Mappatura delle competenze avanzate ed esperte degli infermieri iscritti al collegio IPASVI di Cuneo


Inquadramento
Nella società contemporanea osserviamo una continua evoluzione dei bisogni socio-sanitari dei cittadini; l’infermiere deve essere in grado di rispondere a problemi di salute sempre più complessi. La pratica infermieristica avanzata è riconosciuta a livello internazionale come risposta alle mutevoli esigenze sanitarie (Bryant-Lukosius et al., 2004; Dellai 2004; Donald et al., 2013; Koskinen et al., 2012).

La legge di stabilità del 2015 rappresenta un importante passo per l’evoluzione della professione, grazie all’approvazione delle aree per lo sviluppo di competenze specialistiche. Vengono quindi rimessi in discussione ruoli, competenze professionali e responsabilità individuali[1].
Rispetto al contesto italiano l’esperienza nei paesi anglosassoni è molto sviluppata e può aiutare a delineare meglio il profilo di un infermiere con questo livello di formazione; rimane tuttavia poco chiara la definizione di competenza specialistica/avanzata (Bryant-Lukosius et al., 2004).
Secondo l’American Nursing Association (ANA) la pratica infermieristica avanzata si realizza attraverso l’esperienza clinica e percorsi formativi di secondo livello (master in infermieristica o dottorati), che consentono agli infermieri non solo di acquisire abilità e conoscenze specialistiche superiori, ma anche di estendere le loro competenze cliniche, attraverso lo sviluppo di capacità di ragionamento e di gestione dei problemi di assistenza ad elevata complessità (Dellai 2004).
Secondo Benci la competenza avanzata potrebbe essere intesa come sviluppo di competenze per migliorare la presa in carico della persona, la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, il governo dei bisogni assistenziali, sanitari e socio sanitari delle persone, delle famiglie e della comunità assistita.

Negli Stati Uniti e in Inghilterra l’assistenza infermieristica avanzata si riferisce generalmente a cinque aree principali di competenza: clinica, educativa, di ricerca, di consulenza e di leadership (Bryant-Lukosius et al., 2004; Dellai 2004; Donald et al., 2013; Koskinen et al., 2012). L’infermiere con competenza avanzata riveste un ruolo fondamentale anche nell’educazione di pazienti e caregiver, come “guida esperta” per sviluppare capacità di autocura e di autogestione della malattia. A differenza di un infermiere con un livello di formazione di base inoltre assume funzioni di supervisione, di sostegno e consulenza ai colleghi, facendosi promotore di processi di cambiamento (Dellai 2004; Koskinen et al., 2012).
Numerose evidenze documentano le ricadute positive della presenza di infermieri con competenze cliniche avanzate all’interno dei servizi. Avere infermieri più preparati aumenta i risultati di salute sugli utenti e la soddisfazione per le cure ricevute, consente di implementare i modelli organizzativi centrati sul paziente, la presa in carico globale e la personalizzazione dell’assistenza infermieristica. Sono inoltre documentati una migliore gestione dei pazienti critici o particolarmente complessi, la riduzione delle riammissioni non programmate e del ricorso alla contenzione fisica (Bryant-Lukosius et al., 2004; Donald et al., 2013; McDonnell et al., 2015).

Contestualizzazione dell’indagine
Questo studio si inserisce nell’attuale dibattito sulle competenze infermieristiche avanzate all’interno contesto italiano. L’indagine è volta a mappare esperienza professionale e formazione post-base degli iscritti al collegio IPASVI della provincia di Cuneo. L’ampio territorio cuneese presenta strutture ospedaliere (un’ASO e plurimi Presidi), realtà territoriali (ASL CN1 e CN2), numerose strutture private e una fiorente attività assistenziale condotta da liberi professionisti (circa 450). Il Collegio IPASVI annovera 4634 iscritti di cui 4421 infermieri, 150 infermieri pediatrici e 63 assistenti sanitari.

Obiettivo
L’indagine intende delineare le competenze avanzate maturate dai professionisti iscritti al Collegio IPASVI di Cuneo, allo scopo di:

  • individuare la presenza di competenze avanzate acquisite attraverso percorsi formativi e/o percorsi professionali esperienziali;
  • indagare se i professionisti percepiscono come adeguatamente riconosciute e valorizzate le proprie competenze avanzate.


Risultati

Sono stati raccolti 374 questionari attraverso la compilazione on line di un questionario semistrutturato elaborato ad hoc, a disposizione sul sito web del Collegio nel periodo giugno-novembre 2015.
I rispondenti sono infermieri (n 344; 93%), infermieri pediatrici (n 21; 6%) e assistenti sanitari (n 6; 1%) prevalentemente di sesso femminile (n 321; 86%), con età media di 40 anni (compresa tra i 22 e i 62 anni); in possesso del diploma superiore (n 184; 50%), Diploma Universitario (n 24; 7%) e Diploma di Laurea (n 161; 43%). Il 77% (n 282) dei soggetti è dipendente in strutture pubbliche o private mentre il 13% (n 46) è libero professionista.

Il ruolo di coordinatore infermieristico è ricoperto da 22 rispondenti (6%), mentre 4 soggetti sono coordinatori di dipartimento (1%). Il 3% non ha esperienze lavorative.

Il 34% del campione (n 77) ha acquisito una o più abilitazioni nell’ambito del primo soccorso (BLS, BLS-D, PBLS-D, ALS e METAL), come esecutore (n 104) o istruttore (n 14).

