INTRODUZIONE
Il suicidio si configura come un rilevante problema sanitario a livello globale, occupando la quarta posizione tra le cause di morte nei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicati nel 2020 (11). Alla luce di questa emergenza, la necessità di adottare misure preventive a livello mondiale diviene imperativa. L’OMS, riconoscendo la natura multifattoriale e complessa del fenomeno, ha delineato strategie preventive concrete per ridurre il rischio suicidario. Data la complessità del problema, coinvolgere diversi professionisti sanitari risulta fondamentale nella lotta contro il rischio di suicidio (10). All’interno delle équipe sanitarie ospedaliere e comunitarie, l’infermiere assume un ruolo cruciale nel processo assistenziale rivolto ai giovani a rischio suicidario, affrontando responsabilità di notevole portata. La relazione terapeutica instaurata tra l’infermiere e l’utente si configura come un elemento essenziale per il successo del percorso assistenziale dei pazienti con tendenze suicidarie. L’ascolto empatico, l’aiuto pratico, il sostegno emotivo e l’incoraggiamento dell’autonomia del paziente costituiscono le fondamenta per una corretta valutazione del rischio e il monitoraggio dei pazienti, elementi chiave nelle strategie preventive. Tuttavia, esistono ostacoli che impediscono agli infermieri di effettuare una stratificazione accurata del rischio, traducendosi in una sottovalutazione del problema e nell’insuccesso nell’obiettivo di ridurre la frequenza dei suicidi. Contestualmente, tali impedimenti conducono a uno stress cronico e persistente che agisce come fattore depauperante sulle risorse psicofisiche degli infermieri. Pertanto, è imperativo stabilire protocolli di screening più efficaci a livello nazionale e internazionale per identificare i pazienti a rischio e mitigare il burnout tra i professionisti della salute (3). Queste misure risultano essenziali per limitare i tassi di suicidi e contrastare la diffusione di questo preoccupante fenomeno a livello globale.
OBIETTIVO
La costruzione di una relazione terapeutica tra infermiere e paziente è essenziale per garantire cure di qualità e il benessere psicologico del paziente. Questo lavoro analizza la letteratura sul suicidio, esplorando i fattori che contribuiscono all’ideazione suicidaria e quelli protettivi. Valuta, inoltre, strategie preventive per ridurre il fenomeno, con particolare attenzione all’ottimizzazione dell’approccio infermieristico nella gestione dei giovani a rischio. L’obiettivo principale è individuare i fattori di rischio, i segnali d’allarme e le strategie preventive che permettano agli infermieri, tramite approccio integrato, di intervenire tempestivamente in situazioni di pericolo.
METODI
Nel corso di questa indagine, è stata condotta un’ampia revisione della letteratura scientifica, impiegando banche dati biomediche come PubMed. Per selezionare in modo mirato gli studi rilevanti, sono stati applicati filtri specifici e utilizzate parole chiave pertinenti. La metodologia PICO (Patient, Intervention, Comparison, Outcome) è stata adottata per formulare un quesito clinico ben definito, fornendo una solida base per l’analisi della letteratura scientifica (Tabella 1).
Tabella 1 – PICO.
P | Giovani a rischio suicidario |
I | Interventi di prevenzione, Identificazione e valutazione del rischio suicidario da parte del personale infermieristico. |
C | Nessuna comparazione |
O | Mitigare il rischio suicidario al fine di migliorare la salute mentale dei giovani in crisi |
Dopo la formulazione del quesito di ricerca, è stata eseguita una ricerca bibliografica utilizzando parole chiave specifiche, tra cui:
- “Suicide attempts” AND “warning signs” AND “adolescence”.
- “Nurse” AND “adolescent” AND “suicide risk”.
- “Suicide risk” AND “nurse” AND “adolescent” AND “prevention”.
- “Nurse” AND “suicide attempts” AND “prevention”.
La selezione degli studi è stata successivamente effettuata in base a criteri di inclusione ed esclusione, definiti nei seguenti termini (Tabella 2).
Tabella 2 – Criteri di inclusione e di esclusione.
Criteri di inclusione | Criteri di esclusione | Filtri |
Studi pertinenti all’argomento primario
Studi condotti con una metodologia di ricerca rigorosa
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Studi con full text a pagamento
Studi non ancora completati
Studi non correlati alla professione infermieristica
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Lingua inglese
Studi condotti negli ultimi 10 anni
Studi con abstract disponibile in formato full-text
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RISULTATI
La ricerca ha identificato 722 articoli, che, dopo l’applicazione dei criteri di inclusione ed esclusione, sono stati ridotti a 112. Successivamente, valutando gli abstract, il numero si è ulteriormente ridotto a 7 articoli pertinenti. Il diagramma di ricerca è presentato di seguito (Figura 1 e Tabella 3).
