Il passaggio della consegna infermieristica, ne abbiamo davvero bisogno? Alla ricerca di opportunità di miglioramento


Introduzione
La sicurezza nella continuità della cura dei pazienti. E’ questo l’obiettivo della “consegna infermieristica”, ovvero, lo scambio di informazioni su un paziente e sulle cure somministrate che avviene tra infermieri. Una prassi consolidata che serve a garantire anche qualità e continuità assistenziale.
Questo passaggio di informazioni avviene solitamente ad ogni cambio di turno, altre volte può avvenire informalmente in occasione del trasferimento di un paziente tra altri livelli di cura o diversi reparti all'interno dell’ospedale. La consegna infermieristica oltre a rivelarsi un utile strumento per trasmettere delle informazioni accurate sulle condizioni del paziente, sul trattamento e sui bisogni attesi, può rivelarsi inefficace o addirittura dannosa se le informazioni sono incomplete oppure omesse.
Obiettivo di questo contributo è presentare una sintesi di alcuni articoli dalla letteratura che hanno approfondito questa importante tematica (Tabella 1. Sintesi degli studi citati).

Tabella 1 – Sintesi degli studi citati

Autore

Obiettivo

Metodo

Partecipanti

Risultati

(Meißner et al., 2007)

Valuta come gli infermieri percepiscono la consegna al cambio turno e quali sono le insoddisfazione segnalate.

Resoconti personali self-report.

Infermieri.

Il 53 % degli infermieri in Italia dichiara di non essere soddisfatto delle consegne al cambio turno per varie cause: mancanza di tempo, molte interferenze, mancanza di spazio dedicato, una brutta atmosfera tra colleghi, notizie insufficienti.

(Drachsler et al., 2012)

Fornire strumenti di formazione personalizzati nel passaggio di consegne in diversi contesti ed esigenze cliniche.

Technology Enhanced Learning Design Process (TEL-DP) basato sul concetto di mappatura dei processi.

Medici, infermieri e personale delle professioni sanitarie nella formazione.

Propone un approccio di apprendimento personalizzato, che consente agli istruttori della formazione di risponde alle specifiche informazioni ed esigenze dei diversi obiettivi dei gruppi nel passaggio di consegne.

(Flink et al., 2012)

Esplorare le esperienze dei pazienti e le loro prospettive durante il passaggio delle informazioni tra i loro fornitori di cure nel ricovero ospedaliero.

Analisi secondaria qualitativa, con interviste focus group dei pazienti.

Pazienti.

Mette in evidenza la capacità di partecipare e prendere una posizione attiva da parte dei pazienti nel processo di consegne chiare e prive di ambiguità.

(Toccafondi et al., 2012)

Analizzare il passaggio delle consegne tra reparti con alta e bassa complessità assistenziale.

Monitorizzazione del passaggio delle consegne con discussioni di focus group attraverso cinque items validati.

Medici e infermieri.

Mancanza di un terreno concettuale comune nel passaggio delle consegne, che può contribuire al verificarsi di eventi avversi.

(Gordon, 2013)

Determinare obiettivi curricolari, e metodi di valutazione nel passaggio di consegne all'interno delle università di medicina nel Regno Unito.

Questionario online, dopo studio pilota.

Le facoltà di medicina.

L'analisi qualitativa ha evidenziato quattro temi chiave: l'importanza del passaggio di consegne come un problema di istruzione, quando iniziare la formazione sul passaggio di consegne, la necessità di ulteriori metodi di insegnamento e la necessità di strumenti di valutazione validati per sostenere l’educazione nel passaggio di consegna.


Il metodo “Drachsler”

