La percezione degli studenti sull’efficacia delle attività didattiche di tutorato nel Cli dell’Università di Bologna


Prendete i vostri libri e
le vostre penne,
sono la vostra arma più potente.
Un bambino, un insegnante, una penna e un libro
possono cambiare il mondo”

Malala Yousafzai, 2013

 

Il percorso formativo infermieristico nel corso di Laurea in infermieristica dell’Università di Bologna (Sezione formativa BO1) si articola nell’insegnamento della disciplina infermieristica, nell’attività di laboratorio, nel tutorato clinico ed individuale e nel tirocinio clinico. Tali attività, fra loro correlate, sono finalizzate ad individuare, realizzare e garantire condizioni di apprendimento tali da facilitare e guidare lo studente nel raggiungimento degli obiettivi formativi.
Gli studi condotti sull’efficacia del tutorato in ambito formativo e clinico sono molti e altrettanti sono gli studi condotti sulla valutazione e validazione di strumenti idonei a valutare il livello di competenza sviluppato dallo studente (Wellard, 2007, Brosnan, 2006, Norman, 2002) e gli interventi tutoriali. L’acquisizione delle competenze dev’essere favorita e guidata in ogni momento del percorso formativo attraverso la riflessione sull’esperienza e la preparazione di un contesto adeguato; questi aspetti rappresentano il core della funzione tutoriale (Zannini, 2005). Le attività di tutorato rappresentano una costante nel processo di apprendimento dello studente presente in tutte le fasi pre e post cliniche e mirano a supportare lo studente nell’esperienza diretta con l’assistito (Tomietto, 2007).
In letteratura sono diversi gli strumenti idonei a rilevare la soddisfazione degli studenti in relazione ai modelli tutoriali ed in particolare in ambito di apprendimento clinico (Tomietto, 2007), ma nessuno di questi è risultato idoneo a rilevare la percezione di efficacia delle attività ad essi connesse.
Esistono più forme di tutorato:

  • il tutorato clinico (Laboratorio metodologico clinico) è finalizzato all’acquisizione e sviluppo di capacità riflessive e di analisi critica, all’integrazione fra teoria e pratica, allo sviluppo di capacità di autoapprendimento. Gli studenti durante l’attività di tirocinio partecipano alle attività di tutorato specifiche per aree cliniche;
  • il tutorato individuale è finalizzato all’orientamento guida, sostegno personalizzato rispetto al percorso di studio, all’individuazione di criticità, alla ricerca di soluzioni.

Si è voluta indagare l’efficacia percepita degli studenti in relazione all’attività didattica di tutorato, con un questionario anonimo costruito ad hoc

Cosa dicono gli studenti
Hanno partecipato all’indagine complessivamente 84 studenti, raggiungendo una partecipazione media per anno di corso di circa il 20%.
Gli studenti che hanno partecipato alle attività didattiche di tutorato clinico sono stati 82 (97,6%), mentre quelli che hanno partecipato alle attività didattiche di tutorato individuale sono stati 52 (61,9%).
La partecipazione al tutorato clinico è nettamente maggiore rispetto a quella del tutorato individuale. A tal proposito va ricordato che il primo è programmato, mentre il secondo è a supporto dello studente su richiesta dello stesso. L’andamento della frequentazione alle attività del tutorato individuale oscilla nei diversi anni di corso senza un’apparente causalità. Al secondo anno di corso si osserva la frequenza maggiore di partecipazione, probabilmente legata alle attività teoriche e pratiche in ambito clinico. Quest’anno di corso rappresenta per gli studenti un anno cruciale in termini di apprendimento clinico e confronto con gli ambiti tecnici, relazionali ed educativi dell’assistenza infermieristica.
Va sottolineato che la percezione di efficacia dell’attività di tutorato individuale risulta essere tendenzialmente più elevata. Questo risultato è probabilmente legato alla scelta di questa attività su base volontaria e non programmata. La differenza maggiore tra le due attività si osserva al terzo anno di corso e per gli studenti fuori corso, anni questi che vedono lo studente proiettato verso la fine del percorso o in una condizione di fuori corsista che potrebbe richiedere un maggiore aiuto-sostegno-orientamento personalizzato; in entrambe le situazioni l’attività di tutorato individuale è la miglior risposta al bisogno dello studente.
Le osservazioni spontanee relative al tutorato sottolineano come questo:

  • miri a sviluppare sicurezza nell’individuazione dei bisogni di assistenza infermieristica;
  • favorisca il confronto sia con colleghi sia col tutor;
  • consenta di ricevere stimoli;
  • susciti curiosità, oltre che favorire l’apprendimento di aspetti clinici specifici di difficile comprensione nei momenti di formazione d’aula.

