EDUVAC: Educare alla competenza vaccinale. Un progetto Europeo per gli studenti delle lauree sanitarie


Documenti


INQUADRAMENTO
La vaccinazione risulta essere uno degli strumenti più efficaci della prevenzione in salute pubblica. Grazie ad essa, nel mondo si stima una riduzione di 2.5 milioni di morti l’anno per patologie trasmissibili (European Commission, 2019). Vaccinarsi è fondamentale, soprattutto in età pediatrica: maggiore è il numero di bambini vaccinati, minori saranno le possibilità di contagio anche per i soggetti che, per specifiche condizioni cliniche, non possono usufruire della copertura vaccinale. Promuovere e sostenere la vaccinazione è l’obiettivo principale del primo vertice mondiale specifico della Comunità Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Salute (Global Vaccination Summit, Bruxelles, 2019).
Maggiore è il numero di persone vaccinate, minore risulta il rischio dl contagio dell’intera popolazione, evitando così la diffusione della malattia con quella che viene definita immunità di gregge. Sulla base di tale principio, se il numero di soggetti vaccinati è alto (95%), l’agente infettivo non dispone di risorse sufficienti per riprodursi e anche chi non può vaccinarsi beneficia della protezione contro specifiche patologie. Questo elemento risulta particolarmente importante se si considera che esistono soggetti dotati di un patrimonio immunitario più debole, dunque più esposti al rischio di contrarre un’infezione (neonati, bambini, soggetti immunodepressi).
Restando in tema di fasce deboli, nei migranti i tassi di immunizzazione risultano di gran lunga inferiori rispetto alla popolazione autoctona (Pottie et al., 2017). Studi riportano che i bambini, con almeno un genitore di origine straniera, hanno il 25% di possibilità in meno di essere vaccinati (Cofie et al., 2018). Una della cause di tale ridotta responsività alle campagne vaccinali è la mancanza di specifici programmi di vaccinazione nel paese di origine (Mipatrini et al., 2017), oltre alla mancanza di una documentazione di riferimento (Pavlopoulou et al., 2017) e di conoscenze specifiche (Ashing et al., 2017).
Elemento cardine, su cui occorre continuare a lavorare, risultano le competenze necessarie a garantire la copertura vaccinale che riguardano il sapere dell’operatore, il saper essere, le specifiche procedure (saper fare), la promozione delle vaccinazioni nel medio e lungo termine (Nikula et a., 2009). Molti degli studi presenti in letteratura suggeriscono la necessità di migliorare la copertura vaccinale, favorendo l’accesso ai programmi di immunizzazione (Aldaz et al., 2018; Cofie et al., 2018; Dalla Zuanna et al., 2018). In tale intento e nella gestione delle barriere sopra menzionate, i professionisti della salute ricoprono un ruolo fondamentale (Godoy et al., 2019), dunque occorre siano adeguatamente preparati.

