La citazione bibliografica nella letteratura infermieristica: una nuova Regola dalla Biblioteca di infermieristica della Fondazione Irccs Policlinico S. Matteo di Pavia


Gli errori nella composizione delle citazioni bibliografiche sono comuni sia nelle riviste internazionali infermieristiche che mediche. Per l’infermieristica la percentuale è del 28.4% (Oremann, 2005). Smith e Baker (2007) descrivono valori che vanno dal 22.9% delle riviste di critical care nursing, al 24.4% di quelle di neonatal-maternal nursing, al 41.6% di pubblicazioni di pediatric nursing, ma si deve sottolineare che i dati di Smith e Baker tengono conto dell’area specialistica ma non dell’ordine cronologico di rilevazione dei dati.
Nel 1998 Taylor calcolò un tasso d’errore del 45% nell’ultima indagine utile del 2005 (Oermann, 2005); da allora il valore è sensibilmente sceso dal 45% al 28.4%. I valori intermedi del 22.9% (Oremann, 2002a) e del 24.4% (Oremann, 2002b) furono calcolati su di un campione di rispettivamente 244 e 221 citazioni, mentre il dato che riteniamo più attendibile del 28.4% è stato calcolato su un campione più ampio: da un totale di 7650 riferimenti bibliografici ne sono stati selezionati a caso per l’indagine 765 (10%). Sono di conforto anche i dati relativi alla gravità degli errori individuati: se nel 1998 si contava il 38.3% di errori gravi e un 13.8% di errori lievi (Taylor, 1998), nel 2005 si è scesi, secondo un calcolo svolto sui dati pubblicati nell’articolo di Oremann (2005), rispettivamente al 24.5% e al 7.3%. Fa eccezione il dato delle 8 riviste infermieristiche più diffuse in Corea, che rilevano nel 2008, su un campione di 466 citazioni, una percentuale d’errore del 47.9%, con tasso variabile dal 28.6% al 58.7% ed una percentuale di errori gravi del 30.3% e di errori lievi del 30.5% (Suk, 2008).
Se da un lato gli errori possono imputarsi all’autore, dall’altro vi sono le riviste che non sempre verificano l’accuratezza delle citazioni, perciò vi è un trascinarsi dell’errore negli articoli pubblicati (Icmje, 2012). Per facilitare la composizione della citazione, sono disponibili in rete numerosi software bibliografici, gratuiti e a pagamento, in grado di catturare i riferimenti da cataloghi Opac e banche dati e in grado di generare bibliografie, impostare lo stile bibliografico desiderato e altro.
Anche se le strategie che evitano la trascrizione diretta dalla fonte originale diminuiscono potenzialmente la percentuale d’errore (Oremann, 2005), è consigliabile tuttavia che l’infermiere-autore controlli i propri manoscritti non affidandosi esclusivamente a questi sistemi (Smith, Baker, 2007). In considerazione della attuale pubblicazione degli articoli di ricerca e di come la ricerca è valutata, Angordans (2009) propone che le riviste di infermieristica adottino un proprio modello a prescindere da come pubblicano i medici. Seguendo questa indicazione, proponiamo un modello di citazione bibliografica, studiato in seno alla Biblioteca di Infermieristica della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, per rispondere a tale esigenza.

Riviste scientifiche e stili bibliografici
I due formati di riferimento più importanti per le riviste mediche sono il Vancouver style e l’Harvard style, con preferenza crescente per il primo (Peh, 2009). Blobaum (2009) rileva che molte riviste infermieristiche fanno riferimento all’Apa Style. Ne è dimostrazione lo studio di Angordans (2009), il quale ha evidenziato che delle prime 36 riviste infermieristiche con maggiore punteggio di Impact factor (If) fino al 2006, nell’elenco reso noto dall’Isi (Impact factor list), 20 di esse (55.6%) utilizzano l’Apa Style, le restanti 16 (44.4%) il Vancouver style.
In realtà gli stili bibliografici utilizzati possono subire delle modifiche dettate dalle esigenze editoriali della singola rivista. Anche se Peh (2009) compara la medesima citazione applicando le norme editoriali di cinque riviste mediche differenti e parla di esempi di variazioni minori di stile, crediamo che non sia possibile trattare in senso stretto di uno stile specifico nominandolo come tale, se non se ne seguono appieno le indicazioni. Ad esempio l’International journal of nursing studies (Int j nurs stud.), a cui l’articolo di Angordans (2009) attribuisce l’uso dell’Apa style, non usa questo stile. È stata selezionata una citazione a caso, derivandola dalla bibliografia di un articolo pubblicato da questa rivista nel dicembre 2012 (Gulpers, Bleijlevens, 2012) dopo aver verificato che anche in articoli del 2006, anno a cui risalgono i valori registrati da Angordans (2009), nel compilare la lista la figurazione dello stile della citazione è identico a oggi:
Miles, S.H., Irvine, P., 1992. Deaths caused by physical restraints. The Gerontologist 32 (6), 762–766.
Nella tabella seguente si vuole dimostrare come nessuno degli stili più utilizzati in letteratura sia speculare al formato usato dall’Int j nurs Stud., seppur sia evidente che si ispiri (ma non si attenga) all’Apa Style sia della quinta che della sesta edizione.