A causa della mancanza di linee guida, il tempo impiegato per la trasmissione della consegna infermieristica può venire sprecato con ripercussioni sulla sicurezza degli assistiti, se durante il cambio turno non vengono fornite informazioni utili. Tutto ciò, ha importanti implicazioni per tutto il personale infermieristico e i pazienti, in quanto la continuità assistenziale in ospedale dipende dall'esistenza di efficienti ed efficaci meccanismi di comunicazione tra tutti i membri del team sanitario. Adottare un protocollo attuativo della consegna infermieristica è una necessità e non può essere più rinviata.
Da qui le prime sperimentazioni. Drachsler (2012), ha introdotto “la mappatura dei processi nel passaggio delle consegne”. Un metodo che consiste nel prevedere un ricercatore che osserva lo svolgimento del passaggio delle consegne al cambio turno in reparto, documentando accuratamente le fasi di tale processo. Viene successivamente prevista una seduta con gli infermieri per discutere il processo utilizzato per il passaggio delle consegne, con l’elaborazione di una mappa con i passi effettivi. Nel contesto del passaggio delle consegne hanno un ruolo determinante gli operatori coinvolti.
Spiega Toccafondi (2012), che attraverso l’analisi del comportamento, si possono individuare eventuali mancanze e strumenti per porvi rimedio. Il “fattore umano” nel contesto organizzativo, è fondamentale per comprendere le motivazioni ed individuare le cause di eventuali errori.
Il contributo di questi elementi, può rivelarsi indispensabile per i tecnici della formazione ai fini dell’elaborazione di strumenti di supporto e interventi formativi mirati. Tali interventi saranno l’obiettivo di una revisione sistematica della letteratura con l’introduzione di linee guida ed altri strumenti, come procedure e protocolli, per consentire che al personale infermieristico venga fornita una formazione sul passaggio delle consegne, ma soprattutto un modello di pratica basata sulle evidenze.

I fattori di sicurezza
I principali fattori che hanno un impatto sulla sicurezza dei pazienti nel contesto del passaggio di consegne infermieristiche sono: la comunicazione verbale, l'organizzazione della documentazione scritta, il lavoro in team e una cultura basata sulla leadership. Quest’ultima intesa come un meccanismo per influenzare il comportamento dei partecipanti. Il che indica come il passaggio delle consegne sia una complessa situazione che può creare una condizione di pericolo per l’assistito.
Lo scambio verbale delle consegne infermieristiche durante il cambio turno, consente di verificare, riformulare e integrare le informazioni con gli aspetti non verbali, permettendo una maggiore profondità dei dati oggettivi che non può essere gestito in forma scritta. Inoltre aiuta l’operatore ad avere in brevissimo tempo un quadro completo della situazione clinica e facilita le funzioni macro-cognitive, ovvero il riconoscimento e l’analisi del problema, con attribuzione di significato e pianificazione dell’assistenza infermieristica. La forma scritta compone le informazioni essenziali per l’accertamento sulla salute del paziente, come ad esempio dati sul progresso, farmaci, grafici, tabelle di osservazione e piani di assistenza infermieristica (Jefferies et al. 2012).
Trova poco spazio nella realtà italiana, a differenza di altre realtà un’altra modalità di consegna infermieristica, quella al letto del paziente. Come spiega Flink (2012), questa modalità consiste in una visita giornaliera dell’infermiere che conclude il turno, con l’infermiere che subentra e che ha luogo nella camera del paziente, dove gli infermieri si aggiornano vicendevolmente sul piano di assistenza infermieristica.
Sostengono Toccafondi (2012) e Wildner (2012), che nei comparti produttivi, come in quello sanitario, il lavoro di squadra è diventato un modus operandi ordinario per raggiungere risultati straordinari verso una visione comune: costi sotto controllo, aumento della produzione, miglioramento della sicurezza del paziente, livelli superiori di produttività e di efficienza. Come afferma Meißner (2007), l’introduzione di una buona consegna infermieristica, nell’ambito della cultura basata sulla leadership, richiede la disponibilità al cambiamento del personale con il coinvolgimento degli infermieri leader che assumono, in questo ambito, un ruolo critico, dove cambiare significa incidere sui modelli cognitivi quali la ricerca e i processi di apprendimento.

L’importanza del lavoro in team
Temi quali la leadership, lavoro in team e cultura della sicurezza, intesa quest’ultima come lavorare in un ambiente in cui la probabilità che si verifichino danni (a persone o cose) sia molto bassa, sono stati approfonditi in diversi ambiti riguardanti l’assistenza infermieristica.
Eikeland (2011), dimostra che nei corsi di formazione dove si simula l’arresto cardiaco, proposti dagli infermieri leader, il lavoro in team risulta una componente essenziale per garantire la sicurezza e qualità delle cure al paziente.
Uno studio recente, realizzato da Nelsey (2012) mette in evidenza quanto la leadership e il lavoro in team sia efficace tra infermieri con formazione generazionale diversa, offrendo un’opportunità per la crescita professionale.
Hartnett (1989) fa risaltare invece come il lavoro in team, in una unità operativa di oncologia, sia utile nella gestione dello shock settico, e possa contribuire ad una migliore cura del paziente attraverso il riconoscimento precoce di un intervento, sicuro e tempestivo.
Queste affinità, potrebbero supportare un futuro progetto formativo per guidare il passaggio delle consegne infermieristiche nell’assistenza sanitaria.
L’importanza di fornire materiale scritto agli infermieri a sostegno di un ottimale comunicazione verbale, e o scritta deve essere adattato al contesto, per poi effettuare una verifica periodica delle consegne, ma anche per diffondere una cultura della sicurezza, determinante per il miglioramento del livello di qualità dell’assistenza infermieristica italiana. Le sperimentazioni e i protocolli elaborati a livello internazionale per rendere la consegna più efficace, sono molti. Anche perché non vi può essere un’unica soluzione valida per tutte le situazioni, ma è necessario identificare lo strumento più idoneo per la propria realtà assistenziale infermieristica.
Meißner (2007), sostiene che nonostante le continue innovazioni in ambito sanitario, il 53% degli infermieri in Italia dichiara di non essere soddisfatto delle consegne al cambio turno per varie cause:

