Analisi multicentrica sulle conoscenze degli infermieri della normativa sull’immigrazione


Introduzione
Dai dati di fine 2013, in Italia risultano 4.922.085 stranieri residenti con un’incidenza del 8,1%. I bambini nati da genitori stranieri sono 80.000, corrispondenti al 15% del totale delle nascite nel nostro Paese; il 20% è rappresentato da bambini che hanno almeno un genitore straniero (Dossier statistico Immigrazione 2014- Rapporto UNAR, 2014).

Per quanto concerne lo stato di salute, le patologie prevalenti risultano traumatismi (16%), malattie dell’apparato digerente (11%), malattie del sistema respiratorio (11.2%) per gli uomini e la salute riproduttiva (55.5%) per le donne (Osservasalute, 2014). Le patologie pediatriche risultano tra le problematiche di salute prevalenti (Candela et al., 2006).

Negli ultimi anni l'immigrazione e, nello specifico la regolamentazione per l'assistenza sanitaria, è stata oggetto di una completa revisione normativa, ma alcune caratteristiche non ne hanno favorito la diffusa conoscenza e la corretta applicazione. Fra i più importanti testi normativi si ricorda la L. 40 del marzo 1998, poi confluita nel D. Lgs 286 del 1998 – Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero: tale normativa, e il correlato decreto attuativo (D.P.R 294/1999), hanno enfatizzato l’importanza dell’accessibilità da parte degli stranieri ai servizi sanitari quale elemento chiave all’integrazione, in linea con l'articolo 32 della Carta Costituzionale. Nello specifico, l'articolo 35 (comma V) sancisce l’accesso alle strutture per gli stranieri non iscritti al Sistema Sanitario Nazionale anche in caso di irregolarità, senza che questo comporti alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo in caso di obbligatorietà del referto (Camera dei Deputati, 1998).

La legge 94 del 2009 – Disposizioni in materia di sicurezza pubblica – ha sancito il reato di clandestinità con obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria da parte di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio. Precedentemente all’approvazione della normativa, la proposta di abrogazione dell’articolo 35 del Testo Unico non è stata accettata: nel periodo di riferimento, i media hanno dato ampia eco a tutte le notizie correlate, anche grazie allo schieramento a favore degli addetti ai lavori (Bonati M., Severino F., 2010). L’approvazione definitiva della legge esonera, dunque, i professionisti sanitari e i presidi della scuola dell’obbligo dalla denuncia dello straniero non regolare, a tutela dei diritti alla salute e all’istruzione. La L. 67 del 2014 abolisce, successivamente, il reato di clandestinità: resta penalmente rilevante il reingresso in Italia, in violazione di un provvedimento di espulsione (l’abrogazione è in attesa di essere adottata con apposito decreto).

Tale contesto normativo ha lasciato margini di ambiguità, già evidenziati in precedenti studi (Cortesi, Gradellini, 2012; Rinaldi et al., 2012) e, conseguentemente, una scarsa chiarezza che può influenzare la reale conoscenza e applicazione della normativa in vigore.

Uno sguardo al contesto nazionale
Con l’obiettivo di verificare le conoscenze degli infermieri relativamente alla normativa di cui sopra, è stato condotto uno studio osservazionale multicentrico, rivolto a strutture pediatriche ospedaliere. Lo strumento utilizzato per la raccolta dati è stato un questionario già utilizzato in un precedente studio (Cortesi, Gradellini, 2012), modificato sulla base dell'evoluzione normativa. La nuova versione è stata strutturata per compilazione on-line, in modo da garantire l'anonimato ai partecipanti.

Al fine di individuare un campione di convenienza, sono stati contattati tutti i Coordinatori dei servizi pediatrici i cui riferimenti fossero reperibili sui siti aziendali, senza determinazione di altri criteri di inclusione/esclusione: complessivamente sono state poi contattate 20 strutture, una per regione.

