La “fatica” del caregiver


Dopo più di 20 giorni di ospedale e durante il cambio della mamma mi godo i raggi che entrano dalla finestra di un corridoio e apprezzo il fatto di capire che siamo di giorno e oggi c’é il sole.
Dopo più di 20 giorni di ospedale non ricordo bene che giorno della settimana è, figuriamoci numerico e le festività.
Sono più di 20 giorni che faccio quasi h 24 se non per le ore la sera in cui mio padre viene a trovare mia madre e io posso recarmi alla La ” Casa di Fausta ” per lavarmi, riposarmi e mangiare qualcosa, oppure a sere alterne fa mio padre la notte completa per permettermi di dormire su un letto e non una poltrona.

Sono più di 20 giorni in cui la colazione e il pranzo si sono fusi insieme, creando anche abbinamenti insoliti, perché tutto il tempo che ho voglio che sia dedicato alla mamma e a starle accanto. Per cui colgo il momento in cui la cambiano per mangiare.
Sono più di 20 giorni in cui non riesco praticamente a lavorare e per fortuna, per ora, ho dall’altra parte persone che capiscono.

Vi rassicuro dicendovi che sono in contatto con il mio medico e che ho fatto proprio ieri gli esami del sangue per controllare che il mio corpo stesse reggendo bene e sta reggendo bene. Perché il rischio di entrare con un malato e uscirne con due è reale se io non mi tengo dietro.

Lo sforzo fisico è relativo, sono più i crampi alle gambe che sistemi a colpi di magnesio e potassio, mentre è lo sforzo mentale quello che fa da padrone.
Riuscire a rimanere dentro i reparti tutto il giorno (ma in fondo io potrei andarmene ma la persona a cui teniamo non può andarsene) perché la croce portata in due è meno pesante, per sostenere psicologicamente o in termini scientifici per migliorare e velocizzare l’outcome del paziente.
Ebbene non è semplicissimo. Vivi un ricovero indiretto come se fosse diretto.
Vivi i reparti, vivi le sue sofferenze, i suoi sforzi e le sue riprese un poco come fossero tue.

Non capisci più quando è giorno e quando è notte, ma va bene così perché lei sta passando molto di peggio.
Però è bello quando esci un attimo, vedere il cielo azzurro e i raggi del sole che entrano.
Fa strano vedere quanto fuori la vita sia normale e vada veloce, mentre dentro la stanza sembra tutto congelato, o meglio, sembra che il tempo vada a rallentatore.

8 maggio 2024

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