“PRIORITÀ ALLATTAMENTO”, creare reti sostenibili, questo il tema della settimana mondiale dell’allattamento 2025 partita ieri e che si concluderà il 7 ottobre prossimo. Quattro gli obiettivi che orientano le azioni che la connotano:
1. Informare le persone sul ruolo che hanno nel creare realtà sostenibili a sostegno dell’allattamento.
2. Radicare l’idea che il costante sostegno all’allattamento è un elemento cruciale ai fini della sostenibilità ambientale.
3. Allearsi con i soggetti e le organizzazioni per incrementare la collaborazione e il sostegno all’allattamento.
4. Attivare interconnessioni fra i sistemi di sostegno all’allattamento nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale.
Verso una rete di supporto sostenibile dunque con quale contributo da parte delle professioni infermieristiche? Ne abbiamo parlato con i colleghi della Commissione Nazionale d’Albo Infermieri Pediatrici.
Quando si costruiscono le basi dell’allattamento?
Le basi dell’allattamento si costruiscono durante la gravidanza: è il tempo in cui le donne e le loro famiglie sono più ricettive, pronte ad informarsi ed a maturare scelte consapevoli. L’allattamento, infatti, non comincia solo dopo il parto: già in gravidanza si formano fiducia, consapevolezza e aspettative. Infermieri ed infermieri pediatrici hanno un ruolo chiave nell’accompagnare le future mamme e le famiglie in questo percorso, preparando il terreno per un avvio sereno e sostenuto dell’allattamento.
I dieci Passi OMS Unicef costituiscono un quadro di riferimento per l’allattamento?
Si, i dieci Passi OMS Unicef costituiscono un quadro di riferimento globale per proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento. Dopo i passi 1 e 2, che esplicitano come le strutture sanitarie debbano disporre di una politica scritta e condivisa sull’allattamento e garantire che tutto il personale sia adeguatamente formato, proprio il passo 3 pone il focus sull’assistenza prenatale, riconoscendo la gravidanza come momento strategico per preparare le madri e le famiglie, rafforzare l’autoefficacia materna e contrastare barriere culturali e commerciali. Questo approccio integrato contribuisce non solo ad avviare correttamente l’allattamento, ma anche a migliorarne la durata e la qualità nei primi mesi e anni di vita del bambino. Il Passo 3 invita i servizi a garantire a tutte le gestanti un’informazione coerente, basata su prove scientifiche e attenta alla cultura di ciascuna, così che l’allattamento non sia lasciato al caso ma diventi una scelta consapevole e sostenuta.
Nel counselling antenatale che cosa si spiega?
Nel counselling antenatale si spiegano, in un linguaggio comprensibile ed efficace, i benefici del colostro e perché sia importante effettuare il contatto pelle-pelle il prima possibile dopo la nascita e in caso la prima poppata. Si ricordano le raccomandazioni OMS, tra cui si trovano l’allattamento esclusivo per i primi 6 mesi, poi continuato insieme ad alimenti complementari fino ai 2 anni e oltre. Si mostrano le posizioni e l’attacco corretti, utili a prevenire fastidi e complicanze come ingorghi e ragadi, e si affrontano i dubbi più comuni, offrendo strategie pratiche di gestione. Parte del messaggio riguarda anche la prudenza verso l’uso non necessario di sostituti del latte materno e il perché il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti protegga le famiglie da pressioni e informazioni fuorvianti. La check list sui contenuti educativi da proporre alle madri in gravidanza proposta dall’OMS-Unicef, può essere un utile strumento guida per i professionisti (Guida all’applicazione dei Passi per proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento nelle strutture del percorso nascita-pag. 37). Un altro tassello decisivo è il coinvolgimento del partner e dei familiari, perché il supporto quotidiano a casa ed al di fuori del contesto domestico fa la differenza.
Perché tutto questo è cruciale?
Lo è perché le evidenze scientifiche confermano che l’educazione sanitaria e gli interventi di supporto all’allattamento promossi già durante la gravidanza possono aumentare la prevalenza dell’allattamento, in qualsiasi forma od esclusivo, fino e a 6 mesi. In altre parole, una buona educazione prenatale rafforza l’autoefficacia delle madri, riduce l’ansia, aiuta ad avviare prima l’allattamento e a mantenerlo nel tempo, soprattutto nei momenti di difficoltà. Affinché questo accada, è essenziale che il counselling sia offerto da professionisti sanitari formati così da offrire un sostegno coerente, competente ed efficace alle madri. In questo modo, è possibile considerare la nascita non in un inizio “a freddo” dell’allattamento“ ma come il naturale proseguimento di un percorso iniziato mesi prima: informato, condiviso e sostenuto.
