La promozione dell’attività fisica e il ruolo dell’infermiere nella prevenzione della diabesità


Introduzione
La diabesità, neologismo coniato da Sims e colleghi, descrive il forte legame esistente tra diabete di tipo 2 e obesità; ad oggi rappresenta, secondo la WHO, un’epidemia globale che colpisce bambini, adolescenti e adulti in costante ascesa, sia nei paesi industrializzati che in via di sviluppo.
L’aumento considerevole di sovrappeso ed obesità a livello mondiale, che ha portato il numero di persone affette da diabete di tipo 2 a livelli epidemici, è attribuibile al processo di urbanizzazione e alle modifiche dello stile di vita che ne derivano, prima tra tutte la sedentarietà e la diffusione della Western Diet.
Numerose evidenze cliniche attestano il rapporto tra l'essere in sovrappeso o obesi e l’elevato rischio di sviluppare diabete di tipo 2, rischio che aumenta di tre volte in condizione di sovrappeso (BMI ≥ 25) e di 20 volte se in presenza di obesità (BMI ≥ 30).
Gli ultimi dati della World Health Organization indicano che attualmente si contano più di 1,9 miliardi di adulti in sovrappeso, e di questi oltre 600 milioni sono obesi, mentre circa 150 milioni di persone in tutto il mondo hanno il diabete di tipo 2, numero che si stima possa raddoppiare entro il 2025.

Nonostante numerose evidenze scientifiche provino che uno stile di vita attivo è condizione essenziale per prevenire e ritardare l’insorgenza di malattie croniche come il diabete, permane la prevalente diffusione di uno stile di vita sedentario o non sufficientemente attivo.

Recenti risultati sottolineano che impegnarsi in una regolare attività fisica non annulla gli effetti nocivi di una vita troppo sedentaria durante tutto il restante tempo; dunque, indipendentemente dall’attività fisica svolta, i comportamenti sedentari come guardare la TV, usare il computer, stare seduti a lungo, sono potenziali fattori di rischio per il diabete. Un’occupazione lavorativa sedentaria, se non interrotta da intervalli di movimento, è stata collegata a un aumento del rischio di diabete di tipo 2 ed a una mortalità precoce. L'Oms definisce l'inattività fisica il quarto principale fattore di rischio per la morte a livello globale. 

Revisione della letteratura
Obiettivo di questo studio è descrivere, attraverso una revisione narrativa della letteratura, il ruolo educativo e d’intervento dell’infermiere nei programmi di promozione dell’attività fisica e prevenzione della diabesità. Obiettivo secondario è descrivere gli interventi di prevenzione utili nel percorso di promozione dell’attività fisica. E’ stata quindi condotta una revisione della letteratura attraverso la consultazione e l’interrogazione della banca dati PubMed. I contenuti dei singoli studi considerati sono riportati in maniera sintetica nella Tabella 1. 

Tabella 1

Articolo

Scopo

Risultati

Conclusioni

Yates T, et al., 2009

Fornire una panoramica delle evidenze sui programmi di prevenzione del diabete.

Si può prevenire l’insorgenza del diabete attraverso la modifica dello stile di vita dei gruppi ad alto rischio. Gli infermieri hanno un ruolo importante nella identificazione del rischio, nella comunicazione e nell’attuazione pratica degli interventi di stile di vita.

Prevenire il diabete di tipo 2 è priorità in sanità. Gli infermieri saranno in prima linea
nell’attuazione di future iniziative di prevenzione.

Colagiuri S, 2010

Esaminare il legame tra il diabete e l'obesità e la gamma degli interventi disponibili.

Le evidenze cliniche dimostrano l'efficacia e la sicurezza delle
terapie ipoglicemizzanti, insieme alle strategie terapeutiche anti-obesità, che integrano il controllo glicemico e la perdita di peso, insieme alla modificazione del comportamento ed eventuale chirurgia bariatrica.

Intervenire sulla gestione del peso non appena il diabete viene diagnosticato, con un programma di restrizione calorica, maggiore
esercizio fisico, modificazione del comportamento e una terapia antidiabetica
con effetto più favorevole sul peso corporeo.

Ottawa, 2014

Qual è l'efficacia clinica della prescrizione di attività fisica per la prevenzione primaria delle malattie croniche negli adulti sani o in quelli a rischio diabete.

I risultati dei tre studi inclusi erano equivoci. Il RCT ha dimostrato un aumento della durata delle sessioni di attività fisica rispetto al controllo, ma senza corrispondere ad una variazione del numero di sessioni complessive settimanali.

Considerato nel contesto della base di prove scarse e le limitazioni degli studi inclusi, rimane incerto se una prescrizione di attività fisica da sola ne può efficacemente promuovere un incremento.

 

Farag YM, et al., 2011

Panoramica dei dati epidemiologici disponibili che descrivono la prevalenza, l’impatto economico e sulla salute della diabesità.

La diabesità è un’epidemia con un significativo onere economico.
L'impatto sulla salute
riguarda la riduzione della qualità della vita e dell'aspettativa di vita e complicanze a lungo termine.

