Una telefonata ti resetta e alla fine ti migliora la vita


Ero appena sedicenne e mi piaceva sentirmi impegnato: studiavo e svolgevo piccoli lavori, poi per 3 anni in una casa di riposo come O.S.S., infine nel 2007 infermiere presso l’ospedale San Matteo di Pavia.
La vita ti riserva momenti belli e spesso li alterna a momenti di sofferenza. I primi si dimenticano facilmente i secondi ti lasciano un segno e li ricordi.
Non posso dimenticare il 15 settembre del 2020, erano le 21,49 sdraiato sul letto a guardare la televisione con accanto mia figlia e mia moglie quando all’improvviso squilla il telefono. “Monte“? “Sì, dimmi sono io “, riprese… “mi dispiace dirtelo, ma sei positivo al covid“. Seguì un “no” strozzato in gola e subito due lacrime hanno solcato il mio viso e poi altre ancora. Credetemi, mi è crollato il mondo addosso: io, una roccia, un leone ferito dentro, ero positivo alla grande bestia invisibile che circolava. Sono passati 25 giorni intensi, con sintomi lievi, 25 giorni di pensieri e riflessioni, giorni lunghi e per un certo senso tristi durante i quali sono state stravolte non solo la mia ma la vita e le relazioni delle persone più care conviventi con me. Ed eccomi qui dopo tre mesi e mezzo dalla guarigione. Ho ripreso subito a lavorare in rianimazione covid al San Matteo: per svolgere il mio lavoro, con passione, impegno e professionalità e principalmente con amore. Quel covid ha vinto una prima battaglia ma ha perso la guerra e come bottino di vittoria mi sono portato dietro il beneficio di una iperimmunità.

Sono 3 mesi che mi trovo a curare, aiutare, donare me stesso ai miei pazienti. Questa iperimmunità mi permette di donare plasma contro il covid-19, una cura in più per aiutare persone che ne hanno bisogno. Così ben volentieri ogni 15-20 giorni, secondo la disponibilità, dono il plasma e sono arrivato già alla quinta donazione. 600 Ml di Plasma donato sono sufficienti a preparare 3 sacche per le persone malate. Donare è per me un gesto d’amore, verso il prossimo bisognoso: a vedere poi questo dono che viene usato per le persone che migliorano le loro condizioni di salute mi sento contento e gratificato.
Sì, è una reale situazione di concreto bisogno. Conoscete la PCR? È un indice infiammatorio che nei pazienti con covid+ è molto alto, nella buona parte dei casi, dopo la somministrazione di plasma questa proteina si abbassa notevolmente permettendo all’organismo un miglioramento clinico e grazie a tutte le altre tecniche messe in atto aiuta il processo di guarigione. Questo mi fa sentire veramente utile, mi ha migliorato.
Curo i pazienti del mio reparto con una equipe medica ed infermieristica di alto livello e con il mio plasma riesco a dare uno strumento in più e contribuisco alla cura di tanti. Mentre sto scrivendo sono in attesa dell’esito della ultima valutazione anticorpale, che potrebbe arrivare già domani mattina, se sarà a buon livello in settimana si dona ancora.
È importante per me ma soprattutto lo è per i miei ammalati, fare ciò che reputo giusto come persona umana e come infermiere: collaborare per rendere questa umanità più umana e quindi migliore.

12 febbraio 2021

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