Il 27% (n 61) ha conseguito uno o più Master di primo livello, residenziale (n 45) o on line (n 19). Di questi, la maggior parte sono in Coordinamento (n 28); seguono il Master in assistenza infermieristica in sala operatoria (n 7), in area critica (n 6), cure palliative (n 5), bioetica (n 4), modelli e metodi di tutorship (n 4), infermiere di famiglia (n 4), forense (n 3), salute mentale (n 2) e vulnologia (n 1).

Il 10% dei soggetti (n 23) ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, il 2% (n 4) ha proseguito la formazione con un Master di II livello ed un rispondente ha conseguito il Dottorato di Ricerca.

Il 63% dei partecipanti sostiene di sentirsi valorizzato per le competenze acquisite nella propria carriera professionale.

I soggetti si sentono valorizzati prevalentemente all’interno della struttura in cui è stato prestato o si presta servizio (n 148; 66%), attraverso il riconoscimento di ruoli di responsabilità (n 79) come l’affiancamento ai neo assunti/neo inseriti (n 35) o agli studenti infermieri (n 20) e l’espletamento del ruolo di vice coordinatore (n 23). Viene inoltre apprezzato il coinvolgimento in gruppi di lavoro, di ricerca (n 38) e audit (n 7).

L’11% (n 25) dichiara di sentirsi valorizzato perché ha ottenuto una modifica del ruolo precedentemente svolto.

La collaborazione universitaria è rilevante per l’8% dei partecipanti (n 19), che si sentono valorizzati nel ricoprire i ruoli di collaboratore alla didattica (n 11), docente (n 5) e di Tutor Clinico o di sede (n 4).

In 16 soggetti (7%) la valorizzazione è avvenuta attraverso il cambiamento dell’unità operativa.

Secondo i partecipati per il cambiamento e la valorizzazione professionale sono risultati importanti sia la formazione post-base che l’esperienza lavorativa.

Il 37% dei rispondenti ritiene invece che le proprie competenze non siano state valorizzate. Dall’analisi delle risposte date emergono 3 categorie principali:

  1. Richiesta di maggior riconoscimento: attraverso riconoscimenti di tipo economico, di carriera (scatti di anzianità, sviluppo di carriera in ambito clinico), contrattuali e di merito. Si suggeriscono la tracciabilità delle consulenze infermieristiche e l’apertura di bandi di concorso per Coordinatori. A livello organizzativo si richiede la modifica di ruolo attraverso l’inserimento in ruoli dirigenziali, organizzativi e formativi; nella pratica clinica si auspicano ruoli di maggior rilevanza all’interno dell’équipe, maggiore autonomia, responsabilità, fiducia e rispetto da parte degli altri professionisti della salute.
  2. Richiesta di maggiore coinvolgimento nell’organizzazione, attraverso l’inserimento in gruppi di lavoro ed il coinvolgimento nell’implementazione di modelli organizzativi e assistenziali innovativi.
  3. Richiesta di maggiore coinvolgimento nella formazione: da un lato emerge l’esigenza di essere coinvolti come formatori (verso i colleghi, il personale neo assunto e gli studenti), dall’altro la possibilità di frequentare corsi di formazione specifici, di approfondimento e aggiornamento per l’area di competenza.


Conclusioni

L’indagine ha delineato le competenze avanzate maturate dai professionisti iscritti al Collegio IPASVI di Cuneo.

La maggior parte dei rispondenti considera valorizzate le proprie competenze, soprattutto attraverso il riconoscimento di ruoli di responsabilità. Tuttavia una parte dei partecipanti esprime malesseri e la necessità di creare nuovi spazi, come sviluppi di carriera anche in ambito clinico e formativo.

La professione infermieristica è responsabile della definizione del ruolo dell’infermiere avanzato attraverso la definizione di standard e ricerche che giustifichino e documentino la necessità degli infermieri avanzati (Bryant-Lukosius et al 2004). Le Aziende dovrebbero provvedere all’integrazione dell’infermiere con competenze avanzate attraverso la corretta allocazione di risorse, politiche di cambiamento e supporto amministrativo (Bryant-Lukosius et al., 2004), per riuscire a collocare sempre più e sempre meglio le persone giuste al posto giusto.

 


NOTE
[1] legge 23 dicembre 2014, n. 190, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre.

 

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Bibliografia

– Bryant-Lukosius D, Dicenso A, Browne G, Pinelli J (2004) Advanced practice nursing roles: development, implementation and evaluation. J Adv Nurs 48, 519–529.
– Dellai M, (2004) La formazione infermieristica avanzata in geriatria: l’esperienza del Master dell’Università di Verona in Trento. G Gerontol 52, 483–489.
– Donald F, Martin-Misener R, Carter N, Donald EE, Kaasalainen S, Wickson-Griffiths A, Lloyd M, Akhtar-Danesh N, DiCenso A (2013) A systematic review of the effectiveness of advanced practice nurses in long-term care. J Adv Nurs 69, 2148–2161.
– Koskinen L, Mikkonen I, Graham I, Norman LD, Richardson J, Savage E, Schorn M, (2012) Advanced practice nursing for enduring health needs management: a global perspective. Nurse Educ Today 32, 540–544.
– McDonnell A, Goodwin E, Kennedy F, Hawley K, Gerrish K, Smith C (2015) An evaluation of the implementation of Advanced Nurse Practitioner (ANP) roles in an acute hospital setting. J Adv Nurs 71, 789–799.