I colori di Angela


Angela arriva in hospice, per lei sono previste cure simultanee allo scopo di controllare i sintomi e darle la possibilità di continuare il trattamento con chemioterapia.
Dal suo arrivo i giorni hanno preso a scorrere tra alti e bassi, ma sempre con il proposito di non distogliere lo sguardo dall’obiettivo e approdare al trattamento successivo.
La speranza caricava i giorni che si susseguivano, alimentata in particolare dalle cure amorevoli dei suoi cari e dal conforto che dimostrava di ricevere da noi operatori. È però un equilibrio mantenuto a fatica: tutti impegnati a mitigare le sue ansie ed esorcizzare le inquietanti paure che non di rado hanno preso il sopravvento, relegando ai margini il nostro supporto, la nostra prossimità al dramma che le era toccato. Ѐ un equilibrio fragile chiamato a superare prove su prove e che si infrange alla prova ennesima: la somministrazione della chemioterapia è rinviata di una settimana!
Angela deve trovare un nuovo punto di equilibrio e noi con lei. Occorre, mi dico, una occupazione che la traghetti idealmente al giorno del trattamento, senza subire il peso dei lunghi, incerti e pesanti giorni che l’attendono. Ho meditato, ho atteso idee migliori, infine ho agito poiché il tempo va speso immediatamente. Il tempo di relazione è tempo di cura, la mia vicinanza e le mie parole hanno favorito un’alleanza caratterizzata da fiducia ed empatia, questo mi ha permesso di veicolare il suo pensiero depresso e scoraggiato su un’attività di per sé semplice, ma lenta e dall’effetto calmante: colorare dei mandala, uno al giorno fino alla data della seduta di chemio.
Angela accetta la mia proposta e le consegno il materiale necessario. Nonostante le variabili condizioni fisiche e mentali che attraversa, Angela si dedica con costanza a questa attività; è bella da guardare e i suoi lavori meritano visibilità e cura. Di giorno in giorno la stanza diventa una galleria d’arte e racconta, con l’apporto di parole e di sue personali rielaborazioni, la sua storia di vita dipanata sul muro.

Paolo, suo marito, è una presenza capace di straordinaria tenerezza e accoglienza indispensabile ad Angela per tenersi viva e lasciarsi curare. Le tracce lasciate, i colori impiegati, il tempo dedicato, assurgono a un dono reciproco e impagabile al quale attingere per ricordare e tornare ad essere. Medicamenti per l’anima quando questa s’incupisce. Commozione nel tornare lì, ai momenti più intensi e veri che si è vissuto.

Oggi il libretto pieghevole tra le mani di Paolo è un oggetto pregno di Angela, una sintesi densa di tempo offerto alla cura per risponde appieno all’esigenza di curare nonostante tutto. Una cura che non ha limiti; creativa, flessibile, attenta e capace di sconfinare: il vassoio contiene pillole, ma anche pastelli colorati, sorrisi e carezze.

7 giugno 2024

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