La mia storia con il tumore


Sono stato operato a febbraio di quest’anno di tumore alla prostata.
Non è stata e non è tuttora una cosa semplice, ma forse la mia autodifesa è quella di non pensarci più di tanto, oserei dire di essere quasi superficiale.
I controlli ai quali devo attenermi sono i mezzi per verificare se la “brutta bestia” è ancora in me.

Togliendomi la prostata mi hanno tolto tutto: il mio sentirmi “uomo” in primo luogo.
Mi sono ritrovato con problemi di impotenza, qualche volta incontinenza ed il pensiero di non essere più quello che ero prima interferisce col mio comportamento quotidiano. All’apparenza sembro sereno e controllato mentre in verità è una continua sofferenza nel mettere a confronto quello che ero prima con quello che sono adesso.
Ripenso quasi ossessivamente alle occasioni perse con mia moglie per motivi magari di orgoglio, per non cedere ed ammettere di aver sbagliato qualcosa; occasioni che mi avrebbero portato a raggiungere un piacere che adesso mi è stato negato per sempre.

E ancora, se pur riuscissi a dimenticare il tempo perso precedentemente, quanto tempo mi rimarrà per poter vivere decorosamente quello che mi resta?

Dovrei precisare che prima che mi annunciassero il tumore alla prostata, ero già in uno stato di pre-allerta a causa delle diverse patologie che ho ereditato dai miei genitori, quali il diabete, la cardiopatia ed un solo rene funzionante.
Mi aspettavo problemi per insufficienza renale, cosa ancora che temo attualmente, invece il 23 dicembre dello scorso anno in pieno clima natalizio, il mio ottimo urologo mi ha annunciato che dagli esami fatti ero affetto da tumore alla prostata e che avrei dovuto operarmi a breve: massimo entro tre mesi.

Così è iniziata una corsa estenuante per cercare di ottenere date di esami che potessero essere “veloci” per poter preparare l’intervento (scintigrafia ossea, eco addome completo, biopsia e altri accertamenti ancora) che è stato effettuato poi il 21 febbraio di quest’anno.

L’intervento pare sia andato bene, mentre per le conseguenze già descritte in precedenza ne avrei veramente fatto a meno. Ma ci sono persone che sono state meno fortunate di me, perché lamentarsi?

Da un paio d’anni sono volontario al SOS, servizi sanitari semplici; porto bambini con vari problemi a scuole dedicate a loro e pazienti che si devono recare in ospedale per esami, interventi, controlli ecc. Devo dire che da quando ho ripreso il servizio dopo l’intervento, mi capita di rendermi conto di avere più passione per questi “trasporti”, mi capita di essere di supporto alle persone bisognose molto più di prima, come se adesso fossi a conoscenza del valore del dolore e della preoccupazione che prova un malato diretto in ospedale.

Vuol dire forse che il tumore mi ha aperto gli occhi di fronte alla sofferenza di altri?
Non saprei, forse è una reazione ”normale” che si ha quando frequenti gente con queste problematiche più volte alla settimana.
Oppure quello che sto attualmente vivendo è un periodo ibrido in attesa di verificare che il tumore non si ripresenterà più?

La morte non mi fa paura, la Fede mi dice che poi ci sarà una vita migliore; la paura è per la sofferenza che potrebbe anticipare il passo finale.

Con tutte le patologie che mi ritrovo a volte cerco di immaginare quale fine mi stia meglio, ma difficilmente riesco a trovare qualche situazione che mi piaccia.
Cerco di trovare la forza per continuare giorno per giorno attraverso la famiglia e gli amici che mi sostengono e mi vogliono bene, a loro va la mia gratitudine per quello che fanno.

Un pensiero certamente va a quanti, come me, hanno subito o sono in procinto di subire lo stesso intervento. A loro dico che dobbiamo pensare al Dono della Vita che abbiamo ricevuto e che ogni giorno che passa è una grande rivincita sul maledetto tumore che ci ha rovinato l’esistenza.

1 settembre 2023

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