All'interno della formazione infermieristica universitaria, per il tirocinio clinico il modello di apprendimento e insegnamento tra pari si è dimostrato un metodo di successo. Il tirocinio ha da sempre rappresentato la colonna portante della nostra formazione e tuttora è parte centrale della formazione infermieristica, in quanto consente di coniugare teoria e prassi, contestualizzando gli interventi assistenziali programmati (Sandrone, 2013).
Nel panorama internazionale, a fronte dell'incremento degli studenti, la domanda di esercitare tirocini clinici è aumentata in molti paesi. A ciò consegue la ricerca di nuovi modelli pedagogici che includano l'utilizzo dell'apprendimento e dell'insegnamento tra pari. Nella formazione infermieristica universitaria, questa strategia è stata attivata in diversi ambiti: clinici, di laboratorio e pre-clinici, mantenendo comunque una struttura similare dove il termine ‘alla pari’ indica un collega, uno studente della stessa età, o di un differente anno di corso, o all'interno dello stesso corso” (Uras et al., 2012; Stenberg, Carlson, 2015).
Il modello di apprendimento e insegnamento tra pari ha in sé diversi benefici, riscontrati sia tra gli studenti che svolgono il ruolo di tutor, sia per i tutorati: “Il tutor studente sviluppa responsabilità, leadership, abilità di insegnamento e una maggior percezione del ruolo, che in futuro, li chiamerà ad addestrare colleghi e pazienti (Stone, Cooper, Cant, 2013, p. 8).
Il nostro percorso
Col nostro progetto ci siamo ripromessi di studiare l’applicazione del modello di formazione tra pari all’interno di una Sezione di CdL in Infermieristica, con il coinvolgimento di studenti del terzo anno nel ruolo di tutor e di studenti del primo anno come tutorati, per un totale di 5 studenti tutorati e 2 studenti tutor, in percorso di complessivi 65 giorni nell’arco di 3 mesi, con una articolazione in fasi:
- accoglienza degli studenti, che ha previsto un'informazione e orientamento all'U.O., alla sua strutturazione e organizzazione;
- stipulazione del contratto formativo, con supervisione del tutor di riferimento, definizione dei bisogni formativi e programmazione di un percorso di apprendimento efficace e individuazione di attività di studio guidato pertinenti;
- sviluppo di esperienze dirette sulla persona assistita seguite da sessioni di briefing e debriefing;
- valutazione del percorso con rimando degli obiettivi raggiunti.
Per valutare l’esperienza si è utilizzato il focus group, che prevedeva le seguenti tematiche: esperienza vissuta, conoscenze e abilità pratiche apprese, aspetti positivi e negativi, sviluppo di abilità comunicative, rapporto di sostegno ricevuto dallo studente di terzo anno, supporto nello sviluppo dei Piani di Assistenza Infermieristica e suggerimenti per il futuro.
L’audio-registrazione del colloquio ha permesso la successiva trascrizione, mentre col metodo Giorgi si sono codificati i punti salienti in unità di significato riflettenti il vissuto di tutti i partecipanti.
La raccolta dati e registrazione è stata preceduta dalla richiesta e ottenimento del consenso informato rivolto a tutti i partecipanti: studenti, tutor e Direttore della Sezione. È stato garantito l'anonimato delle testimonianze in tutte le fasi di stesura del progetto.
Risultati
Gli esiti del focus group sono stati raccolti in 14 tematiche che partono dal vissuto dell’esperienza ai suggerimenti in termini di miglioramento. Sebbene il numero degli studenti sia risultato molto limitato, la strutturazione di questa esperienza e del focus group relativo ha in sé importanti elementi di cui tener conto per sviluppare percorsi di miglioramento del tirocinio.
