La novità di questi ultimi anni nel campo della formazione continua degli operatori sanitari è senza dubbio l’avvento dell’e-learning. Tutti ne sventolano ora il vessillo dopo che per diverso tempo la formazione a distanza è stata considerata la Cenerentola degli strumenti di formazione: “non è efficace e utile quanto la formazione residenziale”, “isola lo studente invece di coinvolgerlo”, “riduce il ruolo del docente”, “è un fatto puramente tecnologico”, “si perde l’essenza del rapporto diretto tra discente e docente”. Sono solo alcune delle critiche o pregiudizi piovute addosso alla formazione a distanza (Fad) nell’ultimo quinquennio. Ciononostante, la forza di questo nuovo modo di apprendere è stata tale da superare tutte le osservazioni negative, smentendole e affermandosi come un importante strumento per oggi e per il futuro.
Sgombriamo subito il campo dall’idea che la Fad possa sostituire la formazione residenziale. Questa idea, fatta propria oggi da molti (capovolgendo i pregiudizi degli ultimi anni e privilegiando la Fad rispetto alla formazione tradizionale) affonda le proprie radici nel terreno di un semplice sillogismo: gli operatori sanitari sono molto impegnati, hanno poco tempo per frequentare corsi residenziali, la Fad può essere fatta in qualunque momento e in qualunque luogo, quindi la Fad sarà lo strumento della formazione degli operatori sanitari in futuro, in sostituzione della formazione residenziale. Le premesse sono entrambe corrette, ma la conclusione del sillogismo non è condivisibile. Nella tabella è riportato un sintetico confronto tra i due metodi di formazione, da cui si coglie immediatamente la complementarietà di formazione residenziale e formazione a distanza e si evidenzia quando è efficace l’una o l’altra.
Tabella – Sintesi di confronto tra formazione residenziale e formazione a distanza
Formazione residenziale |
Formazione a distanza |
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Numero destinatari |
Da 10 a 100 |
Da 100 a 100.000 |
Interazione |
** nella lezione ex cathedra *** nel lavoro in piccoli gruppi |
* ** se con metodi interattivi |
Vantaggi |
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Svantaggi |
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Atemporalità, utopia, ecosostenibilità e democrazia
Certo, la Fad ha radicalmente mutato due capisaldi dei metodi tradizionali: ha cancellato la dimensione spazio-tempo. Mentre per una formazione residenziale occorre essere presenti in un dato luogo e in una data ora, con gli spostamenti del caso, la Fad è fruibile tranquillamente da qualunque computer in qualunque luogo della terra e nel momento in cui ciascuno è più disposto a impegnarsi per il proprio aggiornamento (questo vale almeno per tutte le attività asincrone a distanza, che non richiedono cioè la contemporanea presenza di docente e discente). Questa atemporalità (il tempo non è più un limite) associata all’utopia (il luogo non ha più rilevanza) dà ragione di un ulteriore vantaggio della Fad rispetto alla formazione residenziale: l’ecosostenibilità. A parità di operatori sanitari formati, infatti, la Fad incide molto meno sull’equilibrio ambientale, non obbligando all’uso dei mezzi di trasporto (automobile, aereo, treno, etc.) per raggiungere la sede del corso o convegno. Insomma, la Fad non è del tutto “CO2 free”, ma quasi, poiché l’unico fattore inquinante è l’energia elettrica consumata dal computer e, al più, la necessità di smaltimento del computer quando viene dismesso.
Infine la Fad ha una caratteristica preziosa: la democraticità. Raggiungendo ovunque e allo stesso modo i possibili utilizzatori, non distingue tra operatori sanitari delle grandi città e operatori sanitari dei piccoli paesi, offre a chiunque la possibilità di formarsi nello stesso identico modo e tra l’altro consente a costi ridotti (rispetto alla residenziale) di provvedere al proprio aggiornamento continuo.
