RIASSUNTO
Introduzione Sempre più spesso il Web viene utilizzato dalle persone per  comunicare, trovare informazioni e condividere esperienze, anche sul  tema della salute. Lo sviluppo e la diffusione di Internet ha portato  all’elaborazione di strumenti multimediali di comunicazione veloci e  sofisticati, quali i social media, utilizzabili attraverso differenti  tipologie di dispositivi. Questo cambiamento inarrestabile offre nuove  opportunità di comunicazione diretta con il cittadino, senza precedenti,  e rappresenta quindi una sfida per tutti i professionisti della salute,  tra cui gli infermieri. Tuttavia l’uso dei social media comporta alcuni  rischi, soprattutto se usati in ambito sanitario; se usati in maniera  impropria possono violare i diritti del cittadino/paziente (per esempio  la privacy), compromettere il suo rapporto con i sanitari o il rapporto  tra gli stessi colleghi e minare l’immagine dell’organizzazione o, più  in generale, del sistema sanitario.
L’obiettivo di questo  studio è quello di individuare e descrivere le corrette modalità di  accesso e di utilizzo dei social media da parte degli infermieri.
Materiali e metodi Nel mese di agosto 2013 è stata condotta una revisione non sistematica  della letteratura tramite l’utilizzo delle principali banche dati  biomediche e di linee guida. E’ stata anche condotta una ricerca sui  siti di agenzie sanitarie nazionali e governative e attraverso i motori  di ricerca generici. 
Risultati La ricerca bibliografica ha prodotto 88 risultati; di questi solo nove  documenti hanno raggiunto i criteri di inclusione. Tutte le linee guida e  le raccomandazioni trovate sottolineano le grandi potenzialità dei  social media, i potenziali rischi e offrono indicazioni basilari per  utilizzare in maniera corretta questi nuovi strumenti.
Conclusioni Per sfruttare al meglio le potenzialità dei social media e usarli in  sicurezza in ambito sanitario è importante conoscerli ed essere  consapevoli dei loro rischi; per fare ciò è auspicabile una formazione  appropriata dei professionisti della salute e, a monte, degli studenti  delle professioni sanitarie. Sarebbe inoltre utile approfondire il tema  dei social media per meglio comprendere il fenomeno e avviare un  confronto intra e interprofessionale che porti alla produzione di  raccomandazioni comuni.
Parole chiave: infermieri, social media, linee guida, raccomandazioni
 
Recommendations on proper use of social media by nurses
ABSTRACT
Introduction The use of Web to communicate, find information, and share  experiences, also on health subject, is in continue growing. Internet  development and its diffusion have led to develop multimedia  communication tools accessible through different type of devices. This  unstoppable shift offers unprecedented communication opportunities with  citizens and represents a challenge for all health professionals.  However, the use of social media entail some risks, especially in health  environments: the improper use of these tools can compromise the  patient’s privacy, his relation with the health operators, with the  health organizations and the entire health system.
The aim of this study is to find and describe the proper use modalities of social media for nurses.
Methods A non-systematic literature review through biomedical and guidelines  database, national and governmental health agencies’ websites and  generic internet browser (Google) has been conducted.
Results We found 88 results and only nine of these met the inclusion criteria.  All documents considered underline the social media potentialities and  risks and propose basic recommendations about the proper use of these  new multimedia tools.
Conclusions The awareness and knowledge of the social media are the key elements for  a proper use of these tools, getting their advantages without risks. To  reach this goal is desirable a specific formation about the social  media for the health operators and, before, for the health professions’  students. The phenomenon of social media should be studied more in depth  and should be set up an inter/intraprofessional comparison to produce  common recommendations.