Tabella 1 – Confronto fra stili bibliografici

Apa 5th Ed Miles, S.H., & Irvine, P. (1992). Deaths caused by physical restraints. The Gerontologist, 32(6), 762-766.
Apa 6th Ed Miles, S. H., & Irvine, P. (1992). Deaths caused by physical restraints. The Gerontologist, 32(6), 762-766.
Vancouver Miles SH, Irvine P. Deaths caused by physical restraints. Gerontologist 1992 Dec;32(6):762-766.
Harvard Miles, S.H. & Irvine, P. 1992, "Deaths caused by physical restraints", The Gerontologist, vol. 32, no. 6, pp. 762-766.
Harvard British Standard MILES, S.H. and IRVINE, P., 1992. Deaths caused by physical restraints. The Gerontologist, 32(6), pp. 762-766.
Ama Miles SH, Irvine P. Deaths caused by physical restraints. Gerontologist. 1992;32:762-766.
Chicago 15th Ed Miles, S. H., and P. Irvine. 1992. Deaths caused by physical restraints. The Gerontologist 32 (6) (Dec): 762-6.

L’Int j nurs stud in realtà utilizza un proprio stile citazionale che anche il software Refworks riconosce come stile bibliografico indipendente da influenze o altre forme stilistiche, per cui i dati riportati in Angordans (2009) andrebbero corretti riguardo a questa ma anche ad altre riviste.
Si è preso in analisi l’elenco proposto dall’Isi, aggiornato al dicembre 2012, similmente a quanto svolto da Angordans (2009) con i dati relativi al 2006, in cui compaiono le riviste in ordine decrescente per valore di If alle prime 36 posizioni. Per ogni rivista citata nel nostro elenco si è visitato il sito di riferimento e si sono consultate le linee guida per gli autori nella parte dedicata allo stile bibliografico richiesto, al quale è necessario attenersi per proporre la pubblicazione di un manoscritto. Dove è stato possibile si è andati a consultare il full-text di un articolo preso a caso dall’ultimo fascicolo utile pubblicato, con il fine di verificare ulteriormente l’applicazione dello stile bibliografico proposto. Il calcolo numerico e percentuale è stato comunque effettuato utilizzando il medesimo campione di 36 riviste per ottenere una precisa comparazione con i dati proposti da Angordans (2009).
Esistono dei forti limiti per poter confrontare i dati attuali con quelli pubblicati da Angordans (2009) per i seguenti motivi:

  1. l’elenco delle riviste da lui prodotto non è compatibile con i risultati aggiornati: alcune riviste presenti in lista nel 2006, infatti, non rientrano più nelle prime 36 in quella aggiornata a dicembre 2012, altre invece hanno fatto il loro ingresso;
  2. alcune riviste hanno cambiato lo stile bibliografico: ad esempio Angordans (2009) cita correttamente per Nurs Outlook il Vancouver style, ma dal 15 dicembre 2011 lo stile della rivista è cambiato in Apa 6th Ed. (Information for authors, 2011).

Tuttavia i valori che abbiamo derivato dalla comparazione dei dati offrono l’immagine di un panorama in evoluzione per ciò che concerne la scelta di uno stile bibliografico. Se per Angordans (2009) 20 riviste su 36 (55.6%) utilizzavano l’Apa style e le restanti 16 (44.4%) il Vancouver style, al dicembre 2012 risulta invece che 15 riviste utilizzano l’Apa style 5th/6th Ed. (41.6%); 10 riviste l’Ama style 9th/10th Ed. (27.7%); 8 riviste hanno elaborato, ibridandolo, uno stile bibliografico di rifermento (22.2%); 3 riviste utilizzano il Vancouver style (8.3%).

