Le funzioni di sanità penitenziaria svolte dal Ministero della Giustizia sono state oggetto di trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale, ai sensi di quanto disposto dal D. Lgs n. 230/1999, reso esecutivo con Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri del 1 aprile 2008, che ha stabilito le modalità e i criteri per il trasferimento al Ssn delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e dei beni strumentali in materia di sanità penitenziaria.
L'art. 1 del D. Lgs n. 230/1999 cita: "I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, all’erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali" (Salvati, 2010).
In Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale, il trasferimento delle competenze è avvenuto nel gennaio 2014. La Funzione di Sanità penitenziaria dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste (ASUITs) opera all’interno della Casa Circondariale di Trieste, assicurando i livelli essenziali di assistenza per la tutela della salute delle persone detenute, garantendo la continuità assistenziale, in particolare per le patologie croniche, degenerative, psichiatriche e legate alla dipendenza da sostanze, dal momento dell’ingresso nell’istituto penitenziario sino alla scarcerazione. Qualora non sia possibile garantire un adeguato percorso di cura e riabilitazione in ambito intramurario, le prestazioni vengono erogate presso le strutture sanitarie esterne, territoriali e ospedaliere.
La Casa Circondariale di Trieste, denominata il “Coroneo”, è una costruzione del 1911, con quattro piani e 11 sezioni detentive, di cui una femminile. Nella struttura è compresa una infermeria e stanze singole destinate all'isolamento disciplinare e sanitario. Si segnala in ultimo una sezione destinata alle attività trattamentali: corsi, cineforum, palestra, laboratori.
La capienza regolamentare dell’istituto di Trieste è di 139 unità, ma al 31.01.2018 risultavano presenti 213 unità, (Ministero della Giustizia, 2018), (Figura 1). La popolazione detenuta rappresenta una comunità chiusa, sottoposta ad una situazione restrittiva, dove vi è una convivenza forzata, in luoghi generalmente sovraffollati, che non può non riflettersi sulla condizione di benessere della persona (Franceschini, 2008).
Figura 1 – Detenuti dell’Istituto Penitenziario di Trieste al 31 gennaio 2018.
(Fonte: DAP-Ufficio sviluppo gestione sistema informativo automatizzato – sezione statistica)
Una componente importante, ai fini assistenziali, è rappresentata dai detenuti stranieri, che a livello nazionale, secondo quanto emerge dagli ultimi dati del Ministero della Giustizia, rappresentano il 34,14%, su un totale di 58087 detenuti. Si evince da questo un aspetto di rilievo nella pianificazione dell’assistenza, che deve mirare a prevenire difficoltà di relazione-comunicazione, dovute a differenze linguistiche e culturali (Figura 2).
Figura 2 – Totale detenuti presenti in Italia al Gennaio 2018.
(Fonte: DAP-Ufficio sviluppo gestione sistema informativo automatizzato – sezione statistica)
La condizione limitativa della libertà spesso genera nel detenuto una condizione di disagio e fragilità, che può sfociare in problematiche di tipo organico-metabolico, o psichico-emozionale. Particolare rilevanza rappresentano le condotte autolesive e suicidarie, che possono manifestarsi con atti di violenza contro sé stessi o altri. I dati mostrano che circa il 50% dei suicidi in ambito detentivo avvengono nei primi mesi di detenzione (Pompili et al., 2006). Da una analisi effettuata nel 2015 dalla Società italiana di Medicina Penitenziaria e Sanità Penitenziaria (SIMPSe-Onlus), su una popolazione di riferimento di quasi 100.000 detenuti transitati nelle carceri italiane, circa la metà non sapeva di essere malato; nel 60-80% dei casi era presente almeno una patologia e almeno due persone su tre erano malate (Babudieri, 2015).
La rilevazione ha inoltre evidenziato le malattie ad oggi più frequenti (Figura 3).
Figura 3 – Malattie più frequenti tra i detenuti in Italia (SIMPSe-Onlus, 2015)
Il nostro progetto
Nell’ambito della sanità penitenziaria le competenze infermieristiche sono di natura tecnico specialistica, organizzativo-gestionale e relazionale-comunicative proprie del profilo dell’Infermiere e devono integrarsi con l’interfaccia organizzativa del Ministero di Giustizia e il rispetto delle esigenze di sicurezza degli istituti penitenziari.
Con questo progetto abbiamo voluto individuare e descrivere le competenze distintive dell’infermiere che opera nella sanità penitenziaria di Trieste, attraverso l’elaborazione della job description dedicata.
Per giungere alla definizione della job è stato avviato un processo di analisi dei fattori determinanti la funzione dell’infermiere di sanità penitenziaria: dall’area di responsabilità, alle attività della posizione all'interno dell'organizzazione, degli obiettivi assegnati alla posizione (Calamandrei, 2015).
Le fasi d’indagine hanno previsto:
- l'osservazione diretta, mediante la registrazione sistematica delle attività e dei comportamenti attraverso il metodo delle note sul campo effettuate dall’osservatore partecipe (membro dell’equipe);
- l’analisi delle procedure scientifiche ed organizzative in uso nella funzione di Sanità Penitenziaria dell’ASUITs;
- l’analisi del profilo professionale dell’infermiere (DM n. 739/94);
- lo studio delle fonti normative in ambito sanitario e penitenziario (Legge n. 354/75, D.lgs n. 230/99, DCPM 1 aprile 2008, Circolari Ministero della Giustizia, Regolamenti interni Casa Circondariale, Legge n. 180/78, Legge n. 309/90, L. n. 328/2000).