Individuare il peso economico e i fattori di rischio associati contribuirà all'assegnazione
di risorse per contenere questa epidemia in continua evoluzione.

Sargent GM, et al., 2012

Revisione dell'efficacia degli interventi sullo stile di vita consegnati dall’infermiere, per ridurre i fattori di rischio per le malattie croniche prevenibili
associati all'obesità.

Gli interventi possono influenzare il peso,
la pressione arteriosa, il colesterolo, i comportamenti alimentari, l’attività fisica, la qualità della vita e la disponibilità al cambiamento.

I risultati sono stati più significativi quando gli infermieri fornivano almeno una sessione di consulenza dopo lo screening iniziale.

L'evidenza supporta l'efficacia degli interventi sullo stile di vita
indicato dagli infermieri nell’influenzare cambiamenti positivi sui fattori di rischio associati
alla prevenzione delle malattie croniche combinate all'obesità.

Ainsworth BE et al., 2002

Revisione degli strumenti di counseling per l’attività fisica nella pratica medica.

 

Il programma PACE è
dimostrato essere efficace nell'aumentare i livelli di attività fisica
tra i pazienti sani.

Richards EA, 2015

La promozione dell’attività fisica ed il ruolo dell’infermiere.

Uno stile di vita fisicamente attivo ha numerosi benefici sulla salute fisica e mentale.
Nuovi risultati della ricerca sull'importanza di diminuire i tempi sedentari, anche nelle persone fisicamente attive.

Gli infermieri possono essere influenti nell’aumentare il livello di attività fisica.

Benton MJ et al., 2012

Esaminare la figura dell’infermiere specializzato in attività fisica.

Prescrizione dell’attività fisica tramite linee guida e programmi come il Nurse Action Guide.

Gli infermieri specializzati possono prescrivere attività fisica.

Balducci S et al., 2008

Valutare l’ipotesi che un intervento intensivo sullo stile di vita, basato sull’esercizio fisico aerobico e di resistenza, prescritto e supervisionato, in aggiunta al counseling standard, migliora in maniera dose-dipendente, rispetto al solo counseling, il controllo glicemico e i fattori di rischio cardiovascolari nei pazienti con diabete di tipo 2 e sindrome metabolica.

Un’attività fisica intensa, pianificata e supervisionata, migliora l’emoglobina glicosilata e riduce il rischio cardiovascolare nei pazienti con diabete di tipo 2.
 

Viene verificata l'ipotesi che un prescritto
e sorvegliato programma di esercizio è più efficace rispetto al tradizionale counseling nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolare modificabili nei pazienti con diabete di tipo 2.

Balducci S et al., 2015

Valutare l'efficacia di una strategia di intervento comportamentale derivata dal protocollo IDES nell’incrementare l’attività fisica giornaliera e ridurre il tempo sedentario dei pazienti con diabete di tipo 2.

Una strategia di intervento comportamentale teorica e pratica è più efficace della terapia standard per la promozione e mantenimento a lungo termine di uno stile di vita fisicamente attivo e per la riduzione della sedentarietà.

Riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari modificabili e miglioramento della qualità di vita nei pazienti con diabete di tipo 2.

 

De Feo P. et al., 2011

Descrivere il modello di intervento multidisciplinare CURIAMO per il cambiamento dello stile di vita delle persone con
obesità e / o diabete mellito di tipo 2.

I pazienti con diabete di tipo 2 hanno diminuito il peso corporeo, la pressione arteriosa, la glicemia a digiuno e l’emoglobina glicosilata, hanno migliorato la capacità aerobica e ridotto la spesa economica per i farmaci anti-diabetici e anti ipertensivi.

Il modello di intervento multidisciplinare CURIAMO migliora lo stile di vita del paziente con diabesità.
 

Jeffrey J. VanWormer et al., 2009

Revisione della letteratura sulla prevalenza del counseling per l’attività fisica.

 

Dodici studi inclusi hanno riportato una frequenza bassa (circa 30-50%) di operatori sanitari che forniscono regolarmente counseling.

Il counselling per l’attività fisica deve essere incentivato e l’approccio multidisciplinare è risultato il più efficace.

Rockette-Wagner B et al. 2015

Esaminare se l'intervento sullo stile di vita dello studio Diabetes Prevention Program (DPP) ha diminuito in questo gruppo anche la sedentarietà e valutare l'impatto della sedentarietà sullo sviluppo del diabete.

 

Durante il periodo di follow-up il tempo di sedentarietà è diminuito di più nel gruppo che ha modificato lo stile di vita rispetto a chi ha assunto metformina. Il rischio di sviluppare il diabete aumenta del 3,4% ogni ora trascorsa a guardare la televisione.

Nel DPP l'intervento sullo stile di vita è risultato efficace nel ridurre il tempo di sedentarietà, sebbene non fosse un obiettivo primario. Tutti i partecipanti con livelli bassi di sedentarietà risultano avere un minor rischio di sviluppare il diabete.