Intorno all’allattamento si sono costruiti anche dei falsi miti…
Si molti, di seguito ne riportiamo alcuni, ma il sapere scientifico ne rappresenta l’antidoto:
- “In gravidanza bisogna “preparare” i capezzoli (con spugne, creme, ecc) altrimenti non si riuscirà ad allattare”, questa frase non ha alcun fondamento scientifico. Non serve alcuna preparazione. Le ghiandole di Montgomery presenti nell’areola del capezzolo, già producono una sostanza oleosa (sebo) per idratare, proteggere e disinfettare il capezzolo e l’areola, facilitando l’allattamento al seno mantenendo il bambino libero da contaminazioni e prevenendo la secchezza della pelle. È molto più utile informarsi sul corretto attacco al seno e avere supporto nelle prime ore dopo il parto.Un buon inizio fa la differenza“
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“Se in gravidanza non esce latte/colostro, significa che dopo non si avrà abbastanza latte per nutrire il proprio neonato”, è una falsa credenza. La fuoriuscita di colostro in gravidanza non è necessaria né predittiva. Molte donne non notano perdite prima del parto e hanno comunque una produzione normale. La lattazione si avvia dopo il secondamento, grazie al calo del progesterone e all’aumento della prolattina.
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“Avere il seno piccolo può determinare una produzione insufficiente di latte”, questa falsa credenza può avere un impatto molto profondo sulla psiche di una donna in gravidanza, portando a potenziali difficoltà successive nell’approccio all’allattamento. Le dimensioni del seno non determinano la capacità di produrre latte. Conta il tessuto ghiandolare, la frequenza delle poppate, un attacco efficace e l’equilibrio ormonale.
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“In gravidanza devi decidere subito se allattare: non si può cambiare idea successivamente”, anche questa è una credenza ormai obsoleta. Molte mamme cambiano idea dopo la nascita, anche grazie al contatto con il neonato. Un’informazione corretta non impone, ma aiuta a scegliere consapevolmente, senza pressioni o paure.
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“Se in gravidanza si ha uno stato d’animo ansioso o negativo non si avvierà la produzione di latte dopo il parto”. Ansia e stress non bloccano la produzione di latte, possono però interferire con il riflesso di eiezione (l’uscita del latte). Un ambiente sereno, il contatto pelle a pelle e il supporto emotivo aiutano molto.
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“Il parto gemellare presuppone che non si avrà latte a sufficienza per nutrire entrambi i neonati”. Il corpo materno può produrre latte per gemelli (e anche per più neonati). Vale la regola più suzione = più produzione. Con un attacco efficace e supporto mirato l’allattamento gemellare è possibile.
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“Meglio tenere in casa latte artificiale “per sicurezza”. Tenerlo “di scorta” può minare la fiducia nelle proprie capacità e spesso non serve. Se ci sarà reale necessità, sarà il personale sanitario a valutare e intervenire.
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“Continuare ad allattare in gravidanza è pericoloso per il nascituro”. L’allattamento in gravidanza è una pratica sicura e priva di controindicazioni dimostrate scientificamente. La prosecuzione dell’allattamento durante la gravidanza può essere sconsigliata dai professionisti solo in alcuni casi specifici per ragioni precauzionali o per bisogni particolari.
Per concludere, tre messaggi chiave per la gravidanza…
- Il sostegno inizia prima della nascita: informazione chiara, mani esperte e una rete di aiuto fanno sentire la mamma e la famiglia pronta e capace, dal primo attacco al seno in poi.
- Correggere con delicatezza le informazioni errate: a volte una frase semplice e rispettosa può cambiare un percorso!
- Indirizzare per tempo ai servizi di sostegno: già in gravidanza è utile conoscere i consultori, i gruppi mamma-bambino e le consulenti IBCLC, se si desiderano informazioni o supporto personalizzato.
Per approfondire
- Guideline: protecting, promoting and supporting breastfeeding in facilities providing maternityand newborn services. Geneva: World Health Organization; 2017. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO.
- Kehinde J, O’Donnell C, Grealish A. The effectiveness of prenatal breastfeeding education on breastfeeding uptake postpartum: A systematic review. Midwifery. 2023 Mar;118:103579. doi: 10.1016/j.midw.2022.103579.
- López-Fernández G, Barrios M, Goberna-Tricas J, Gómez-Benito J. Breastfeeding during pregnancy: A systematic review. Women Birth. 2017 Dec;30(6):e292-e300. doi: 10.1016/j.wombi.2017.05.008. Epub 2017 Jun 19. PMID: 28642112.
- Lumbiganon P, Martis R, Laopaiboon M, Festin MR, Ho JJ, Hakimi M. Antenatal breastfeeding education for increasing breastfeeding duration. Cochrane Database Syst Rev. 2016 Dec 6;12(12):CD006425. doi: 10.1002/14651858.CD006425.pub4.
- Patnode CD, Senger CA, Coppola EL, Iacocca MO. Interventions to Support Breastfeeding: Updated Evidence Report and Systematic Review for the US Preventive Services Task Force. JAMA. 2025 May 6;333(17):1527-1537. doi: 10.1001/jama.2024.27267.
- https://www.who.int/teams/nutrition-and-food-safety/food-and-nutrition-actions-in-health-systems/ten-steps-to-successful-breastfeeding
2 ottobre 2025