Stili bibliografici per l’infermieristica
Sulla base della tipologia di letteratura consultata e citata dagli infermieri, verificata dalle richieste pervenute alla Biblioteca di infermieristica della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, si deriva che la domanda è molto varia e comporta la necessità di citare (in nota e in bibliografia) un’ampia gamma di documentazione. A parte la letteratura più in uso (libri di testo, articoli scientifici, linee guida) in molti casi compare il bisogno di citare: protocolli, opuscoli informativi, tesi di laurea, interventi in convegni e congressi, leggi e decreti, altro.
Oltretutto, l’uso di software bibliografici adatti a generare la notizia bibliografica comporta in alcuni casi l’immissione manuale dei dati: infatti l’incontro con le complesse architetture fatte di maschere informatizzate divise per campi, non sempre risulta di primo acchito famigliare ai non addetti ai lavori, così come risulta complicato individuare un manuale di stile bibliografico adatto (nella maggior parte dei casi in lingua inglese) e applicarne le regole.
Si è tenuto conto anche di quelle tipizzazioni che caratterizzano la bibliografia propria di una nazione: ad esempio per citare esaustivamente una legge italiana in vigore, sarebbe opportuno segnalare il numero di riferimento, il giorno, mese ed anno della sua promulgazione, la relativa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e via dicendo. L’obiettivo è stato dunque quello di creare un manuale di stile bibliografico che porti nel complesso armonia, anche grafica, alle fonti citate e che guidi, attraverso tabelle ed esempi in lingua italiana, alla compilazione corretta della citazione bibliografica da inserirsi sia a fine lavoro che in nota. Il manuale in formato elettronico è stato poi messo a disposizione di infermieri, autori, studenti, altri, afferenti alla Fondazione Irccs Policlinico S. Matteo di Pavia che ne vogliano fare uso.
Si è tenuto conto dell’esigenza degli autori che necessitano di pubblicare un lavoro indipendente da riviste scientifiche (libri, tesi di laurea, documenti, revisioni, ecc.) e che debbano utilizzare un sistema di note a piè di pagina o a fine capitolo. Tuttavia, con qualche lieve variante riguardo il posizionamento del riferimento nota all’interno del corpo del testo, il manuale è in grado di rispondere anche alle esigenze bibliografiche di cui gli articoli scientifici necessitano. 

Per portare in evidenza dal punto di vista grafico l’espressione della citazione bibliografica quale parte attiva di costruzione del documento, distinguendola contemporaneamente dal corpo del testo, è risultato utile porre il cognome dell’autore in stampatello maiuscolo. Tale sistema risulta pratico e utile per l’individuazione rapida del riferimento bibliografico sia a piè di pagina che all’interno del testo. Il medesimo discorso vale per l’elenco a fine documento, il quale risulta essere più leggibile ed ordinato. Il nome viene posto in stampatello minuscolo e citato per esteso: il documento risulta così essere espresso in modo esaustivo; tuttavia questo sistema è maggiormente funzionale per le monografie o le tesi, mentre può essere una regola che non favorisce l’autore nel momento in cui debba compilare un lavoro che richiede la citazione di molti articoli scientifici. Negli indici bibliografici internazionali è d’uso porre unicamente l’iniziale del nome dell’autore: da qui il compilatore del nuovo documento, per attenersi scrupolosamente alla nostra Regola, dovrebbe ricercare all’interno dell’articolo o del volume citato il nome completo, ma ciò sarebbe una dispersione di tempo e di energia. Per questa ragione la Regola ha previsto entrambe le forme. La citazione del titolo di un documento che gode di “vita propria” in riferimento alla forma di pubblicazione (ad esempio un libro) è riportata in corsivo; al contrario, con il fine di rendere più chiara la distinzione fra le forme di pubblicazione, la citazione di un lavoro compreso all’interno di un altro (ad esempio un capitolo di un libro o un articolo all’interno di una rivista) andrà riportato in stampatello e compreso fra virgolette. Il corsivo in questo ultimo caso verrà impiegato per nominare il documento che comprende la sezione nominata fra virgolette, sia esso un volume o una rivista. Per la parte editoriale della citazione si sono individuate due formule distinte.
In sintesi le figure fondamentali sono le seguenti:

  • per le monografie: Luogo di edizione: editore, anno di pubblicazione.
    Ad esempio, Milano: Masson, 2001.
  • per l’articolo scientifico, similmente al Vancouver style: Nome della rivista, Anno; Numero del volume (numero del fascicolo): Pagine entro cui è compreso.
    Ad esempio, Int j nurs stud., 2013; 50 (1): 1-4.