IL PROGETTO EUROPEO EDUVAC
I corsi di Laurea in Infermieristica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, insieme ai corsi di Infermieristica e Salute Pubblica della Metropolia University of Applied Sciences (Helsinki, FI), Trnavskà Univerzita (Trnave, SK), Universitat de Vic (Barcellona, ES) e University of West Attica (Atene, GR), partner coordinatore, stanno lavorando al progetto Educating Vaccination Competence (EDUVAC) finanziato dalla Comunità Europea.
L’obiettivo generale del progetto è la promozione della salute nei paesi partner, attraverso il sostegno della vaccinazione come strategia di prevenzione per l’incremento della copertura vaccinale. Gli obiettivi specifici sono: 1) lo sviluppo di un corso di assistenza vaccinale che incrementi conoscenze, abilità e attitudini degli studenti di Infermieristica e di Scienze della Salute; 2) il miglioramento delle competenze vaccinali degli studenti; 3) il miglioramento dei processi di internazionalizzazione delle sedi partner con l’incremento degli scambi di studenti e docenti; 4) il miglioramento del livello della lingua inglese dei partecipanti.
Il progetto, della durata di tre anni, prevede la realizzazione di un corso online in lingua inglese, relativo alle vaccinazioni, supportato dalla piattaforma Moodle per la formazione a distanza. Prevede, inoltre, la predisposizione di materiale di apprendimento relativo alle vaccinazioni e la realizzazione di due programmi intensivi, della durata di una settimana, che coinvolgono gli studenti delle sedi partner. Tutte le attività didattiche prevedono l’acquisizione di crediti formativi universitari e sono valutate con strumenti di tipo qualitativo (focus group) e quantitativo (questionari di soddisfazione e di valutazione dei contenuti di apprendimento con somministrazione pre-post).
Al termine del primo anno di lavoro è stata realizzata la prima versione della piattaforma e-learning nella quale sono previsti sei moduli in lingua inglese: 1) Introduzione alla vaccinazione; 2) Procedure; 3) Il counseling della persona; 4) Il contesto vaccinale della popolazione migrante; 5) Le vaccinazioni del viaggiatore; 6) Analisi e gestione dei gruppi no-vax.
Il primo corso on-line, con un totale stimato di circa settantacinque ore, si è concluso a giugno 2019. L’analisi delle valutazioni dei partecipanti ha portato alla revisione della piattaforma per il secondo corso, attualmente in utilizzo.
Per quanto riguarda i corsi intensivi, il primo già realizzato è stato ospitato presso la Metropolia University di Helsinki (Finlandia), lo scorso Maggio (2019). Hanno complessivamente partecipato trentacinque studenti delle sedi partner e undici docenti. Il programma, articolato in cinque giornate di lavoro per un totale di trentacinque ore, ha ripercorso i contenuti della piattaforma online, fatta eccezione per i moduli introduttivi (1/Introduzione alla vaccinazione e 2/Procedure) che sono stati consegnati agli studenti come materiale da studiare in preparazione teorica al corso stesso (pre-assignement). Altro pre-assignement richiesto agli studenti è stato la presentazione del contesto vaccinale del proprio paese, con dati epidemiologici, calendari vaccinali e obbligatorietà dei vaccini. Nella prima giornata, inoltre, sono state messe in atto strategie di creazione del gruppo di lavoro, considerando non solo le differenze legate alla cultura di appartenenza e ai contesti di salute dei paesi partner, ma soprattutto la condivisione di obiettivi comuni.
Il corso ha lavorato sui moduli, precedentemente indicati, utilizzando diverse strategie didattiche: lezioni frontali, lavori di gruppo, analisi di articoli scientifici, visite a servizi di salute in carico della copertura vaccinale della popolazione, utilizzo di filmati e coinvolgimento degli studenti nella realizzazione degli stessi. È importante specificare che i gruppi di lavoro sono sempre stati multi-culturali, al fine di garantire il confronto tra i diversi contesti europei e l’esclusivo utilizzo della lingua inglese, sia nella relazione discente-docente, sia nel confronto tra pari.
Oltre all’analisi quantitativa del livello di soddisfazione dell’intervento formativo/esperienza, al termine del corso intensivo sono stati progettati due momenti di focus group con gli studenti. Il primo gruppo di focus è stato condotto nella sede ospitante, a conclusione delle giornate di lavoro. Sono stati completati quattro diversi focus a gruppi multi-culturali, con circa otto partecipanti ciascuno, condotti da un docente con il supporto di un osservatore.
Il secondo gruppo di focus è stato fatto nelle singole sedi partner, per valutazione dell’impatto a distanza di sei mesi dal programma intensivo.
Le domande guida hanno indagato: la motivazione alla partecipazione al corso; gli elementi maggiormente apprezzati o criticati; gli elementi di cambiamento relativamente alle conoscenze, alla crescita personale e all’esperienza interculturale; l’influenza dell’esperienza a distanza di sei mesi, sia sul contesto professionale, sia individualmente.