Il tutorato clinico viene percepito come facilitatore dell’apprendimento e supporto. Il tutorato individuale invece viene percepito come momento di confronto e approfondimento col tutor-docente circa argomenti o contenuti teorici.
Le osservazioni spontanee hanno evidenziato l’efficacia del tutorato individuale come generatore di strategie nell’applicazione dei contenuti teorici al contesto tecnico-pratico, in considerazione del “carattere” dello studente. Il tutorato in quest’area viene perciò percepito come strumento per generare strategie personalizzate per l’apprendimento.
Il tutorato individuale riscuote successo anche nell’orientare gli studenti nei percorsi post-base. Il tutorato clinico è stato efficace nella gestione clinica di aspetti critici legati all’assistenza diretta, attraverso la riflessione sui casi trattati ed in particolare su quelli meno frequenti. Chiarisce, infatti, aspetti assistenziali relativi alla gestione delle criticità collegate alla pratica clinica, piuttosto che agli aspetti relazionali-educativi, in particolare nell’elaborazione degli aspetti emotivi legati alla gestione di pazienti critici e alla preparazione della salma, aspetti questi dell’assistenza infermieristica di forte impatto emotivo, in particolare nel periodo di formazione di base, quando la “confidenzialità” è esigua rispetto a certi interventi. Inoltre, ritorna l’aspetto del “dare sicurezza” inteso come generatore di autoefficacia rispetto all’implementazione e l’utilizzo dei saperi “aggiornati” rispetto a quelli “obsoleti” della pratica clinica corrente, ritorna l’aspetto del “dare sostegno” durante le “diatribe” professionali rispetto alle tecniche-procedure applicate all’assistenza.
Il tutorato è percepito come strumento a supporto della pianificazione del percorso formativo e professionale futuro dello studente, come strumento per l’elaborazione delle emozioni legate all’assistenza e alle relazioni professionali e come strumento per il supporto allo sviluppo e confronto professionale.

Conclusioni
Le attività didattiche tutoriali raccolgono in generale una discreta percezione di efficacia da parte degli studenti ed in particolare l’attività di tutorato individuale risulta essere percepita, in generale, come maggiormente efficace.
Il tutorato clinico e quello individuale risultano attività molto efficaci per il raggiungimento degli obiettivi formativi relativi al processo di assistenza, in particolare nelle abilità di giudizio clinico e nella presa di decisioni. Il tutorato individuale raccoglie inoltre una buona efficacia anche nell’area relativa alla guida e orientamento.
Permettere allo studente di potersi esprimere rispetto all’offerta formativa che riceve nel proprio percorso di studi, dovrebbe far parte di una pratica consolidata ai fini del miglioramento continuo dell’offerta stessa. Nello specifico delle attività didattiche tutoriali, in cui la figura del tutor è il riferimento per lo studente, diventa pertanto necessario un feedback continuo al fine di riflettere ed attuare metodologie tutoriali idonee a soddisfare le attese dello studente.
Questa indagine ha favorito una riflessione su quelle che sono le priorità da affrontare ed ha permesso di osservare l’efficacia percepita da un punto di vista diverso, quello dello studente. Il limite di questo lavoro è quello della partecipazione da parte degli studenti, ma rispecchia ed assolve alle attese previste per le indagini postali, di circa il 20%.
In futuro sarebbe auspicabile dirigere la ricerca verso la costruzione di strumenti idonei a monitorare il punto di vista dello studente, validati e sperimentati nell’ambito della tutorship universitaria. Inoltre restano inesplorati gli effetti sullo sviluppo delle competenze degli studenti dei molteplici ruoli (tutor, docente, coordinatore, ecc.) degli infermieri coinvolti nel percorso formativo.
 

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Bibliografia

– Brosnan M, Evans W, Brosnan E, Brown G (2006). Implementing objective structured clinical skills evaluation (Osce) in nurse registration programmes in a centre in Ireland: a utilisation focused evaluation. Nurse Educ Today, 26(2):115-22;
– Norman I J, Watson R, Murrells T, Calman L, Redfern S (2002). The validity and reliability of methods to assess the competence to practise of pre-registration nursing and midwifery students. Int J Nurs Stud, 39(2):133-45;
– Scalorbi S, Burrai F (2008). Clinical practice quality in Bnc (Bachelor of nursing course). Evaluation of students’ satisfaction in the Italian Red cross school of nursing, University of Bologna. Prof. Inferm. 61(2):67-73. Italian;
– Tomietto M (2008). Apprendimento clinico. Valutare gli ambienti di tirocinio nella formazione infermieristica. Edizioni Serele;
– Wellard S J, Bethune E, Heggen K (2007). Assessment of learning in contemporary nurse education: do we need standardised examination for nurse registration? Nurse Educ Today, 27(1):68-72. Review;
– Zannini L (2005). La Tutorship nella formazione degli adulti. Uno sguardo pedagogico. Guerini Scientifica, Milano.