Nelle prossime tabelle porteremo degli esempi legati alla citazione delle tipologie dei documenti maggiormente utilizzati, citazione espressa attraverso le figure bibliografiche degli stili più conosciuti: Vancouver, Apa 6th Ed. e Harvard. Inseriamo la figura della nostra citazione nominandola Regola e comparandola alle altre.

Tabella 2 – Esempio di citazione di una monografia in bibliografia

Regola MANZONI Edoardo, Storia e filosofia dell'assistenza infermieristica, Milano: Masson, 2001.
Vancouver Manzoni E. Storia e filosofia dell'assistenza infermieristica. Milano: Masson; 2001.
Apa 6th Ed. Manzoni, E. (2001). Storia e filosofia dell'assistenza infermieristica. Milano: Masson.
Harvard Manzoni, E. 2001, Storia e filosofia dell'assistenza infermieristica, Masson, Milano.

 

Tabella 3 – Esempio di citazione di un capitolo di una monografia in bibliografia

Regola CROTTI PASI Renata, “L’attività dell’Ospedale San Matteo nel primo secolo di vita (1448-1548)”, in: L’Ospedale San Matteo di Pavia: fatti e problemi del passato, a cura di Dante Zanetti, Pavia: Amministrazione dell’Ospedale San Matteo, 1994, 33-85.
Vancouver Crotti Pasi R. L’attività dell’Ospedale San Matteo nel primo secolo di vita (1448-1548). In: Zanetti D, editor. L’Ospedale San Matteo di Pavia: fatti e problemi del passato Pavia: Amministrazione dell’Ospedale San Matteo; 1994. p. 33-85.
Apa 6th Ed. Crotti Pasi, R. (1994). L’attività dell’Ospedale san matteo nel primo secolo di vita (1448-1548). In D. Zanetti (Ed.), L’Ospedale san matteo di pavia: Fatti e problemi del passato (pp. 33-85). Pavia: Amministrazione dell’Ospedale San Matteo.
Harvard Crotti Pasi, R. 1994, "L’attività dell’Ospedale San Matteo nel primo secolo di vita (1448-1548)" in L’Ospedale San Matteo di Pavia: fatti e problemi del passato, ed. D. Zanetti, Amministrazione dell’Ospedale San Matteo, Pavia, pp. 33-85.

 

Tabella 4 – Esempio di citazione di un articolo scientifico in bibliografia

Regola MERIGGI Francesco, GRAMIGNA Paolo, TRAMELLI Paola, “About usefulness of kalemia monitoring after blunt liver trauma”, HPB Surgery: A World Journal of Hepatic, Pancreatic and Biliary Surgery, 2012:279708.
Vancouver Meriggi F, Gramigna P, Tramelli P. About usefulness of kalemia monitoring after blunt liver trauma. HPB Surg 2012;2012:279708.
Apa 6th Ed. Meriggi, F., Gramigna, P., & Tramelli, P. (2012). About usefulness of kalemia monitoring after blunt liver trauma. HPB Surgery : A World Journal of Hepatic, Pancreatic and Biliary Surgery, 2012, 279708. doi: 10.1155/2012/279708
Harvard Meriggi, F., Gramigna, P. & Tramelli, P. 2012, "About usefulness of kalemia monitoring after blunt liver trauma", HPB surgery : a world journal of hepatic, pancreatic and biliary surgery, vol. 2012, pp. 279708.

Per quanto riguarda le note a piè di pagina o a fine capitolo di un elaborato che non sia un articolo scientifico (libro, tesi, ecc.), la tabella seguente illustra le formule utilizzate dalla Regola e applicate alle tipologie delle fonti più comuni: monografia (libro), capitolo (o parte importante) di un volume, articolo scientifico.

Tabella 5 – Esempio di nota a piè di pagina o a fine capitolo

Monografia E. MANZONI, Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica, 44.
Capitolo R. CROTTI PASI, “L’attività dell’Ospedale San Matteo nel primo secolo di vita (1448-1548)”, in: L’Ospedale San Matteo di Pavia, 33-85.
Articolo F. MERIGGI, P. GRAMIGNA, P. TRAMELLI, “About usefulness of kalemia monitoring after blunt liver trauma”, HPB Surgery, 2012:279708.