Key words: nurse, social media, guideline, recommendations

 
INTRODUZIONE
Il world wide web 2.0 (Web 2.0) è un luogo virtuale al quale ognuno è  libero di accedere per scambiare informazioni e dove ogni utente può  essere sia il fruitore sia il fornitore di tali informazioni (Santoro E,  2007). Ogni giorno in tutto il mondo milioni di persone di tutte le età  frequentano i social media (Formez PA, 2011; Van de Belt TH, et al.,  2012). Nel nostro Paese il 66,6% delle persone che hanno accesso a  Internet è iscritto a Facebook (nel 2010 era il 49%): questa percentuale  corrisponde al 41,3% della popolazione italiana totale e al 79,7% di  quella dei soli giovani. Alla fine del 2010 in Italia gli account su  Twitter erano più di un milione e trecentomila e, attualmente, il 61,7%  delle persone con accesso a Internet va su YouTube (nel 2011 questa  percentuale era pari al 54,5%) (Censis, 2012).
Sempre più  spesso il Web viene utilizzato dalle persone anche per comunicare e/o  trovare informazioni di tipo sanitario (Kernisan LP, et al., 2010; Van  de Belt TH, et al., 2010, 2012; Hawker MD, 2010; Lukes CA, 2010; McDaid  D, et al. 2011; Censis, 2009; Gurr A, et al., 2009; Trotter MI, et al.,  2008). Nel nostro Paese il 32,4% dei cittadini (oltre 19 milioni) usa  Internet per ottenere informazioni sulla salute; di questi il 90,4%  (circa 17,7 milioni) effettua ricerche su specifiche patologie, il 58,6%  (circa 11,5 milioni) cerca medici e strutture a cui rivolgersi, il  15,4% (circa 3,03 milioni) prenota visite ed esami attraverso la rete,  il 13,9% (circa 2,7 milioni) frequenta chat, forum e web community  dedicate a temi sanitari e infine il 2,8% (circa 0,5 milioni) acquista  farmaci online (la cui vendità è peraltro vietata per legge). La ricerca  dell’informazione avviene prevalentemente attraverso i motori di  ricerca (97,6%) ma anche attraverso la consultazione di siti  specializzati o scientifici (73,2%), la lettura della sezione salute  online dei quotidiani (38,3%), la navigazione nei siti Internet  istituzionali (29,8%) e tramite l’uso dei social media (34,7%) (Censis,  2012).
In ambito sanitario la comunicazione ha un ruolo rilevante  nella relazione tra i professionisti e il cittadino non solo per  rispettarne il diritto all’informazione ma anche e soprattutto per  promuoverne la crescita personale attraverso informazioni accessibili,  mirate, accurate e di qualità. La relazione tra il professionista e il  cittadino, fondamentale per rispondere a bisogni di cura complessi in  continua e rapida evoluzione, è uno degli elementi cardine del sistema  salute assieme all’informazione e alla comunicazione (Vanzetta M, et  al., 2013). Oggi, tuttavia, non bastano più i canali di comunicazione  classici.
Lo sviluppo e la diffusione di Internet hanno portato  all’elaborazione di strumenti multimediali di comunicazione veloci e  sofisticati, quali i social media, utilizzabili attraverso diverse  tipologie di dispositivi fissi e mobili (tablet, personal computer,  telefoni cellulari, console, palmari, eccetera); ciò ha cambiato  l’approccio alle informazioni da parte del cittadino (Censis, 2009;  McDaid D, et al. 2011).
Questo cambiamento inarrestabile offre  nuove opportunità di comunicazione diretta con il cittadino senza  precedenti (Vanzetta M, et al., 2013); da questo fenomeno il mondo della  sanità non può esimersi e quindi ciò rappresenta una sfida per tutti i  professionisti della salute e impone un’attenta e approfondita  riflessione sui modi d’uso dei social media per evitare i rischi  correlati (Ressler P, et al., 2010). Le informazioni possono assumere  “vita propria, le imprecisioni diventare realtà” (ANA, 2011).
Obiettivi
Individuare e descrivere le corrette modalità di accesso e gestione dei social media da parte degli infermieri.