Sono state così individuate 6 aree specifiche di competenza:
- rispetto dei diritti dei soggetti detenuti, riflessioni deontologiche e considerazioni etiche, transculturialità, educazione sanitaria del detenuto e gestione del counselling;
- valutazione del profilo epidemiologico e della domanda di salute dei detenuti e analisi delle situazioni prevalenti che in penitenziario richiedono l'intervento infermieristico;
- gestione della assistenza infermieristica nel contesto penitenziario, in relazione alla legislazione penitenziaria e alla normativa sanitaria vigente;
- integrazione interprofessionale, abilità di mediazione e cooperazione;
- definizione delle opportunità di cura da parte del SSN e di percorsi assistenziali negli ambiti d'intervento di promozione, prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione;
- gestione delle terapie farmacologiche, con particolare riferimento a farmaci sostitutivi e gestione di terapie per salute pubblica comunitaria, medicina interna, odontoiatria, cardiologia, malattie infettive, oncologia.
Dalle sei aree di competenza sopracitate, gli autori hanno individuato otto macro-competenze, che dichiarano la funzione specifica dell’infermiere (Tabella 1). Per ogni macro-competenza sono state identificate specifiche competenze che hanno definito la Job Description dell’Infermiere di sanità penitenziaria (Tabella 2).
Tabella 1 – Macro competenze dell’infermiere in ambito penitenziario |
Programmare e garantire una corretta presa in carico del detenuto |
Garantire le fasi del processo assistenziale |
Garantire processi assistenziali applicando i principi legislativi che regolano l’ambito penitenziario |
Programmare e gestire l’assistenza in un contesto multiculturale |
Gestire problematiche assistenziali peculiari della popolazione detenuta |
Programmare e gestire interventi di tipo educativo e relazionale |
Definire e applicare le norme in materia di igiene ambientale, valutare e gestire situazioni di sanità pubblica e igiene ambientale nel contesto specifico degli istituti penitenziari |
Gestire le situazioni di urgenza e di emergenza, ed eventi critici. |
Tabella 2 – Job Description dell’Infermiere in ambito penitenziario |
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Interfaccia a monte |
Direttore Distretto Sanitario Responsabile Funzione Sanità Penitenziaria Coordinatore infermieristico |
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Interfaccia a valle |
Operatore socio sanitario |
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Rapporti funzionali |
Medico di sanità penitenziaria, personale infermieristico e medico, assistenti sociali dei servizi territoriali ed ospedalieri. Associazioni accreditate al sostegno alle persone detenute. Personale amministrazione penitenziaria: direzione, educatori, polizia penitenziaria. |
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Qualifica |
Collaboratore sanitario infermiere |
Fascia retributiva |
D |
Finalità del profilo |
Garantire ai detenuti il mantenimento o il recupero di stili di vita positivi, prevenendo eventuali riacutizzazioni. Assicurare la continuità assistenziale tra ospedale e servizi territoriali, aree di degenza pubbliche e private, attraverso la progettazione di Percorsi Assistenziali Individuali (PAI). |
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Requisiti di accesso alla posizione |
Laurea di primo livello in Infermieristica – Iscrizione Ordine professioni Infermieristiche Certificazione BLS-D in corso di validità – Certificazione PBLS-D in corso di validità |
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Requisiti aggiuntivi |
Master infermieristica penitenziaria |
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Interventi principali |
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Sviluppo professionale |
Percorsi clinici assistenziali specifici coerenti con il programma delle attività della struttura di appartenenza Formazione e aggiornamento su tematiche specifiche Formazione continua nelle seguenti aree: comunicazione e interculturalità, legislazione, malattie infettive, gestione emergenze/urgenze, dipendenze patologiche, sanità pubblica |
Conclusioni
L’infermiere di sanità penitenziaria è il professionista sanitario responsabile della gestione dei processi infermieristici negli istituti penitenziari. Questo lavoro ha permesso lo sviluppo prima e la stesura poi della Job Description dell’Infermiere in ambito penitenziario, con la finalità di descriverne le responsabilità affidate, in riferimento all’ambito specifico delle attività svolte (Calamandrei, 2015).
Il documento, che mostra la complessità dell'esercizio professionale infermieristico in un contesto "chiuso”, rappresenta un primo strumento indispensabile ad una corretta gestione, all’interno dell’organizzazione, delle attività professionali, con il fine di migliorare la qualità assistenziale erogata.
In una visione complessiva di gestione della risorsa umana, che miri a valorizzare la persona nella sua unicità preferendo metodi di gestione flessibili e solo in parte standardizzabili, una Job Description può risultare troppo stretta ad un professionista della salute.
Per questo motivo per l’elaborazione dello strumento specifico, oltre all’osservazione delle attività eseguite dal professionista e lo studio delle norme che ne dettano l’esercizio professionale, gli autori hanno eseguito un’attenta analisi delle aree di conoscenza e di competenza che un professionista che opera all’interno di un penitenziario non può esimersi dall’avere e dall’esercitare.
Con la Job Description dell’infermiere in ambito penitenziario si potranno evidenziare eventuali bisogni formativi del personale operante all’interno delle organizzazioni penitenziarie stesse e progettare una formazione continua ad hoc. Invece per la formazione dei nuovi professionisti in ambito universitario, lo stesso strumento potrà essere utilizzato per la formulazione di curricula per percorsi post-laurea.