La capacità empatica degli infermieri di area chirurgica


L’empatia nella relazione di cura è la capacità dell’operatore di vedere la situazione con gli occhi del paziente, di entrare nei suoi pensieri, nei suoi significati, anche se sono diversi dai nostri, entrando in contatto con ciò che prova (paura, angoscia, preoccupazione, soddisfazione); in termini più comuni, può essere indicata come il mettersi nei panni dell’altro.
È indubbio che i pazienti preferiscano trovarsi di fronte un professionista sanitario non soltanto ben preparato, ma anche empatico ovvero disposto ad ascoltare, a capire i loro stati d’animo e, se necessario, a lanciare uno sguardo comprensivo, a dire una parola di conforto, ad allungare la mano per un contatto emotivo.
Il vantaggio non è solo per i malati, visto che l’empatia in clinica è associata ad un esito migliore della malattia e ad una maggior soddisfazione degli operatori. Infatti l’empatia nella relazione di cura è stata messa in relazione a migliori risultati terapeutici (outcome), migliore soddisfazione del paziente e a minori contenziosi medico-legali tra operatori e pazienti(Sobel, 2000). La letteratura suggerisce che la persona empatica non solo comprende, ma condivide e partecipa allo stato emotivo dell’altro (Hojat 2002): si delinea quindi sia una dimensione cognitiva, sia una dimensione affettiva dell’empatia.
Le due dimensioni di condivisione emotiva (componente affettiva) e di comprensione del vissuto dell’altro (componente cognitiva) sono considerate entrambe determinanti al fine di generare una risposta empatica.
Il continuo crescere della richiesta di salute, il proliferare di innovazioni tecnologiche in ambito della medicina ha fatto nascere la necessità di umanizzare l’assistenza, pertanto le counseling skills sono considerate non meno importanti delle altre (competenza clinica e tecnico-operativa) da acquisire nel percorso formativo del professionista sanitario.
Abbiamo voluto pertanto esplorare la capacità empatica degli infermieri di un determinato settore clinico. Le nostre ipotesi di partenza, nello sviluppare questo studio sono state diverse: le donne sono più empatiche degli uomini? L’anzianità di servizio influisce negativamente sull’empatia? 

Come misurare l’empatia degli infermieri?
Per misurare la capacità empatica dei colleghi abbiamo utilizzato uno strumento di autovalutazione dell’empatia, creato per gli studenti di medicina e in seguito adattato anche ai professionisti sanitari: la “Jefferson scale of physician empathy (Jspe) – versione Hp”. Il punteggio totale ricavato dalla compilazione del questionario può variare da 20 a 140, dove al valore maggiore corrisponde una capacità empatica più elevata (Hojat, 2002).
Il questionario è stato somministrato nel corso del mese di dicembre 2012 a tutti gli infermieri delle 7 unità chirurgiche del presidio ospedaliero Cto (Centro traumatologico ospedaliero) di Torino, peraltro sede di tirocinio del Corso di laurea in Infermieristica. Sono stati distribuiti 70 questionari, di cui compilati e restituiti 60 (86%).
L’età media degli intervistati è risultata di 38 anni, con il 63% di donne e il 37% di uomini. Il 43% dei rispondenti possiede un titolo di studio universitario, mentre il 57% ha una formazione professionale regionale. La media degli anni di servizio è 12,6 anni. Il 78% delle persone intervistate non ha partecipato a corsi di formazione sulla relazione d’aiuto.
La media dei punteggi di empatia è risultata di 101.63 su 140 (Tabella 1).

Tabella 1 – Empatia degli infermieri nei vari servizi

Area chirurgica

Neurochirurgia

Chirurgia del bacino

Chirurgia plastica

Ortopedia traumatologia

Chirurgia vertebrale

Ortopedia

Chirurgia generale

 

Media totale

N° infermieri/%

9 (15%)

10 (17%)

9 (15%)

6 (10%)

8 (13%)

8 (13%)

10 (17%)

 

60

Media Empatia

101.78

98.1

85.33

121

101.5

102

107.9

 

101.63

La media dell’empatia nelle donne è risultata 101.58, mentre negli uomini è di 101.73 (Tabella 2). Gli infermieri più grandi di età sembrerebbero presentare un livello di empatia inferiore rispetto ai colleghi più giovani, anche se la differenza non è significativa (Tabella 2).