A due mesi dall’attivazione del questionario on-line, hanno partecipato allo studio 65 infermieri, appartenenti a 14 Regioni. La maggior parte del campione (31%) lavora da più di 21 anni; il 27% da meno di 5. Il 72% degli infermieri lavora con le persone immigrate ogni giorno; il 15% vede circa 1 paziente la settimana, l’8% riporta una frequenza inferiore al mese. Il 33% degli operatori riferisce di aver assistito raramente immigrati irregolari; il 31% spesso, 28% e 4% rispondono rispettivamente “Non so” e “Mai”. Tra i paesi di provenienza, l’Africa risulta il continente più presente (48%), seguito da Europa dell’Est (22%) e Asia (19%).
Il 65% dichiara di conoscere parzialmente le normative che regolano l'accesso degli immigrati al Sistema Sanitario Nazionale; solo il 20% dichiara di esserne a conoscenza, contrariamente al restante 15% che nega la conoscenza. L'81% degli operatori riferisce di conoscere l'art. 32 della Costituzione e il 78% risponde correttamente sul relativo contenuto. Risponde correttamente sul divieto di segnalazione del Testo Unico il 46% degli operatori, mentre il 31% risponde di non conoscere la normativa e il 15% risponde erroneamente.
Il 48% non sa rispondere circa il fatto che la legge sulla sicurezza introduca il reato di clandestinità, mentre il 45% risponde correttamente. Il 22% è a conoscenza dell'abrogazione dello stesso, contro un 58% che non sa rispondere e un 16% che risponde erroneamente.
Relativamente all'applicazione delle normative di cui sopra, il 25% risponde correttamente con la non segnalazione, salvo in caso di obbligatorietà di referto; il 32% non sa rispondere, il 29% riferisce poca chiarezza sulla normativa e il 14% indica l'obbligo di segnalazione.
Il 32% degli infermieri dichiara che il paziente irregolare in accesso alle strutture sanitarie non è tenuto ad esibire i propri documenti, contro il 27% che sostiene il contrario.
Il 49% degli infermieri riferisce di aver ricevuto informazioni dai mass-media (36% da televisione, 13% dai giornali), il 18% fa riferimento ai colleghi di lavoro, il 7% a circolari aziendali, il restante 13% ad “altro” non specificato.

Conclusioni
Dagli infermieri interpellati non emerge piena conoscenza delle normative che regolano l’accesso al SSN da parte della persona immigrata: se più di un terzo conosce l’art. 32 della Carta Costituzionale, meno della metà conosce il Testo Unico e il Decreto Sicurezza. Pur riconoscendo che tali norme non fanno esclusivo riferimento alla professione, è tuttavia importante sottolineare che solo un quarto degli infermieri intervistati è a conoscenza del divieto di segnalazione. Tale elemento deve tuttavia essere correlato alla domanda che indaga la frequenza degli incontri con persone irregolari: poiché più della metà degli interpellati riferisce di erogare assistenza a tali persone (spesso per il 31%, raramente per il 33%), si potrebbe supporre che gli infermieri applichino correttamente la normativa, pur non avendone piena conoscenza, ma in rispetto della dimensione deontologica del Codice (articoli 4, 5 e 6).
Si propone una riflessione sul fatto che quasi la metà degli operatori indica i pazienti africani come quelli che, tra l’utenza immigrata, ricorrono maggiormente ai servizi. Poiché tra i dieci paesi a maggior flusso migratorio verso l’Italia soltanto due sono africani (Marocco e Tunisia) e con basse percentuali rispetto al numero totale di stranieri, si può pensare che tale percezione sia da ricondurre a una maggior visibilità per le specifiche caratteristiche delle persone di riferimento.
Il fatto che la principale fonte di informazione siano i media fa decisamente riflettere sulla potenza del mezzo, anche relativamente a informazioni necessarie allo svolgimento della professione.
In generale, Umbria e Toscana sono risultate le regioni in cui gli infermieri hanno dimostrato maggior conoscenza delle normative in oggetto; è tuttavia necessario tener presente che il numero ridotto del campione, soprattutto in alcune delle regioni coinvolte, non permette una generalizzazione dei dati, ma richiede ulteriori approfondimenti.
 

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Bibliografia

– Candela S, Greci M, Pergolizzi S, Ventura C, Luberto F. (a cura di). (2006). La salute della popolazione straniera a Reggio Emilia. Reggio Emilia: Azienda USL, Dipartimento di Sanità Pubblica, Unità di Epidemiologia di Reggio Emilia, Collana Progetto Salute, 10.
– Dossier statistico Immigrazione 2014- Rapporto UNAR (Internet). Roma: Edizioni IDOS; 2015 (Consultato giugno 2015). Disponibile all’indirizzo: http://www.dossierimmigrazione.it./docnews/file/2014_Scheda%20breve%20Dossier.pdf.
– Cortesi I, Gradellini C. (2012). Legge sulla Sicurezza: è conosciuta dagli infermieri? Professioni Infermieristiche, Jul-Sep;65(3): 133-36.
– Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero"- Camera dei Deputati (Internet). Gazzetta Ufficiale n. 191 del 18 agosto 1998 – Supplemento Ordinario n. 139 (consultato gennaio 2014). Disponibile all’indirizzo: http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/98286dl.htm.
– Rapporto Osservasalute 2014 (Internet). Roma: COM Srl Roma Editore; 2014 (Consultato giugno 2015). Disponibile all’indirizzo: http://www.osservasalute.it.
– Rinaldi A, Civitelli G, Marceca M. (2012). Conoscenza degli studenti in medicina sull’obbligo di segnalazione e sulle possibilità assistenziali dei migranti. Proceedings of XII Congresso nazionale SIMM “Migrazioni, salute e crisi. Viterbo, 10-12 ottobre 2012.
– Bonati M., Severino F.: Migranti e salute: tra diritto (alle cure) e reato (di clandestinità). R&P, 26: 50-61. 2010 (consultato gennaio 2014). Disponibile all’indirizzo: http://www.simmweb.it./fileadmin/documenti/Simm_x_news/2010/4-2010_R_P.pdf.