Raccomandazioni

La prevenzione è senz’altro lo strumento più efficace per arrestare l’epidemia della diabesità: è dimostrato che un approccio multidisciplinare integrato, associato ad un’adeguata campagna di informazione e promozione all’attività fisica e a stili di vita sani, può ridurre in maniera efficace la diffusione morbosa di questo fenomeno e promuovere cambiamenti di comportamento a lungo termine.

In Italia il progetto CURIAMO (Centro Universitario Ricerca Interdipartimentale Attività Motoria) descrive un innovativo modello multidisciplinare di intervento sullo stile di vita dei pazienti con obesità e diabete di tipo 2. All’interno del team multidisciplinare, l’infermiere e l’educatore conducono le sedute di terapia di gruppo, destinate a stimolare la motivazione del soggetto ad avviare un cambiamento di stile di vita.
Il ruolo dell’infermiere, nel complesso, è riconosciuto come fondamentale nell’équipe multidisciplinare nel progettare e mettere in atto un efficace percorso educativo che abbia la finalità di rendere la persona capace di aumentare i suoi livelli di attività fisica e attuare stile di vita sani. Il counseling è essenziale per l’avvio e il proseguimento di un qualsiasi programma di attività fisica e gli infermieri dovrebbero utilizzare strategie di provata efficacia. Ad esempio il protocollo PACE (Patient-Centered Assessment and Counseling for Exercise) è un programma di consulenza strutturato per l'attività fisica che i sanitari possono utilizzare per incoraggiare i pazienti a diventare fisicamente più attivi.

La ricerca mostra che i programmi basati su strategie comportamentali sono più efficaci delle strategie cognitive. Lo studio IDES 2 ha verificato l'ipotesi che una strategia di intervento comportamentale teorica e pratica è più efficace di un intervento standard di promozione e mantenimento a lungo termine di attività fisica e di riduzione della sedentarietà. E’dimostrato che i programmi comportamentali che includono la definizione degli obiettivi a breve e medio termine e controlli periodici risultano essere la più efficace strategia per aumentare il livello di esercizio fisico. Il metodo SMART permette agli infermieri e ai pazienti di stabilire obiettivi specifici e di creare piani realizzabili che consentano una valutazione coerente del progresso. 

Anche lo screening precoce è un metodo efficace di prevenzione, che consente l’individuazione, la prevenzione e la gestione precoce dell'obesità, in particolare negli individui più giovani, prima dello sviluppo di DM di tipo 2. Yates T. et al. propongono come alternativa non invasiva per classificare lo stato di rischio di diabete, rispetto al Test OGTT (Test da carico orale di glucosio), troppo oneroso in tempo e risorse, l'uso di punteggi di rischio, come ad esempio la scala FINDRISC.

L’evidenzia supporta l’efficacia di interventi educativi, da parte degli infermieri, sulla modifica dello stile di vita; tuttavia si è rilevata l’esigenza di ampliare le conoscenze specifiche riguardo l’attività fisica, investire nella formazione e stimolare gli infermieri in questa direzione. E’ dimostrato infatti che il counseling per i pazienti obesi è efficace quando gli operatori sono qualificati in modo specifico nella consulenza per l'obesità. 

Riguardo le prove sull'efficacia clinica delle prescrizioni di attività fisica come intervento per la prevenzione primaria delle malattie croniche, lo studio IDES ha verificato che un programma di prescrizione di una quantità definita di esercizio aerobico e di resistenza, supervisionato da personale specializzato, è più efficace rispetto agli interventi tradizionali di counseling nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolare modificabili nei pazienti diabetici di tipo 2. Per essere più efficace, l'attività fisica dovrebbe essere prescritta in un modo simile alla prescrizione di un farmaco e, nella complessità di una sicura prescrizione, infermieri esperti e specializzati in esercizio fisico possono essere nella posizione ideale per assumere questa responsabilità. Le linee guida, le raccomandazioni sono risorse disponibili supportare gli infermieri specializzati nello sviluppo della loro conoscenza per quanto riguarda l’esercizio fisico. Il Nurses action guide è uno strumento semplice, veloce ed efficace che permette agli infermieri di formulare una prescrizione di attività fisica, nel giusto dosaggio, per la prevenzione, il trattamento e la gestione di oltre 40 condizioni croniche di salute più comuni.

Una recente revisione di letteratura del 2014, Clinical Evidence Canadian Agency for Drugs and Technologies in Health, considerate le prove scarse e le limitazioni degli studi inclusi, conclude che rimane incerto se una prescrizione di attività fisica da sola può efficacemente promuovere un maggiore esercizio fisico. 

Conclusioni
L'evidenza supporta l'efficacia di interventi sullo stile di vita nell’influenzare cambiamenti positivi sui fattori di rischio associati alla prevenzione delle malattie croniche combinate all'obesità. L’infermiere, in questo contesto, possiede tutti i requisiti e le competenze per essere la figura chiave nei programmi di prevenzione e promozione dell’attività fisica; è infatti un professionista di contatto in grado di sviluppare fiducia e di instaurare relazioni terapeutiche, che può motivare i pazienti ad aumentare il proprio livello di attività fisica ed adottare comportamenti di vita sani che apportino benefici alla loro salute.
 

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Bibliografia

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