MATERIALI E METODI
E’ stata condotta una ricerca bibliografica nel mese di agosto 2013  attraverso le principali banche dati biomediche e di linee guida  seguendo una specifica strategia di ricerca (Tabella 1). La ricerca è  stata anche condotta sui siti di agenzie sanitarie nazionali e  governative e attraverso i motori di ricerca generici.
Strategia di ricerca
Le strategie di ricerca utilizzate sono indicate in Tabella 1.
Le fonti consultate sono state:
- banche dati biomediche:
 – Medline;
 – CINAHL.
- Banche dati di linee guida:
 – Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ);
 – Guidelines International Network (GIN);
 – National Guideline Clearinghouse (NGC).
- Siti di agenzie sanitarie nazionali e governative:
 – Istituto superiore di sanità (ISS);
 – National Health and Medical Research Council (NHMRC);
 – National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE);
 – New Zealand Guidelines Group (NZGG);
 – Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN);
 – Haute Autorité de Santé (HAS).
- Motori di ricerca generici: Google.
Criteri di inclusione e di esclusione
L’inclusione o l’esclusione dei documenti è stata stabilita in base ai seguenti criteri:
- eleggibilità: sono state considerate eleggibili tutte le linee guida e le raccomandazioni redatte in inglese o italiano;
- pertinenza: sono stati inclusi solo i lavori riguardanti l’uso dei social media da parte degli infermieri.
RISULTATI
La ricerca bibliografica ha identificato 88 voci bibliografiche; di  queste, 79 sono state escluse perché non pertinenti. Dei nove documenti  ritenuti validi, cinque sono linee guida (RCNA, 2011; NZNO, NETS, NSU,  2011; NCSBN, 2011; NANB, 2012; NCNZ, 2012) e quattro sono  raccomandazioni (ANA, 2011; NSNA, 2012; UP SON, 2011; UW SON, 2011).
A pagina e85 è disponibile una sintesi dei contenuti delle linee guida considerate nella revisione.
Tutte  le linee guida sono concordi nel constatare l’esponenziale sviluppo dei  social media, quali nuovi strumenti di comunicazione, e ne individuano  però i pro e i contro.
Da una parte, infatti, i social media offrono svariate opportunità:
- favoriscono le relazioni sociali e professionali;
- migliorano la comunicazione con il cittadino e in tempo reale;
- possono fungere da strumento didattico per studenti infermieri e docenti;
- permettono la diffusione rapida di messaggi o campagne di sensibilizzazione (per esempio la campagna per il lavaggio delle mani);
- favoriscono la diffusione e la discussione di buone pratiche di assistenza, di educazione sanitaria e della ricerca;
- permettono di costruire una rete di riferimento affidabile sui temi della salute;
- permettono la condivisione di esperienze;
- aumentano l’aggregazione professionale;
- consentono di rappresentare e tutelare la professione infermieristica.
Dall’altra parte, tuttavia, non mancano diversi rischi correlati all’uso improprio dei social media:
- violazione della privacy di pazienti o colleghi;
- inappropriata condivisione e diffusione di informazioni sensibili;
- violazione dei confini professionali;
- violazione della riservatezza di informazioni sanitarie;
- compromissione dell’immagine professionale dell’infermiere, dell’organizzazione a cui appartiene o del sistema sanitario.
Questi rischi possono compromettere il rapporto tra infermiere e paziente e tra questo e l’intero sistema sanitario.
Le  linee guida stesse mirano quindi ad aumentare la consapevolezza degli  infermieri su questi strumenti e orientarli a un loro appropriato  utilizzo; in ogni documento le raccomandazioni sono accompagnate da  esempi di uso improprio dei social media, seppure inconsapevole, e ne  analizzano le potenziali conseguenze.
Tra le raccomandazioni  trovate, il documento dall’American Nurses Association (ANA, 2011) in  particolare, propone alcuni principi di uso dei social media e dei  suggerimenti di base rivolti agli infermieri per non commettere errori  nel modo in cui utilizzano questi strumenti.