Abbiamo selezionato alcuni dei temi maggiormente interessanti, così come segnalati dagli studenti stessi:
- Sviluppo delle conoscenze e delle abilità pratiche e gestuali. Gli studenti protagonisti dell’esperienza hanno evidenziato vari aspetti positivi derivanti dal tutorato tra pari: per esempio hanno riconosciuto la capacità di mettersi accanto allo studente novizio con pazienza (“lo studente del terzo anno è ‘un’insegnante paziente’” – studente 4), anche la condizione privilegiata di uno studente che può dedicarsi al tutorato con tempi diversi rispetto a quelli di un professionista strutturato del servizio, in particolare per una estrazione comune (“un infermiere deve velocizzare i tempi perché deve occuparsi della terapia, deve fare questo, deve fare quest'altro, non riesce a dedicarti troppo tempo. Lo studente del terzo anno viene da dove veniamo noi” – studente 1). In sintesi, nel confronto tra modello tradizionale e modello tra pari, il secondo sembra riscuotere maggiore adesione tra gli studenti protagonisti di questa esperienza. La uguale estrazione e matrice finisce probabilmente per accomunare, mentre il carico di lavoro che oggi caratterizza gli infermieri in un qualche modo fa percepire l’infermiere tutor come meno incentrato sulla formazione sul campo.
- Sviluppo del pensiero critico. Gli studenti hanno chiaramente identificato nel pari uno stimolo allo sviluppo del pensiero critico: probabilmente in quanto influenzati dal modello tutoriale accademico, gli studenti tutor hanno cercato di improntare l’affiancamento degli studenti del primo anno sull’argomentare, sulla ricerca di un razionale, sulla riflessione (“ci spronava tanto nel chiederci, nel farci domande, durante l’assistenza ci chiedeva sempre come e perché lo facevamo” – studente 3).
- Libertà di espressione. L’apprendimento attraverso gli errori è sempre stato ritenuto uno stimolo importante per chi è in apprendimento: questo significa permettere che in un ambiente protetto, quale deve essere il tirocinio, lo studente possa apprendere dai propri limiti, anziché sviluppare frustrazione. Il tutorato dei pari è stato avvertito inoltre come meno giudicante: lo studente tutor si è posto accanto allo studente, pronto a farlo riflettere in un clima si empatia più che di giudizio (“se sbagliavo una cosa, siamo insieme, si impara e si sbaglia insieme e dagli errori si va avanti” – studente 2).
- Modello tradizionale: studente-infermiere. Gli studenti tirocinanti hanno avvertito i professionisti infermieri a cui erano affiancati molto presi dal carico di lavoro, quindi con una disponibilità limitata alla funzione formativa (“lei corre e noi corriamo con lei senza però comprendere sempre il perché” – studente 1). E’ sicuro che in molti servizi l’attività formativa sia ristretta come possibilità per gli infermieri strutturati di un servizio, in quanto formare non è considerato sempre tra le attività ordinarie di un servizio.
Tra i suggerimenti che sono stati raccolti tra gli studenti protagonisti dell’esperienza, si rileva la loro richiesta di un adeguato rapporto tra studente in tirocinio e studente tutor (“occorrerebbe una diversa organizzazione modificando il rapporto tra studente primo anno e studente terzo anno: 1 a 1. o al massimo uno studente terzo anno per due di primo anno” – studente 4).
Discussione
I risultati del progetto pilota concordano con la letteratura, confermando, seppur nei limiti di questo percorso, i punti di forza del modello del tutorato tra pari, tra cui l’alto grado di soddisfazione (Brannagan, Dellinger et al., 2013; Stenberg, Carlson, 2015; Stone, Cooper, Cant, 2013; Ramm, Thomson, Jackson, 2015; Wong et al, 2016).
Il modello di tutorato tra pari ha favorito:
- la riduzione dell’ansia dall’essere novello in un ambiente di lavoro complesso e imprevedibile;
- lo sviluppo delle conoscenze e delle abilità gestuali;
- l’applicazione del pensiero critico e la riflessione sulle esperienze vissute per condividerle, analizzarle, ragionarne insieme;
- la collaborazione e il supporto vicendevole;
- l’ampliamento delle abilità comunicative.
Gli studenti protagonisti dell’esperienza suggeriscono la futura implementazione del modello tra pari, con un rapporto studente senior e studente novizio 1:1. E’ sicuramente limitante la sola sperimentazione del modello tra pari, senza la comparazione col modello tradizionale, rispetto al raggiungimento degli obiettivi clinici, che ha interessato peraltro solo un anno di corso.
I risultati ottenuti sono sicuramente un punto di partenza per ulteriori implementazioni: va notato che nello studente senior il modello ha permesso lo sviluppo della responsabilità verso il novizio, ma anche nei confronti della persona assistita (Hellström-Hyson, Mårtensson, Kristofferzon, 2012) In accordo con le migliori evidenze il tutoraggio alla pari è una promettente strategia per promuovere il successo degli studenti infermieri.