Angeli eroi … semplicemente infermieri


Nell’anno Internazionale degli Infermieri, in un tempo sospeso, in un Paese ferito da un’emergenza che non ha confini, alcune riflessioni sul senso profondo della nostra professione e sulla sua capacità di “esserci” a qualsiasi latitudine e in qualsiasi avversità… sempre accanto a chi soffre.

Questa bellissima immagine – dono dei Carabinieri (mi unisco ai ringraziamenti davvero sentiti) rappresenta l’essenza dell’assistenza infermieristica.
Come nel mito della Dea Cura il cui mandato, scritto nella mitologia, è quello di prendersi “cura” dell’uomo per tutto l’arco della vita, così siamo stati rappresentanti oggi in questa emergenza che ci ha tanto colpito alla sprovvista quanto ci ha trovato pronti a stare sul campo, a metterci a servizio di un paese in preda al virus.

Angeli eroici in prima linea a curare e difendere il proprio Paese dalla calamità. Ma che caratteristiche hanno questi eroi, questi angeli, a parte essere gli stessi che da sempre si impegnano per la salute dei cittadini? La definizione di angeli ed eroi prende una connotazione umana e scientifica, disciplinare e etica, di competenza e deontologia.

Questi eroi sono professionisti sanitari…che agiscono in modo consapevole, autonomo e responsabile. Sicuramente consapevoli di “essere” infermieri, di poter e dover dare un contributo decisivo poiché in possesso di una identità che unisce la scienza con i valori, consapevoli che il bene di un Paese passa dalle competenti mani di chi lo cura.

Decisamente autonomi: in questa emergenza si evidenzia fortemente come a tutti i livelli sono agite competenze generali, specifiche, specialistiche e complementari agli altri operatori, per portare ad un risultato di tutela della salute del singolo e della collettività.

Responsabili, non solo dal punto di normativo, ma soprattutto attraverso il senso di responsabilità legato al ruolo sociale che rivestono.

Oggi più che mai si pongono come agenti attivi nel contesto sociale a cui appartengono e in cui esercitano, promuovendo la cultura del prendersi cura e della sicurezza per gli altri e per se stessi (Codice Deontologico Art. 1 – Valori), orientando l’agire al bene della persona, della famiglia e della collettività, realizzando e sviluppando azioni nell’ambito della pratica clinica, dell’organizzazione, dell’educazione e della ricerca, riorganizzando percorsi e unità operative per contrastare l’infezione, assistere e tutelare le persone (Art. 2 – Azione).

Ci facciamo garanti che le persone assistiamo non siano mai lasciate in abbandono neppure durante un isolamento che le tiene lontane dai loro cari che sia in rianimazione o in una degenza meno intensiva.

Il tempo di relazione è tempo di cura (Art. 4 – Relazione di cura) proprio in questa espressione così forte si esplicita l’essenza dell’essere infermieri.

Quale tempo stiamo vivendo?

Un tempo sospeso nell’incredulità che sia tutto vero e nell’enormità del lavoro che stiamo facendo oltre il tempo stesso e lo spazio, oltre l’umana resistenza fisica, psicologica e etica.

Essere infermiere significa anche sperimentare che la massima espressione del dolore può diventare bellezza in un incontro di sguardi, magari mentre ci si accinge ad intubare, o attraverso il casco di una Cpap o una maschera di protezione…dove sono gli occhi a sorridere, sostenere, rassicurare e abbracciare la sofferenza.

L’immagine mostra bene come gli angeli eroici esplicitano attraverso il gesto assistenziale e di cura, il loro essere professionisti, anche quando curiamo quell’ultima parte della vita che porta la morte, cui si associa il dolore umano della perdita legato allo scorrere inesorabile di Kronós.

Ma in quel doloroso incontro possiamo recuperare la bellezza del gesto ricco di intenzionalità, compassione, competenza, gentilezza fermando così con Kairós l’attimo di massima bellezza eterno come Aion, momenti, istanti, sguardi e gesti che vanno oltre la stanchezza e la sofferenza perché fissano la cura.

Questi angeli eroici vivono il dualismo dolore/bellezza come un costante incontro umano e professionale che ricerca l’equilibrio per accogliere il primo e esaltare la seconda.

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