  • mancanza di tempo;
  • molte interferenze;
  • mancanza di spazio dedicato;
  • una brutta atmosfera tra colleghi;
  • notizie insufficienti.

La causa, visto il contenuto finora discusso, potrebbe essere una cattiva gestione organizzativa, dettata da un inadeguato coinvolgimento di infermieri leader, e dalla mancanza di lavoro di squadra. Il processo della consegna durante il cambio turno, va analizzato anche rispetto ai seguenti elementi: motivazione, capacità di raccogliere informazioni, immagazzinamento, valutazione ed utilizzo delle stesse e, per ultimo, ma non perché meno importante, le conoscenze professionali delle persone che le trasmettono e le ricevono.

Le ricadute sull’assistenza infermieristica e il coinvolgimento del paziente
Gli infermieri devono basarsi sul contenuto e sulla precisione delle consegne al cambio turno per poter prendere decisioni cliniche e dare priorità al piano di assistenza infermieristica del proprio assistito (Hoban 2003; Wilkinson e Lardner 2013). In questo modo si promuove un corretto passaggio di consegne che porta ad un trattamento corretto e riduce sprechi di risorse. Comunicazioni imprecise, erroneamente omesse, incomplete o parziali possono generare problemi nel riconoscere e prevenire gravi complicanze per il paziente (Anthony et al. 2002; Ebright et al. 2003; Simpson, 2005). Vi è bisogno di un lavoro di squadra inteso come la coscienza che c’è in ogni membro del gruppo infermieristico di cooperare in vista di un risultato comune (Eikeland et al. 2011).
L'infermiere documenta le condizioni del paziente e l'esito della cura. Informazioni queste fondamentali per la qualità delle cure fornite (Dimond, 2005; Brown, 2006). Se questi aspetti vengono registrati, la documentazione infermieristica assicura informazioni vitali per il paziente ed a tutto il team sanitario. Inoltre fornisce la prova delle cure nel contesto legale, crea un database del sapere infermieristico che può essere utilizzato per una ricerca di qualità ai fini della garanzia, giustificando anche il costo dell'assistenza infermieristica nel sistema sanitario (Cheevakasemsook, Chapman et al. 2006).
Sostiene Flink (2012), quando la situazione clinica lo permette, il personale infermieristico può considerare l’inclusione del paziente nel passaggio delle consegne, in modo di avere ripercussioni positive sul rapporto infermiere-paziente, ovvero aumentare la fiducia nei confronti degli infermieri da parte di pazienti e familiari. Ma, soprattutto, la maggior parte dei pazienti, inevitabilmente, aderirà meglio alle cure e sarà in grado di comprendere gli effetti attesi. In questi casi, però, si deve considerare, per quanto riguarda il paziente, il suo livello di competenza linguistico-sanitaria. Ossia la capacità di ottenere, processare e comprendere le informazioni per assumere le decisioni appropriate riguardo alla propria salute. Condizione necessaria quest’ultima, perché l’infermiere possa comprendere i desideri del paziente, inteso come: preferenze, preoccupazioni, aspettative, valori etici, che risultano come parte integrante del processo assistenziale.

Il passaggio di consegne e la formazione
Il passaggio di consegna agli infermieri non è inserito formalmente all’interno dei curricula per la formazione in ambito universitario, pur riconoscendolo come un problema formativo importante questo è quanto affermato da Gordon (2013). Esso fa più parte delle attività che si apprendono nel corso della pratica clinica, dall'osservazione dei colleghi esperti, prima come studenti e, poi come neo inseriti, diventando uno strumento didattico per comunicare i dati dell’assistenza infermieristica. Per alcuni può essere considerato “un banco” di prova dove i nuovi infermieri sono osservati e giudicati da diversi colleghi di maggiore esperienza sul campo, in quanto l'uso di un linguaggio tecnico durante la consegna, denota la presenza un infermiere esperto, oltre a poter essere una forma di “revisione fra pari” con riflessi sulla consegna stessa.