Figura 1 – Gli studi selezionati.
Tabella 3 – Gli studi inclusi.
Titolo e autore | Obiettivo | Tipologia | Risultati |
Instability of emotional relationships and suicide among youth: a qualitative study
Fallahi-Khoshknab Masoud, Amirian Zainab, Maddah Sadat Seyed Bagher, Khankeh Hamid Reza, Dalvandi Asghar. BMC psychiatry, 2023.
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Lo studio mira ad analizzare le motivazioni alla base dei tentativi di suicidio per avvelenamento tra i giovani adulti, con un focus specifico sulla qualità delle relazioni familiari come fattore predittivo. | Qualitative study
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I risultati indicano che l’instabilità nelle relazioni sentimentali familiari può causare situazioni di fallimento, trauma emotivo e diminuzione della resilienza. Eventi emotivamente difficili possono generare sentimenti negativi come
disgrazia, umiliazione, pesantezza e senso di inutilità, contribuendo così ad aumentare il rischio di tentativi di suicidio tra i giovani adulti. |
Classification of Adolescent Suicide Based on Student Suicide Reports Kwon Hoin, Hong Hyun Ju, Kweon Yong-Sil. Journal of the Korean Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 2020. | Lo scopo della ricerca è identificare gli elementi che possono favorire l’insorgere del comportamento suicidario negli adolescenti, fornendo un quadro dei fattori di rischio e dei segnali di allarme utili per la prevenzione, valutazione e gestione del rischio suicidario | Qualitative study | La ricerca indica che depressione, instabilità familiare, ansia, comportamenti devianti e tentativi di suicidio passati sono fattori di rischio per il suicidio negli adolescenti. Suddividendo i suicidi studenteschi in tre cluster in base a questi fattori, lo studio propone strategie di prevenzione personalizzate nelle scuole. |
Psychometric Properties of Three Measures of Protective Factors for Depression and Suicidal Behaviour Among Adolescents. Labelle Réal,Breton Jean Jacques,Berthiaume Claude,Royer Chantal,Raymond Sylvie,Cournoyer Marilou,Balan
Bogdan, Zaloum Terry,Bibaud Antoine, Gauvin Geoffrey,Janelle Alain. Canadian journal of psychiatry. Revue canadienne de psychiatrie, 2015. |
L’obiettivo è individuare, mediante l’utilizzo di scale di valutazione psicometriche, i fattori protettivi contro i comportamenti suicidi negli adolescenti, con applicazioni in vari contesti comunitari e sanitari. | Randomized study | La ricerca dimostra che gli strumenti psicometrici autosomministrati sono validi per valutare i fattori protettivi contro la depressione e il suicidio negli adolescenti. Questi risultati promuovono un nuovo approccio nella valutazione clinica degli adolescenti, dove l’identificazione dei fattori protettivi gioca un ruolo fondamentale nel loro recupero. |
Prevalence and familial predictors of suicidal behaviour among adolescents in Lithuania: a crosssectional survey 2014. Zaborskis Apolinaras, Sirvyte Dainora, Zemaitiene Nida. BMC Public Health, 2016.
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L’obiettivo della ricerca è indagare sull’ideazione e sui tentativi di suicidio, e sulla loro Relazione con diversi fattori familiari, utilizzando un campione rappresentativo di adolescenti | Cross-sectional study | Secondo i risultati della ricerca, le dinamiche di una famiglia
disfunzionale e relazioni familiari fragili sono predittori rilevanti di ideazione e tentativi di suicidio tra gli adolescenti. Pertanto, è cruciale includere le dinamiche familiari nei programmi di intervento per la prevenzione del suicidio tra gli adolescenti |
Suicide aKempts among children and adolescents: partial or total injury? Alves, Michelle Alexandra Gomes, Cadete, Matilde Meire Miranda.Ciência & Saúde Coletiva, 2015.
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Lo studio mira a valutare la competenza degli operatori sanitari del pronto soccorso nell’identificazione e traPamento degli adolescenti a rischio suicidario.