Tabella 2 – Comparazione tra gruppi sulla base del punteggio di empatia

Variabili

Media

Empatia

Genere

Donna (n=38)

Uomo (n=22)

101.58

101.73

Età

20-29 (n=12)

30-39 (n=22)

40-49 (n=19)

50-59 (n=7)

104.40

102.18

104.56

93.37

Nazionalità

Italiana (n=59)

Altra (n=1)

101,63

96

Scolarità’

Diploma(n=34)

Laurea (n=26)

98.74

110,04

Anni di servizio

1-5 (n=17)

5-10 (n=9)

10-15 (n=10)

15-20 (n=16)

20-30 (n=8)

 

 

106,53

103,33

96,2

100,31

98,75

Corsi

No (n=47)

Si (n=13)

99

111.15

In riferimento alle ipotesi iniziali non è emersa quindi una differenza tra il punteggio di empatia ottenuto dalle donne e il punteggio ottenuto dagli uomini intervistati. Numerose ricerche precedenti si discostano altresì da quanto emerso dall’esperienza condotta, in quanto le donne presentavano punteggi di empatia significativamente più alti rispetto agli uomini (Hojat, 2002; Faye, 2011; Fields, 2011), probabilmente perché nel nostro studio il numero degli uomini intervistati è risultato notevolmente inferiore rispetto al numero complessivo delle donne.
È emerso inoltre che all’aumentare degli anni di esercizio della professione vi è una riduzione del punteggio di empatia, come già risulta da uno studiocondotto su studenti di medicina, dove l’empatia è maggiore durante il I anno del corso e diminuisce dal III anno in poi. Lo stress dovuto alle problematiche lavorative, quali i turni, le relazioni con i pazienti ed i famigliari, i rapporti con i colleghi, le responsabilità proprie della professione infermieristica, potrebbe essere la causa della riduzione dell’empatia.
Alcuni ricercatori ritengono che l’empatia sia uno stato di personalità che può diminuire durante l’esercizio professionale, ma può anche essere migliorata con attività educative e corsi mirati (Libba, 2007). Altri riferiscono che l’empatia sia una caratteristica personale che non può essere insegnata facilmente. Questo argomento è ancora oggi oggetto di discussione da parte degli esperti, perciò sarebbe utile approfondirlo con ricerche mirate sul tema. 

Conclusioni
Il problema dell’umanizzazione è divenuto estremamente urgente e attuale in Italia da quando, pochi anni fa, un’indagine condotta dal Tribunale del malato su oltre 20.000 pazienti ha constatato che la quasi totalità (98%) degli interpellati lamentava l’atteggiamento indifferente o addirittura scostante di molti operatori sanitari.
Questi comportamenti sono incompatibili con quanto affermato nel Codice deontologico degli infermieri (2009), in particolare nell’articolo 3 e nell’articolo 5.
In tutti gli studi svolti fino ad oggi è stata misurata l’empatia dei professionisti sanitari: negli studi futuri la ricerca sull’empatia dovrebbe opportunamente comprendere la prospettiva dei pazienti e dei famigliari, per far valutare loro il livello di empatia che gli operatori dimostrano verso ambedue. Inoltre sarebbe utile capire se l’empatia dei professionisti sanitari può essere influenzata dall’ambiente di lavoro in cui si trovano.Infine, avendo osservato come l’empatia diminuisce con l’aumentare degli anni di esercizio alla professione, sarebbe importante continuare a offrire supporti sia formativi che emotivi ai professionisti con più anzianità di servizio.
 

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Bibliografia

– Sobel D S (2000). The cost effectiveness of clinical behavioral medicine. Journal of American medical associations. 284:1705.
– Hojat M, Gonnella J S, Mangione S, Nasca T J, Veloski J J, Erdmann J, Callahan C A, Magee M (2002). Physician empathy: definition, components, measurement, and relationship to gender and specialty. American journal of psychiatry, 159 (9): 1563-9.
– Faye A, Kalra G, Swamy R, Shukla A, Subramanyam A, Kamath R (2011). Study of emotional intelligence and empathy in medical postgraduates. Indian J Psychiatry, 53(2):140-4.
– Fields S K, Mahan P, Tillman P, Harris J, Maxwell K, Hojat M (2011). Measuring empathy in healthcare profession students using the Jefferson scale of physician empathy: health provider–student version. J Interprof Care, 25(4):287-93.
– Libba R M (2007). Empathy and empathic communication: nursing student perceptions of program effectiveness, academic experiences, and competence. (dissertation) Auburn University, School of nursing 4:10.