Conclusioni
Non è chiaro come le università, anche italiane, stiano affrontando l’argomento delle consegne, a differenza di altre realtà che si sono già poste il problema. Le organizzazioni sanitarie hanno bisogno di un sistema chiaro per il passaggio di consegne che tenga anche conto del singolo paziente, e del suo bisogno di chiarezza con l’introduzione di un protocollo attuativo. Tale necessità non può essere più rinviabile, al fine di completare la formazione del personale infermieristico in quest’ambito.
 

STAMPA L'ARTICOLO

Bibliografia

– Anthony M K, &Preuss G (2002) Models of care: The influence of nurse communication on patient safety. Nursing Economics, 20(5), 209-215.
– Brown G (2006) Wound documentation: managing risk. Advanced Skin Wound Care, 19: 155-65.
– Cheevakasemsook A, Chapman Y, Francis K, Davies C (2006) The study of nursing documentation complexities. International Journal of Nursing Practice, 12: 366-74.
– Dimond B (2005) Legal aspects of documentation. Abbreviations: the need for legibility and accuracy in documentation. British Journal of Nursing, 14: 665-6.
– Drachsler H, Kicken W, van der Klink M, Stoyanov S, Boshuizen HP, Barach P (2012) The Handover Toolbox: a knowledge exchange and training platform for improving patient care. British Medical Journal, Quality and Safety, 21:114-120.
– Ebright P R, Patterson, E S, Chalko, B A, & Render, M L (2003) Understanding the complexity of registered nurse work in acute care settings. Journal of Nursing Administration, 33: 630–638.
– Eikeland S, Hans H,Friberg R. F (2011) Educating for teamwork nursing students’ coordination in simulated cardiac arrest situations. Advanced Nursing 67(10), 2239-2255.
– Flink M, Hesselink G, Pijnenborg L, Wollersheim H, Vernooij-Dassen M, Dudzik-Urbaniak E, Orrego C, Toccafondi G, Schoonhoven L, Gademan PJ, Johnson JK, Öhlén G, Hansagi H, Olsson M, Barach P (2012) HANDOVER Research Collaborative. The key actor: a qualitative study of patient participation in the handover process in Europe. British Medical Journal, Quality and Safety, 21: 89-96.
– Gordon M (2013)Training on handover of patient care within UK medical schools. Medical Education Online, 11;18:1-5.
– Hartnett S (1989) Septic shock in the oncology patient. Cancer Nursing; 12 (4): 191-201.
– Meißner A, Hasselhorn HM, Estryn-Behar M, Nézet O, Pokorski J, Gould D (2007) Nurses' perception of shift handovers in Europe: results from the European Nurses' Early Exit Study. Journal of Advanced Nursing, 57(5): 535-42.
– Nelsey L, Brownie S (2012) Effective leadership, teamwork and mentoring Essential elements in promoting generational cohesion in the nursing workforce and retaining nurses. Collegian, 19, 197-202
– Hoban V (2003) How to… handle a handover. Nursing Times, 99(9): 54-55.
– Jefferies D, Johnson M, Nicholls D (2012) Comparing written and oral approaches to clinical reporting in nursing. Contemporary Nurse, 42(1): 129–138.
– Simpson R L (2005) Patient and nurse safety: How information technology makes a difference. Nursing Administrative Quarterly, 29: 97-101.
– Toccafondi G, Albolino S, Tartaglia R, Guidi S, Molisso A, Venneri F, Peris A, Pieralli F, Magnelli E, Librenti M, Morelli M, Barach P (2012) The collaborative communication model for patient handover at the interface between high-acuity and low-acuity care. British Medical Journal, Quality and Safety, 21: 58-66.
– Wildner J, Ferri P (2012) The Implementation of the Bedside Handover for the Improvement of Nursing Quality in an Italian Hospice. Journal of Hospice & Palliative Nursing, 14(3): 216-224.
– Wilkinson J, Lardner R (2013) Shift Handover After Buncefield. (Internet). Consultato il 15 maggio 2014, disponibile all’indirizzo: http://www.aidic.it/lp2013/webpapers/23wilkinson.pdf.