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Qualitative study | La ricerca evidenzia che medici e infermieri possono omettere dati importanti nella registrazione dei casi, influenzando negativamente la diagnosi e l’assistenza. È fondamentale che gli operatori sanitari, soprattutto in situazioni di emergenza, migliorino la loro comunicazione e disponibilità per una registrazione più completa e un’analisi accurata dei casi. |
Triple-P eParenting to Improve Awareness of Psychiatric Nurses on Preventing Cyberbullying in Adolescents. Iyus Yosep, Iqbal Pramukti,IqbalPramukti, Hana Rizmadewi, Kurniawan Kurniawan, Habsyah Saparidah Agustina, Rohman Hikmat. Healthcare, 2023. | L’ obiettivo dello studio è quello di far luce sul fenomeno del suicidio e dare una panoramica attuale dell’assistenza infermieristica ai pazienti a rischio suicidario.
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Quasi-experimental study | Dai risultati dello studio emerge che il cyberbullismo ha un effetto negativo nei bambini adolescenti esponendoli ad un disagio psicologico rilevante. I risultati evidenziano l’importanza dei programmi formativi quali focus group sul cyberbullismo, il Positive Parenting Program e l’e-parenting nell’accrescere la consapevolezza degli infermieri di salute mentale sul fenomeno, sia dal punto di vista professionale che genitoriale. Lo studio sottolinea l’importanza della formazione continua nel potenziare l’assistenza fornita dagli infermieri, attori principali nella promozione della salute. |
Understanding Emergency
Department Healthcare Professionals’ Perspectives of Caring for Individuals in Suicidal Crisis: A Qualitative Study Rheinberger Demee, Wang Jessica, McGillivray Lauren, Shand Fiona, Torok Michelle, Maple Myfanwy, Wayland Sarah. Frontiers in Psychiatry, 2022. |
Lo studio mira a investigare l’assistenza sanitaria fornita ai pazienti in crisi suicidaria nei pronto soccorso. | Qualitative Study | La ricerca indica che la valutazione dei pazienti in crisi suicidaria nei pronto soccorso spesso è incompleta a causa di diversi ostacoli. Il personale sanitario è fondamentale nell’identificare e gestire tali situazioni, ma sono necessarie competenze specifiche. Sarebbe utile implementare corsi formativi sulla comunicazione per migliorare l’assistenza in futuro |
DISCUSSIONE
Il lavoro sugli articoli inclusi in questa analisi offre una panoramica dello stato attuale della ricerca riguardante il fenomeno del suicidio tra i giovani. L’approfondimento si focalizza su aspetti importanti come i fattori che influenzano il benessere psicofisico dei giovani, gli indicatori utilizzati per valutare il rischio di suicidio e le strategie per migliorare le pratiche infermieristiche, sia in ambito ospedaliero, inclusi i servizi di salute mentale, che a livello comunitario. I risultati forniscono una comprensione più dettagliata del fenomeno suicidario, evidenziando il ruolo significativo dell’infermiere, all’interno dell’equipe multidisciplinare, nell’assistenza agli adolescenti a rischio di suicidio per garantire un approccio completo ed efficace nella prevenzione del suicidio. Le informazioni raccolte possono indirizzare verso interventi specifici per la prevenzione di questo fenomeno e la riduzione della mortalità tra i giovani. Nel primo studio condotto da Fallahi-Khoshknab et al, esamina il rapporto tra relazioni interpersonali difficili e il rischio di autolesionismo e suicidio, coinvolgendo 18 partecipanti che hanno tentato il suicidio tramite avvelenamento. I risultati sottolineano l’importanza delle dinamiche familiari e delle relazioni instabili nel favorire l’ideazione e il compimento del suicidio. Questa ricerca fornisce informazioni preziose per la prevenzione del suicidio, evidenziando la necessità di interventi basati sul supporto sociale. Una migliore comprensione di tali dinamiche permette agli operatori sanitari di offrire un aiuto più mirato, contribuendo al miglioramento del benessere delle persone vulnerabili.
Nel secondo studio condotto da Kwon et al, si identificano i fattori di rischio del suicidio adolescenziale per sviluppare strategie di prevenzione. Attraverso l’analisi di 173 segnalazioni di suicidio studentesco, vengono esaminati sei fattori, risultando in tre cluster distinti. Si evidenzia che il suicidio adolescenziale è complesso e coinvolge anche studenti con bassi fattori di rischio. Comprendere questa complessità aiuta educatori e operatori sanitari a fornire un supporto mirato per ridurre il rischio di suicidio e promuovere il benessere mentale degli adolescenti.
Nel terzo studio condotto da Labelle et al., si valuta l’efficacia di diversi screening psicometrici nella valutazione dei fattori protettivi contro depressione e comportamento suicidario tra adolescenti. I risultati indicano che gli adolescenti in cura psichiatrica mostrano meno strategie di coping, meno speranza per il futuro e sintomi più gravi di depressione e disperazione rispetto a quelli della comunità. Ciò suggerisce una differenza significativa tra questi due gruppi sia nei sintomi psicologici che nelle risorse di adattamento.