Secondo tali principi, gli infermieri devono:
- evitare di trasmettere o mettere online informazioni che possono favorire l’identificazione del paziente;
- osservare i principi deontologici e rispettare i confini professionali;
- essere consapevoli che i pazienti, i colleghi, le istituzioni e i datori di lavoro possono visualizzare i loro messaggi;
- impostare correttamente le opzioni dei social media relative alla privacy e mantenere separate le informazioni personali da quelli professionali;
- segnalare alle autorità competenti eventuali contenuti presenti sui social media che possono danneggiare la privacy, il benessere e i diritti degli assistiti o dei colleghi;
- partecipare allo sviluppo di politiche istituzionali che disciplinino la condotta online.
Parallelamente, i suggerimenti basilari sono:
- far valere gli standard professionali anche per la condotta online o in qualsiasi altra circostanza;
- non condividere o pubblicare informazioni o immagini ottenute attraverso la relazione tra l’infermiere e il paziente;
- non fotografare o girare video di pazienti utilizzando dispositivi personali compresi i telefoni cellulari;
- mantenere i confini professionali;
- non fare commenti su pazienti, colleghi o datori di lavoro anche se non sono direttamente identificati.
Le tre rimanenti raccomandazioni (NSNA, 2012; UP SON, 2011; UW SON, 2011), specificatamente rivolte agli studenti di infermieristica, sono in linea con i principi delle linee guida precedentemente proposte.
DISCUSSIONE
Lo sviluppo esponenziale e trasversale dei social media coinvolge  inevitabilmente anche i professionisti della salute sia a livello  personale sia a livello professionale; non usare tali strumenti anche in  ambito sanitario significherebbe rimanere un passo indietro rispetto  alla realtà e perdere i vantaggi offerti da questi nuovi mezzi di  comunicazione.
Sono infatti molti gli studi che dimostrano i  vantaggi nell’uso del Web e dei social media in ambito sanitario per  condividere, per esempio, delle esperienze di malattia, in particolare  nel caso di patologie cronico-degenerative (Overberg R, et al., 2010;  Nordfeldt S, et al., 2010; Stinson J, et al., 2010; Evans R, et al.,  2010; Green BB, et al., 2011; Chou WYS, et al., 2011; Bender JL, et al.,  2011) o per promuovere l’adozione di stili di vita salutari (Wanner M,  et al., 2010; Funk KL, et al., 2010; Selby P, et al., 2010; Postel MG,  et al., 2010; Elfeddali I, et al., 2012), eccetera.
Sono sempre di  più gli ospedali e le strutture sanitarie che sfruttano i social media  per proporre i propri servizi e per promuovere la fidelizzazione al  sistema di cura (Van de Belt TH, et al., 2012, Mayo Foundation for  Medical Education and Research, 2013).
Uno studio descrittivo  condotto nel Regno Unito nel 2010 aveva evidenziato che il 40% delle  organizzazioni sanitarie usava i social media (Hawker MD, 2010). Negli  Stati Uniti la percentuale di ospedali con un account sui social media  oscillava, nel 2012, tra il 10 e il 20% (Van de Belt TH, et al., 2012).  Uno studio longitudinale condotto in 12 paesi dell’Europa occidentale  (Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Germania, Austria, Svizzera, Regno  Unito, Irlanda, Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca) ha mostrato un  aumento progressivo nell’uso dei social media da parte delle strutture  sanitarie (Van de Belt TH, et al., 2012).
Nel nostro Paese non c’è  ancora nessun vincolo normativo che obblighi le pubbliche  amministrazioni a essere presenti sui social media; c’è però una forte  raccomandazione sia da parte del Ministero per la pubblica  amministrazione e la semplificazione sia da parte del Ministero della  salute a orientarsi verso l’impiego delle nuove tecnologie Web 2.0,  social media in primis, e a dotarsi di strumenti che aumentino la  partecipazione da parte dei cittadini garantendo informazioni valide e  autorevoli (Formez PA, 2011; Ministero della Salute e Università  Sapienza Roma, 2010).