RISULTATI
Ai cinque focus organizzati a distanza di sei mesi dal corso intensivo hanno partecipato trentadue studenti in totale, nelle rispettive sedi di studio.
In linea di massima molte aree confermano i risultati dei focus precedenti, anche se emerge maggiormente un’importante sottolineatura degli elementi positivi dell’esperienza.
Partendo dalla motivazione sottesa alla partecipazione al progetto, l’acquisizione delle conoscenze sul contesto vaccinale con un approccio internazionale, resta elemento comune a tutti i gruppi, così come il desiderio di confrontarsi con altri paesi/culture e di migliorare la lingua inglese.
In coerenza con tali aspettative, l’incontro e il confronto con persone provenienti da altri paesi e l’acquisizione di competenze specifiche risultano gli elementi maggiormente apprezzati. Gli studenti greci fanno particolare riferimento al coinvolgimento nei lavori in gruppo multiculturale in cui la messa in gioco e la creatività del gruppo è risultata un aspetto importante. Gli studenti spagnoli sottolineano l’importanza dell’esperienza in quanto tale e l’acquisizione di competenze che arricchiscono il curriculum vitae.
Il poco tempo a disposizione rispetto alla vastità dell’argomento è l’elemento critico condiviso da tutti i gruppi, insieme alla richiesta di uno spazio dedicato alla sperimentazione delle abilità tecniche. Inoltre, due diversi gruppi di studenti avrebbero voluto si trattassero situazioni cliniche specifici (Slovacchia) o che si approfondisse la controversa questione dei gruppi no-vax (Italia).
Le nuove conoscenze riportate fanno, soprattutto, riferimento alla gestione del contesto vaccinale nei paesi partner e alle linee guida internazionali. L’aspetto relazionale-educativo, in particolare sulla gestione delle resistenze alla vaccinazione, è l’altro elemento riportato da tutti i gruppi. Da un focus (Italia) emerge l’importanza della vaccinazione e l’influenza del sistema mediatico su quanto relativo alla salute.
Relativamente alla percepita crescita personale, da tutti i gruppi emerge la capacità di lavorare in gruppi multiculturali e multidisciplinari, con un miglioramento delle abilità relazionali in una lingua diversa da quella madre. Da un gruppo emerge l’esperienza del viaggio come acquisizione di nuove autonomie (Spagna).
La percezione dell’impatto dell’esperienza, a distanza di tempo, trova riscontro positivo: tutti i gruppi riportano di aver acquisito conoscenze che vengono applicate alla pratica assistenziale e che sono a conoscenza di fonti attendibili e aggiornate dalle quali reperire ulteriori informazioni/aggiornamenti, basati su dati di evidenza scientifica. Oltre a questo, sempre molto rilevante risulta il miglioramento della lingua inglese e l’esperienza internazionale, in termini di cooperazione/scambio costruttivo tra persone, realtà e culture diverse. Da un focus emerge l’acquisizione di modi diversi di assolvere ai compiti/svolgere attività, lavorando in modo appropriato (In these five days we did learn different ways for doing tasks and working properly).
Un ultimo elemento riportato è il riconoscimento dell’importanza della vaccinazione come strategia preventiva; a tal proposito, un gruppo riporta una positiva nuova consapevolezza di quanto le professioni della salute possano fare la differenza per la comunità di riferimento (How much, has a health professional, I can make the difference for the entire society).