Nel quarto studio condotto da Zaborskis et al., si esamina l’associazione tra ideazione suicidaria e il funzionamento familiare tra gli adolescenti. Utilizzando il questionario HBSC, sono stati intervistati 3572 studenti anonimi. I risultati indicano che l’ideazione suicidaria è correlata a scarsa soddisfazione nelle relazioni familiari, mancanza di supporto emotivo e sostegno legato alla scuola da parte dei genitori, e stili genitoriali autoritari o permissivi. Inoltre, una buona genitorialità emerge come fattore protettivo. Questo evidenzia l’importanza di considerare le dinamiche familiari nei programmi di prevenzione del suicidio tra gli adolescenti.
Nel quinto studio condotto da Alves et al., viene valutata l’efficacia dell’assistenza fornita agli adolescenti che hanno tentato il suicidio nei pronto soccorso. Dai dati di 136 casi, nessuno è stato correttamente registrato come tentato suicidio secondo la classificazione ICD. Questa mancanza di registrazione compromette l’accesso a cure specializzate in salute mentale, rendendo l’assistenza inefficace. Difetti nella diagnosi e barriere culturali contribuiscono alla sottovalutazione del problema da parte degli operatori sanitari, limitando la capacità di prevenire il rischio suicidario.
Nel sesto studio condotto da Yosep et al., esamina il cyberbullismo nei bambini e adolescenti, riconoscendo il suo impatto negativo sul benessere emotivo e psicologico. Concentrandosi su infermieri psichiatrici con ruoli sia professionali che genitoriali, lo studio valuta l’efficacia di interventi formativi come i focus group sul cyberbullismo, il Positive Parenting Program (Triple-P) e l’e-parenting. I risultati indicano un miglioramento della conoscenza degli infermieri sui temi del cyberbullismo e degli interventi genitoriali e professionali dopo la partecipazione agli interventi formativi. Questo studio evidenzia il ruolo cruciale degli infermieri come promotori della salute mentale e sottolinea l’importanza della formazione continua per migliorare la loro assistenza agli adolescenti vittime di cyberbullismo.
Nel settimo studio condottoda Rheinberger et al., viene comparata l’assistenza fornita agli operatori sanitari del pronto soccorso in pazienti con crisi suicidaria. Si evidenziano problematiche quali il contesto caotico e la mancanza di privacy, che ostacolano la comunicazione sui temi delicati con i pazienti. La mancanza di tempo e il burnout del personale compromettono ulteriormente la valutazione del rischio e l’assistenza. L’implementazione di protocolli condivisi e la formazione mirata possono contribuire a migliorare la gestione delle situazioni difficili e l’assistenza fornita ai pazienti in crisi.
CONCLUSIONI
Il suicidio è un problema complesso, comprendere i fattori di rischio e riconoscere segnali di allarme sono fondamentali per la prevenzione. Oltre alle cure fisiche, i sanitari devono riconoscere l’importanza della relazione terapeutica nel supporto dei pazienti con comportamenti suicidari, promuovendo la consapevolezza e abbattendo i tabù associati al suicidio.
I vari fattori di rischio emersi dall’analisi svolta, come l’instabilità familiare, la depressione e l’ansia, richiedono interventi mirati che tengano conto non solo degli aspetti clinici ma anche delle dinamiche relazionali e sociali che coinvolgono i giovani. È evidente che una maggiore attenzione alle famiglie e alla loro influenza sul benessere psicologico degli adolescenti potrebbe contribuire significativamente alla prevenzione di comportamenti suicidari (4).
La comunicazione e la formazione (8) risultano pertanto aspetti cruciali, soprattutto nei contesti di emergenza, dove una risposta adeguata può fare la differenza tra la vita e la morte.
Infine, emerge la necessità di un’attenzione particolare a fenomeni come il cyberbullismo (12), che possono aggravare il disagio psicologico nei giovani, richiedendo programmi di sensibilizzazione e formazione specifici per tutti gli attori coinvolti. In sintesi, la complessità del fenomeno del suicidio tra gli adolescenti richiede interventi coordinati e un’attenzione continua all’evoluzione delle dinamiche sociali e familiari, oltre che alla formazione dei professionisti coinvolti.
Conflitto di interessi
Si dichiara l’assenza di conflitto di interessi. Tutti gli autori dichiarano di aver contribuito alla realizzazione del manoscritto e ne approvano la pubblicazione.
Finanziamenti
Gli autori dichiarano di non aver ottenuto alcun finanziamento e che lo studio non ha alcuno sponsor economico.