenne sensibili si impara nei laboratori a mediazione corporea che hanno un ruolo di crescente interesse nella formazione di base e permanente degli operatori. Nei laboratori vengono costruiti setting dove é data la possibilità di mettersi in gioco per vivere sulla propria pelle come le mani, da strumento/utensile che rispondono alla muscolatura striata, possano diventare emanazione della nostra presenza per l’altro, vero “orecchio tattile”, mani estetiche e sensibili. L’obiettivo di fondo è portare gli infermieri ad ingentilire il gesto, qualunque gesto della cura, che può così affinarsi all’infinito caratterizzando un vero e proprio stile relazionale nell’essere-con, in cui diventa centrale la gratuità tipica dell’agire donativo. Lo stile qui inteso è il modo in cui esprimiamo accoglienza, comprensione empatica e contenimento, soprattutto attraverso la comunicazione con il corpo e la sua espressione più esplicita che è la gestualità.
Obiettivo avanzato é costruire percorsi specificamente intesi come cure ristrutturanti, ristabilendo il dialogo spesso interrotto fra corpo fisico e mondo emotivo in un clima di accettazione incondizionata. Entriamo qui nel terreno di relazioni molto intime in cui la persona ci consegna (non ci racconta!) la propria storia presente e passata.
Nei laboratori l’attenzione è posta alla consapevolezza corporea non già come elemento metafisico, ma come attenzione a categorie quali il peso, il tono, la forma, la distanza, la vicinanza, l’occupazione dello spazio, la velocità, la lentezza, il volume, la direzione, tutti elementi prossimi all’abitare. Queste categorie ospitano contenuti affettivi che rimandano con sorprendente immediatezza al loro contenuto simbolico:

  • la prudenza: richiama all’obbligo di ottenere il permesso ad avvicinare lo spazio intimo del malato; invita a misurare l’intensità del peso delle mani, a sostare su un indumento prima di denudare una parte del corpo, a scegliere con pudore il gesto e la parola. Diventa linguaggio di presentazione e saluto;
  • la trasparenza: richiama la direzione del movimento, il peso, la forma, al fine di rendere il con-tatto chiaro, non equivocabile soprattutto nel massaggio;
  • la presenza: qualità imprescindibile dell’essere-con scolpisce la gestualità in forme concave, rotonde, dolci e tenere. Contestualmente alla lentezza rimanda al sentimento “che mi prendo del tempo per…”[5].

Tutti i laboratori utilizzano il movimento come fatto psico-emozionale e come dimensione simbolica attraverso cui è possibile esperire la stretta correlazione esistente tra movimento ed emozione. Il corpo esprime le emozioni attraverso la motricità, le proprie posture, i gesti. Il laboratorio si fa luogo per poterle osservare, riconoscere, crea un’area transizionale in cui i vissuti possono essere ritualizzati e simbolizzati. L’integrazione tra corpo-soma e movimento, l’incontro con l’altro, all’interno di un gruppo accogliente e protettivo, rendono possibile la costruzione di climi e relazioni positivi e fiduciosi, con il recupero di uno sguardo più benevolo nei confronti di se stessi, dell’altro e del gruppo. Prendersi cura di sé, per potersi curare, ancora, dell’altro. Essere-per-gli altri e stare-presso-di-sé.
Le attività della Scuola sono finalizzate alla diffusione della gestualità affettiva e del Caring Massage® all’interno dei luoghi di cura; si articolano negli ambiti della formazione, della ricerca e della progettazione/attuazione di interventi di miglioramento dell’assistenza.
Nel corso degli anni, sono state avviate collaborazioni con aziende sanitarie, strutture ospedaliere ed Università che hanno visto i docenti della Scuola impegnati nell’organizzazione di eventi formativi. Importanti sono state le esperienze formative svolte presso la USL di Reggio Emilia, Policlinico Tor Vergata di Roma, l’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, la USL Toscana Sud- Est, il Pio Albergo Trivulzio di Milano.
Sempre nell’ambito delle attività formative promosse dalla Scuola sono da ricordare i corsi “Contatto e affettività nelle relazioni di cura – Caring Massage®” (livello base e livello avanzato) rivolti a tutti i professionisti della cura. Corsi dedicati sono stati rivolti a fisioterapisti dell’USL di Reggio Emilia.

La sensibilizzazione al tema della gestualità e del Caring Massage® è stata inserita nelle attività offerte agli studenti dei corsi di Laurea in Infermieristica dell’Università di Reggio Emilia e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Cottolengo di Torino, oltre ad essere presente nell’ambito di Master in Cure Palliative organizzati presso l’Università di Parma, di Reggio Emilia, di Bologna, di Verona. Iniziative di sensibilizzazione al tema della gestualità sono inoltre state dedicate a Operatori Socio Sanitari in diverse strutture sanitarie.

Il programma formativo annuale offerto dal Policlinico di Tor Vergata (Roma) ai propri infermieri comprende corsi dedicati al Caring Massage® fin dal 2006. Il Caring Massage® è compreso fra le attività di consulenza infermieristica che i servizi del Policlinico possono richiedere per le persone ricoverate. Tale attività è svolta da infermieri formati, costantemente supervisionati e coordinati da docenti della Scuola Contatto e affettività nelle relazioni di cura – Caring Massage® Associazione CESPI – Torino.

Sempre a Roma, nell’aprile del 2016, si è tenuto il primo convegno dedicato al Caring Massage® come approccio integrato al care.

Nello stesso anno è stato avviato un progetto di formazione-intervento presso la struttura di Medicina d’Urgenza dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Il progetto persegue, quale risultato finale, la riduzione del discomfort delle persone sottoposte a NIV e dei fattori che ne contrastano l’aderenza attraverso l’approccio relazionale del caring massage.
Nell’anno 2016 è stato avviato un progetto di formazione-intervento presso l’ospedale Misericordia di Grosseto nelle strutture di medicina e terapia intensiva. Il progetto persegue la finalità di realizzare, come già avvenuto al Policlinico di Tor Vergata, il riconoscimento del Caring Massage come pratica infermieristica.

Conclusione
Percorrere i territori del contatto e dell’affettività nelle relazioni di cura ci conduce come curanti a riflettere su ciò che ci ha motivato alla scelta di un lavoro di cura; a ritornare all’essenza di quella scelta e di ciò che rappresenta oggi, in un mondo dove tecnologie avanzate, se pur necessarie, spesso allontanano anziché avvicinare alla persona e al suo esistere nella vulnerabilità a cui è esposta.


Riferimenti bibliografici

[1] Marsaglia C, Galizio M, Il Caring Massage, Materiale Scuola Contatto e Affettività nelle relazioni di cura.
[2] Marsaglia C, Galizio M, Prandi C, Il silenzio della parola: raccontare e raccontarsi a partire dal corpo in C. Prandi, a cura di. Infermieristica in cure palliative, Edra, 2015, cap.18, pag. 224.
[3] Damasio A, L’errore di Cartesio, Adelphi, Milano, 1994.
[4] Marsaglia C, Galizio M, I gesti della cura: oltre le mani, Materiale Scuola Contatto e Affettività nelle relazioni di cura.
[5] Marsaglia C, Galizio M, Prandi C, Il silenzio della parola: raccontare e raccontarsi a partire dal corpo in C. Prandi, a cura di. Infermieristica in cure palliative, Edra, 2015, cap.12, pag. 163.

 

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