AISLeC: le "carte" del viaggio della maturazione (Mission Vision e Carta Etica)


Sviluppare un ideale, muoversi in gruppo per costruirlo, significa a volte credere a cose impossibili.
In questa nostra società, in questo nostro mondo professionale, spesso ancora in affanno alla ricerca della legittimazione e del riconoscimento di una dignità professionale, che ondeggia tra momenti di conferme e momenti di sconforto, credere che la maturazione si raggiunga attraverso un percorso di consapevolezza e conoscenza, vuole dire interrogarsi sui valori che contraddistinguono un certo comportamento e “metterci la faccia”, dichiarando ciò che ci muove.
Al to care, verbo che usiamo nei nostri contesti per distinguerci come professionisti dell’assistenza dal to cure, abbiamo voluto dare la stessa connotazione presentata nel doppiaggio di un famoso film: tenerci. We care: ci teniamo!
E siccome ci teniamo a ciò che facciamo, al nostro valore di persone che svolgono una professione al servizio della comunità, abbiamo iniziato a dare forma al nostro ideale.
È un ideale che si dipana in tre documenti, che costituiscono la traccia, la direzione e l’aspirazione di coloro che appartengono ad AISLeC: la mission, la vision e la carta etica.
Questi documenti derivano da un profondo confronto sviluppato all’interno della nostra comunità scientifica e professionale, scritti a più menti e a più mani, con la partecipazione dei componenti del consiglio direttivo, del comitato scientifico e di tutti i rappresentanti regionali. Sono quindi il prodotto di gruppi reali e virtuali, che hanno lavorato in presenza e a distanza, in modo sincrono e asincrono, utilizzando il tempo in tutte le sue sfaccettature, e le tecnologie che oggi consentono la distanza ravvicinata.
Non ci vogliamo dilungare nella descrizione del significato della parola etica: troppe volte è stato fatto e troppi riferimenti sono a disposizione. È però importante per noi dichiarare cosa ci muove, cosa è alla base di ogni nostro comportamento.
Il confronto ha portato alla condivisione di 5 valori fondamentali: Cura, Accountability, Coraggio della conoscenza, Riconoscimento-Considerazione, Indipendenza. Ognuno di questi è stato esploso in lemmi significativi esposti in una forma grafica suggestiva, per noi, di attenzione.

CURA. Storicamente le professioni sanitarie si sono distinte tra chi ha posto prevalenza sul cure (curare) e chi sul care (prendersi cura-assistere). Oggi vogliamo superare questa differenza perché non c’è distinzione tra curare ed aver cura: prendersi cura è allo stesso tempo cura. È cura tutto ciò che contribuisce al benessere della persona. Al centro del nostro interesse c’è la persona e non la lesione: la cura è della persona, non solo della malattia o della lesione. Gli aspetti specifici del prendersi cura si sostanziano, per noi, in:

  • presenza. Sapere osservare e saper ascoltare: il paziente, il familiare, il collega, l’ambiente, le nostre emozioni;
  • identità professionale. Difesa della professione, promozione dell’immagine professionale, orgoglio professionale;
  • fiducia. Cercare fiducia, creare fiducia, avere fiducia nella persona assistita, nei colleghi, in noi stessi;
  • accoglienza. Mettere a proprio agio, comprendere, attendere: il tempo del paziente non è il tempo del professionista;
  • collaborazione. Disponibilità a fornire la propria competenza, offrire consulenza, informare e formare, diffondere, educare;
  • autostima e intimità. Promozione dell’autostima, tutela della dignità, salvaguardia dell’intimità.


ACCOUNTABILITY
. Il termine inglese ne racchiude molti italiani: trasparenza, partecipazione, responsabilità. La migliore traduzione è “rendere conto di ciò che si fa”. Tutto questo si trasforma in un valore che, comprendendo tutti gli aspetti, rende i professionisti credibili.
Per noi è accountability:

  • farsi carico. La persona si presenta, molto spesso, con problemi indefiniti, ci chiede di interpretarli ed affrontarli o indirizzarla verso chi può farlo;
  • concordare. Assistere facendo proposte e concordando i trattamenti con persone e strutture;
  • decidere. Le decisioni devono essere prese ed è necessario argomentare ed esplicitare i criteri su cui lo si fa;
  • scelte. Conoscere e saper argomentare il motivo delle scelte permette di promuovere e difendere ciò che si fa. Dare l’opportunità di scegliere è la base dell’autodeterminazione;
  • evitare la deriva. Motivazione ed impegno contribuiscono allo sviluppo delle competenze del singolo e alla promozione della professione;
  • consapevolezza. L’agire di un singolo ha influenza sul tutto;
  • equità. Il trattamento appropriato va riconosciuto e applicato, non dando tutto a tutti, ma a ciascuno secondo necessità:
  • risultato. Una buona o eccellente tecnica può essere inficiata se non si tiene a cuore la persona che la riceve e non si identifica chiaramente l’obiettivo giusto per lei.

CORAGGIO DELLA CONOSCENZA. Conoscere è più di un dovere. Il sapere, quello dato dalla conoscenza, è dinamico, perché più si cerca di sapere e più si diventa consapevoli della vastità della conoscenza e di quanto è doveroso conoscere. Sapere richiede coraggio, perché il sapere trasforma la persona: lo stile, il comportamento, i riferimenti. Il vero sapere è trasformativo.