L’architettura degli articoli pubblicati in letteratura scientifica prevede l’utilizzo di due principali sistemi di riferimento:

ponendo fra parentesi rotonda all’interno del corpo del testo il cognome dell’autore in associazione all’anno di pubblicazione del documento (in questo caso la bibliografia seguirà in coda l’ordine alfabetico per autore o, in mancanza di esso, per la lettera iniziale della prima parola significativa del titolo);
inserendo un numero in cifre arabe (in questo caso la bibliografia in coda osserverà una sorta di ordine di apparizione in riferimento al testo). 

Rispetto a ciò si è pensato ad una soluzione diversa. Come visibile nella tabella seguente, nel momento in cui un documento abbia più di un autore, si prevede la citazione del primo seguito da et. Al., mentre sono due le novità più evidenti in campo bibliografico:

  • l’uso della formula (COGNOME, numero di pagina/e) al posto della consueta (Cognome, data di pubblicazione);
  • l’espressione (COGNOME: numero di pagina/e) per la citazione dell’articolo scientifico; l’espressione (COGNOME, numero di pagina/e) per tutti gli altri documenti. Tale funzione risulta utile per individuare, senza distogliere l’attenzione dalla lettura per consultare la bibliografia in coda, la tipologia documentaria utilizzata per la costruzione del lavoro in fase di consultazione.

 

Tabella 6 – Esempio di nota all’interno del testo

Monografia (MANZONI, 44)
Capitolo (CROTTI PASI, 33-85)
Articolo (MERIGGI et. Al.: 279708)

Conclusioni
Valutati e quantificati i tassi di errore in letteratura infermieristica, appurato il fatto che il contributo umano è indispensabile anche quando ci si affida per la realizzazione delle citazione bibliografica ai sofisticati sistemi dei software dedicati; tenuto conto del fermento, cambiamenti di stile e personalizzazioni significative legate all’area delle citazioni bibliografiche, è parso opportuno e giustificato creare uno stile bibliografico originale dedicato all’infermieristica.
Comparata all’utilizzo degli stili bibliografici più in uso, la Regola appare parimenti funzionale, semplice da applicarsi ed adatta alla tipologia di documenti citati in questo campo. L’implementazione su larga scala della Regola, future revisioni, aggiustamenti e applicazioni, può contribuire a distinguere la letteratura infermieristica dal resto della documentazione scientifica.
 

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Bibliografia

– Blobaum, P M (2009). Resources for supporting the Apa publication style. Journal of hospital librarianship, 9(2), 204-209.
– Gulpers M J M, Bleijlevens M H C, Capezuti E, van Rossum, E, Ambergen, T, & Hamers, J P H (2012). Preventing belt restraint use in newly admitted residents in nursing homes: a quasi-experimental study.International journal of nursing studies, 49(12), 1473-1479.
– Icmje – International committee of medical journal editors (2012). Requisiti di uniformità per i manoscritti da sottoporre alle riviste biomediche per la pubblicazione: stesura ed editing di pubblicazioni scientifiche. Evidence, 4(4), e1000012.
Information for authors (2011). Nursing outlook, 59(6), e1.
– Oermann M H, Cummings S L, Wilmes N A (2001). Accuracy of references in four pediatric nursing journals. J Pediatr nurs, 16(4), 263-8.
– Oermann M H, Ziolkowski L D (2002a). Accuracy of references in three critical care nursing journals. J Perianesth Nurs, 17(2), 78-83.
– Oermann M H, Wilmes N A, Braski P (2002b). Reference accuracy in neonatal-maternal nursing literature. Neonatal Netw, 21(1), 23-6.
– Oermann M H, Wilmes N A (2005). How accurate are references in nursing journals? Nurse author Ed, 15(4), 1-4.
– Peh W C G, Ng K H (2009). Writing a case report. Singapore Med J, 50(7):659-662.
– Smith C M, Baker B (2007). Technology in nursing scholarship: use of citation reference managers. Int J Ment Health Nurs, 16(3), 156-60.
– Suk M H, Jang H J, Park J S, Kim H W, Suh Y O, Shin H S, Yang J , Jung M S, Chung M S (2008). Accuracy of references in eight nursing journals in Korea. Taehan Kanho Hakhoe Chi, 38(1), 180-5.
– Taylor M K (1998). The practical effects of errors in reference lists in nursing research journals. Nurs Res, 47(5), 300-3.