La questione da affrontare, quindi, non  riguarda l’uso o meno dei social media da parte degli infermieri ma  piuttosto definire le modalità corrette per utilizzarli. E’ importante,  infatti, conoscere a fondo questi strumenti e i potenziali rischi  connessi per evitarne un uso improprio.
Le linee guida analizzate  rivolgono agli infermieri una serie di raccomandazioni per utilizzare i  social media in modo appropriato a tutti i livelli del processo di cura:  a livello del paziente, a livello di loro stessi, come professionisti  della salute, e dei colleghi e a livello dell’organizzazione o, più in  generale, del sistema sanitario. Questi livelli sono strettamente  correlati tra loro e un uso improprio dei social media a un qualsiasi  livello si riflette su tutti gli altri compromettendoli trasversalmente  (pazienti, professionisti e organizzazione), minando il rapporto  fiduciario indispensabile a una comunicazione efficace tra il  professionista e il cittadino e la sua fidelizzazione ai servizi del  sistema sanitario (RCNA, 2011; NZNO, NETS, NSU, 2011; NCSBN, 2011; NANB,  2012; NCNZ, 2012; ANA, 2011).
La revisione della letteratura  effettuata offre numerosi spunti di riflessione e di approfondimento ma  presenta dei limiti. Uno di questi è la natura non evidence-based dei  documenti considerati; ciò non consente una loro valutazione tramite  strumenti validati e standardizzati quale l’Appraisal of Guidelines for  Research & Evaluation (AGREE), divenuto negli anni il riferimento  internazionale per la valutazione delle linee guida. Nella fattispecie è  utile sottolineare che le linee guida considerate offrono  raccomandazioni di buona pratica professionale. Un altro limite è il  numero limitato di riferimenti individuati e la loro difficile  reperibilità.
CONCLUSIONI
I social media offrono opportunità e potenzialità di comunicazione  senza precedenti (Vanzetta M, et al., 2013) ma richiedono di conseguenza  una maggiore responsabilità nel loro utilizzo: per sfruttare al meglio  questi strumenti è importante conoscerli ed essere consapevoli dei  potenziali rischi connessi per evitarne l’uso improprio.
L’uso  improprio dei social media in ambito sanitario si può riflettere lungo  tutti i livelli del rapporto tra il paziente e il sistema sanitario: il  rapporto paziente/cittadino, il rapporto tra professionisti e tra questi  e l’organizzazione, eccetera.
Il rischio di uso improprio di  questi strumenti è elevato, soprattutto perché il fenomeno è in continuo  sviluppo e cambiamento e quindi è difficile da controllare e  interpretare in termini scientifici. Peraltro i social media sono già  stati oggetto di fatti con riflessi penalistici o civilistici in cui era  coinvolto il personale sanitario (Benci L, 2013) e oggetto di cronaca  (Il Tirreno, 2011; Il Corriere Fiorentino, 2011; Neri M, 2011; Blitz  quotidiano, 2011; Quatraro M, 2011).
Il confine tra un corretto e  uno scorretto uso, o addirittura abuso, dei social media è sottile (Van  de Belt TH, et al., 2012). L’elemento chiave è avere quindi  consapevolezza dello strumento che si utilizza e tale consapevolezza  dovrebbe essere sostenuta da un’adeguata formazione dei professionisti  della salute ma anche, a priori, degli studenti delle facoltà sanitarie  durante il loro percorso di studio.
Sarebbe utile effettuare  ulteriori studi sull’uso professionale del Web in generale e dei social  media per meglio comprendere il fenomeno e avviare un confronto intra e  interprofessionale che porti alla produzione di raccomandazioni comuni.
 
 
			 
		