Il nostro coraggio si esprime in:

  • rispetto delle opinioni. Informazione ed educazione sono alla base delle decisioni di salute della persona. Ascolto, accoglienza e rispetto delle opinioni personali consentono alla persona di autodeterminarsi;
  • impegno. La conoscenza è tale solo se messa a disposizione della comunità e condivisa attraverso la diffusione dei risultati della ricerca e della buona pratica;
  • spendibilità. Riconoscere e far riconoscere le competenze acquisite rende spendibili, nelle organizzazioni e nella comunità, i titoli ed i percorsi formativi che i professionisti hanno acquisito;
  • decisioni difficili. Vi sono decisioni difficili da prendere, ma il benessere della persona si ottiene anche evitando l’accanimento a favore di cure palliative;
  • trasformazione. La burocrazia messa al servizio delle persone trasforma ciò che spesso appare vincolo in opportunità. Gli organi competenti hanno bisogno che i professionisti forniscano le indicazioni appropriate per il miglior risultato di cura;
  • visione professionale. Sviluppare e promuovere gli ideali professionali;
  • cambiamento. Regole e abitudini posso diventare ingiuste, non vanno mantenute in essere. A volte vi sono richieste che configurano pretese illegittime, perché assecondarle?


RICONOSCIMENTO-CONSIDERAZIONE.
Riconoscere il lavoro nostro e altrui, l’impegno di un assistito o di un suo familiare, la volontà di apprendere e di migliorare dei colleghi non specializzati nella competenza, che richiedono consulenza. Il riconoscimento ci consente di superare il nostro egocentrismo e di valorizzare il significato del contributo altrui ma, allo stesso tempo, di metterci a disposizione per una crescita più ampia. Questo sviluppa il senso di appartenenza. Avere considerazione del proprio lavoro significa tenerci, trovando piacere nel far bene per il senso di completezza e libertà che ne consegue.
Noi ci esprimiamo in merito in questo modo:

  • collaborazione. La collaborazione è un fattore vincente. Fornire consulenza ed avvalersi della consulenza di colleghi migliora la cura;
  • valore. Come singoli e come professione abbiamo valore. Questo deve essere visibile a noi e alla società;
  • riconoscimento. La persona assistita e la sua famiglia hanno caratteristiche uniche e distintive senza omologazione di genere, ruolo o funzioni;
  • autenticità. Le relazioni autentiche sono quelle che si creano superando il mero adempimento, nella ricerca del senso che diamo al nostro e altrui agire;
  • fierezza. Lavorare per il bene altrui è un onore e far parte di AISLeC è motivo di orgoglio professionale;
  • solidarietà professionale. Anche il collega può trovarsi in difficoltà, soprattutto se in formazione o inserimento;
  • garanzia di standard. Gli standard di buona pratica professionale devono essere definiti, applicati e mantenuti nel tempo.


INDIPENDENZA.
L’indipendenza si conquista sviluppando la consapevolezza. Ciò vuole dire andare oltre la superficie degli eventi per scendere nella profondità delle cose. La consapevolezza ci permette di conoscere noi stessi e l’ambiente, in modo da cogliere le opportunità che trasformano le difficoltà in apprendimento e miglioramento dell’offerta assistenziale. Conoscenza, tempo e materiali sono il patrimonio che il professionista gestisce. Quando questo patrimonio diventa ciò su cui singolo e collettività investono è possibile realizzare il vero guadagno per tutti.
Noi siamo indipendenti quando agiamo e mettiamo in condizione di agire:

  • legittimazione. L’agire assistenziale è legittimato dal corpus di conoscenze della singola disciplina e dalle evidenze scientifiche. Non c’è dominanza disciplinare ma integrazione delle conoscenze e delle visioni;
  • oculatezza. Uso e indicazioni d’uso dei materiali, considerando il miglior utilizzo di ciò che è disponibile in relazione alle capacità del paziente di accettare la cura proposta in funzione del miglior risultato di cura;
  • creare opportunità e agire ruoli. Le opportunità si creano e si colgono, pur con la consapevolezza del proprio ruolo nell’organizzazione, avendo l’obiettivo di portare il proprio contributo;
  • libertà. Condizionamenti o pressioni da parte di ditte produttrici, ma anche pressioni morali da parte di assistiti o organizzazioni, non sono accettabili in un’ottica di equità e appropriatezza;
  • mediazione. C’è un momento giusto per discutere ed è necessario cercare la migliore modalità per non alimentare conflittualità;
  • potenzialità. Ogni persona ha potenzialità che vanno coltivate: professionista e paziente possono migliorare il loro empowerment;
  • investimento. Ogni utilizzo non appropriato costituisce uno spreco. Il materiale utilizzato rappresenta una spesa per la società mentre il giusto uso è un investimento per il benessere della persona.

In ognuno di questi valori c’è il nostro cuore professionale.
Ci teniamo.

Il Consiglio direttivo e Collegio revisori dei conti AISLeC
il Comitato scientifico AISLeC
i Rappresentanti regionali AISLeC
 

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