Mi sono riappropriato dei gesti di affetto che mi nutrono, la rinascita


Trieste, 12 giugno 2020
L’infermiere dal “naso rosso” è ancora vivo e vegeto, continua sempre a combattere questa “Guerra virale” con il tampone naso-faringeo negativo e la sierologia negativa verso il Covid 19.
Che dire, nonostante i continui rischi di esposizione e contagio durante la fase dell’emergenza, non ho ancora avuto il piacere e l’onore di trovarmi faccia a faccia davanti al nemico (a meno che non l’abbia contratto in forma lieve senza sviluppare anticorpi d’immunità). Chi lo sa come sono andate le cose? I fatti e l’evolversi di questa pandemia mi daranno le risposte che cerco?
Posso almeno ritenermi fortunato: a differenza di tanti miei colleghi che purtroppo si sono ammalati e hanno passato quarantene di quasi due mesi a domicilio, io sono rimasto in salute e ho continuato a dare il mio contributo nella cura dei pazienti presso il mio reparto.
Per ora le cose stanno un pò migliorando: a Trieste è stato chiuso il reparto Covid, casi ormai per fortuna ce ne sono rimasti pochi e siamo più liberi di poter uscire e vedere i nostri cari e amici.
Essermi riappropriato in parte della mia libertà e dei gesti d’affetto che mi nutrono mi da una lieve serenità, anche se ho accumulato una forte stanchezza a causa delle ore di sonno perse e dello stress che mi sono portato dietro per molto tempo… avrei bisogno di due mesi di ferie solo per riprendermi (ma è impossibile)!
Ricordo una mia riflessione espressa in reparto durante il turno lavorativo di notte tra Pasqua e Pasquetta, momento per me ancora triste in cui eravamo ancora tutti chiusi in casa. La mia mente mi portò a pensare questo: “Le difficoltà sono il mezzo attraverso il quale la vita ci dona l’opportunità per abbandonare paure, idee limitanti e debolezze. Sono un modo per forgiarci, per renderci migliori, più consapevoli. Ognuno di noi verrà messo di fronte alle sue paure e ai suoi limiti solo per poterli superare!” Dal mio punto di vista è così: ognuno di noi in questa emergenza si è trovato davanti alle sue paure e difficoltà (economiche, lavorative, sociali, affettive, salute ecc.).
Non è stato sicuramente facile affrontare momenti di panico, rabbia e sconforto a cui tutti siamo esposti ma forse ci hanno aiutato a diventare più forti per poterli dominare. Non so se può essere una considerazione positiva o negativa, ma questo virus mi ha insegnato che purtroppo bisogna imparare a uscire da questa situazione solo esclusivamente con le proprie forze senza poter contare sull’aiuto degli altri, non perché gli altri sono insensibili o non ci capiscono, ma perché sono tutti presi dai propri problemi che questo momento negativo ci ha portato, in una società dove non è ancora possibile darsi un abbraccio o una stretta di mano per supportarci reciprocamente.
Sono contento che le persone a me care stiano bene e per fortuna il mio reparto è rimasto “pulito” senza aver avuto casi di persone infette; inoltre sono diventato il “mago dei tamponi” e quando sono in servizio continuo a vestirmi come un “pirata”: mi sembra di essere Johnny Depp nelle vesti del capitano “Jack Sparrow” della saga cinematografica dei “Pirati dei Caraibi”.
Non si sa ancora per quanto tempo bisognerà andare avanti ad indossare al bisogno mascherine di protezione e a mantenere il distanziamento sociale. Speriamo che le restrizioni vengano allentate sempre di più e che il periodo estivo ci regali un pò di tranquillità in previsione dell’autunno in cui è forse prevista un’altra ondata di contagio: speriamo non succeda. Pe quanto riguarda il lockdown penso ne abbiamo avuto tutti abbastanza e non sarebbe proprio il caso di tornare a quella fase!

Per quanto possibile, anche se stanco, continuo ancora ad essere positivo, non mi perdo d’animo e cerco di sorridere con gli occhi (in quanto la mascherina continua ancora a nascondermi il viso). La frase positiva “Andrà tutto bene” che tutti dicevano, scrivevano, disegnavano tra mille arcobaleni colorati e appendevano sui cornicioni dei propri balconi per me ora è di relativa importanza; non perché non ci voglio più credere che andrà tutto bene o perché non voglio essere ottimista (anzi devo esserlo per continuare ad affrontare al meglio la mia “missione”), però in questo momento preferisco vivere alla giornata senza troppo pensare a cosa succederà, sperando di continuare a stare bene e soprattutto che la seconda parte di questo 2020 ci riporti gradualmente verso la normalità.
Soltanto il tempo ci farà vedere come si evolveranno gli eventi: possiamo stare tranquilli che non ci verranno mai a dire se il Coronavirus è nato in natura o in laboratorio, speriamo almeno si trovi una cura o un vaccino adatto per cancellarlo definitivamente dalla faccia della Terra. Sicuramente questo anno resterà nei libri di storia, probabilmente saranno prodotti anche film che testimonieranno quanto questo piaga abbia causato morte e messo a tappeto l’intera economia mondiale.
Perciò adesso la mia frase d’incoraggiamento non è andrà tutto bene, ma bensì andrà… e basta!
Nell’attesa manteniamo i nervi saldi e non smettiamo mai di lottare, soprattutto in questa fase della rinascita in cui la situazione sembra essersi stabilizzata ma non ancora del tutto risolta. Di una cosa sono sempre pienamente sicuro: noi siamo più forti del virus maledetto e continueremo sempre ad esserlo!

21 giugno 2020

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