CONCLUSIONI
Anche se la scarsa valutazione degli interventi educativi è un problema spesso evidenziato dalla letteratura, questa risulta fondamentale, sia in riferimento al possibile cambiamento legato all’acquisizione di nuove competenze, sia nella successiva applicazione di tali competenze (Giovannini & Rosa, 2012). Valutare un intervento educativo risulta, dunque, un elemento necessario che entra a far parte del processo educativo stesso.
Grazie a tale valutazione, il progetto EDUVAC conferma il raggiungimento di tutti gli obiettivi preposti, dimostrando la sua rilevanza, sia in termini di acquisizione di nuove conoscenze e competenze, sia in termini di crescita personale e professionale. Esemplificativa è la riflessione riportata da un gruppo di studenti: “Al termine del percorso abbiamo acquisito conoscenze sull’immunizzazione e sulle ragioni che rendono i vaccini importanti per l’intera popolazione. Dall’altro lato, abbiamo anche conosciuto nuovi amici provenienti da diversi paesi, con i quali restiamo in contatto e ci scambiamo informazioni, non solo sulle vaccinazioni, ma anche sul contesto salute in generale” (We finally know about collective immunity and about the reasons why vaccination is good for human population. On the other side, we made good friends from different countries, we chat with them, we share the latest information about health, not only about vaccination).

Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili al sito: http://www.eduvac.eu.

Conflitto di interessi
Si dichiara l’assenza di conflitto di interessi.

Finanziamenti
Il progetto Eduvac è stato finanziato dalla Comunità Europea (Erasmus Plus, Parternariati Strategici/ Erasmus+ 2018‐1‐EL01‐KA203-047691).

STAMPA L'ARTICOLO

Bibliografia

– Aldaz Herce P, Gómez Marco JJ, Javierre Miranda AP, Martín Martín S, Sánchez Hernández C, Schwarz Chavarri G, et al. (2018) Inappropriate actions in adult vaccination. Aten Primaria, 50 Suppl 2, 80-85.
– Ashing KT, Carrington A, Ragin C, Roach V. (2017) Examining HPV- and HPV vaccine-related cognitions and acceptability among US-born and immigrant Hispanics and US-born and immigrant non-Hispanic Blacks: a preliminary catchment area study. Cancer Causes & Control, 28, 11, 1341–1347.
– Cofie LE, Hirth JM, Guo F, Berenson AB, Markides K, Wong R. (2018) HPV Vaccination Among Foreign-Born Women: Examining the National Health Interview Survey 2013-2015. Am J Prev Med, 54(1), 20-27.
– Dalla Zuanna T, Del Manso M, Giambi C, Riccardo F, Bella A, Caporali MG. (2018) Immunization Offer Targeting Migrants: Policies and Practices in Italy. Int. J. Environ. Res. Public Health, 15(5), 968.
– European Commission. (2019) Global Vaccination Summit (Internet). Consultato il 19/02/2020. Disponibile all’indirizzo: https://ec.europa.eu/health/vaccination/ev_20190912_en.
– Giovannini ML, Rosa A. (2012) La valutazione di impatto dei progetti di formazione all’insegnamento dei docenti universitari: quali indicazioni dalle rassegne delle ricerche empiriche? Italian Journal Of Educational Research, 8, 93-104.
– Godoy-Ramirez K, Byström E, Lindstrand A, Butler R, Ascher H, Kulane A. (2019) Exploring childhood immunization among undocumented migrants in Sweden – following qualitative study and the World Health Organizations Guide to Tailoring Immunization Programmes (TIP). Public Health, 171, 97-105.
– Mipatrini D, Stefanelli P, Severoni S, Rezza G. (2017) Vaccinations in migrants and refugees: a challenge for European health systems. A systematic review of current scientific evidence. Pathog Glob Health, 111(2), 59–68.
– Nikula A, Hupli M, Rapola S, Leino-Kilpi H. (2009). Vaccination Competence. Pubblic Health Nursing, 26(2), 173-182.
– Pavlopoulou ID, Tanaka M, Dikalioti S, Samoli E, Nisianakis P, Boleti OD, et al. (2017) Clinical and laboratory evaluation of new immigrant and refugee children arriving in Greece. BMC Pediatr, 17(1), 132.
– Pottie K, Mayhew AD, Morton RL, Greenaway C, Akl EA, Rahman P. et al. (2017) Prevention and assessment of infectious diseases among children and adult migrants arriving to the European Union/European Economic Association: a protocol for a suite of systematic reviews for public health and health systems. BMJ Journal, 7(9), e014608.