La svolta della nuova norma
Che la formazione a distanza abbia finalmente assunto un ruolo primario nell’ambito della sanità italiana è dimostrato a chiare lettere anche dalla nuova normativa Ecm entrata in vigore il primo gennaio 2010 (Dri, 2010). Fino ad allora i programmi di formazione a distanza erano stati accreditati solo in via sperimentale (a partire dal 2004). Era stata infatti considerata indispensabile una fase di prova sul campo per valutare quanto questo tipo di formazione fosse gradito e fruibile da parte degli operatori sanitari italiani. Non bisogna d’altra parte dimenticare che uno dei fattori limitanti, temuto soprattutto agli inizi e ormai superato, è la connettività, cioè la possibilità per gli operatori sanitari di accedere a Internet in maniera agevole e rapida.
La sperimentazione ministeriale, con una quarantina di progetti erogati, ha dato ottimi risultati (Naldi, Manfrini et al., 2006) e sull’abbrivio di questa esperienza la Fad è diventata ora primadonna del campo formativo. Basti pensare che tutti e 50 i crediti Ecm annui che un professionista sanitario deve ottenere per la propria formazione continua possono essere realizzati via Fad, con un’unica eccezione: la categoria degli infermieri ha un limite posto al 60% Ciò significa che un infermiere può ottenere al massimo 30 crediti Ecm all’anno via Fad per soddisfare i propri bisogni formativi. Al riguardo va sottolineato, senza alcuna possibilità di smentita, che la categoria degli infermieri è quella che ha risposto meglio ai progetti di formazione a distanza fin qui realizzati.
Ne è un esempio ormai storico il progetto di formazione a distanza Ecce dell’Agenzia italiana del farmaco, iniziato nel 2005 per i medici e successivamente aperto agli infermieri (Ecce-InFAD) con corsi specifici. Ebbene dei quasi 150.000 iscritti alla piattaforma (il progetto è stato sospeso nel novembre 2008 e mai più ripreso) 110.000 erano infermieri, nonostante il progetto fosse partito per loro un anno dopo. Il timore iniziale che gli infermieri potessero avere un gap tecnologico rispetto ai medici non solo è stato rapidamente smentito, ma è emerso l’esatto opposto (Scarpa, Di Giulio et al., 2008).
L’importanza del modello
I risultati del progetto Ecce hanno confermato non solo l’apprezzamento per la Fad, ma hanno sottolineato soprattutto il successo di uno specifico metodo di formazione a distanza. E qui occorre fare un po’ di chiarezza sui metodi di Fad per i sanitari, professionisti che vogliono formarsi in maniera attiva e non passiva, che sono disposti a impegnarsi a condizione che vengano loro forniti materiali e nozioni applicabili nella pratica quotidiana. Per questo nel progetto Ecce è stato scelto il modello andragogico del caso come strumento per aggiornarsi: tutti i giorni i professionisti sanitari si confrontano con i pazienti, ecco quindi che il paziente con la sua storia deve essere anche il fulcro delle loro attività formative. La Fad centrata sul caso sceneggiato, nella quale si ha a che fare non con semplici dati ma con un paziente, ancor meglio con una persona, è per di più l’unico modello che in letteratura scientifica internazionale abbia dimostrato la propria efficacia in termini di acquisizione delle conoscenze e modifica dei comportamenti dei sanitari (Fordis, King, et al., 2005; Cook, Levinson, et al., 2008).
Occorre ricordare infatti che non tutti i modelli di formazione a distanza hanno un’efficacia dimostrata e occorre anche chiarire che fare formazione a distanza non significa riprendere un evento residenziale e ritrasmetterlo in maniera sincrona o asincrona a distanza. Questo al massimo può essere etichettato come “formazione residenziale a distanza”, ma nulla ha a che fare con la Fad, che richiede invece la preparazione di materiali ad hoc per l’uso via web e un progetto didattico specifico (ben diverso da quello di un corso residenziale, proprio per le diverse caratteristiche dei due strumenti).
Tecnologia come mezzo
Nello stesso modo non si deve pensare alla Fad come a un luogo ideale per mostrare effetti speciali, per stupire l’utente. È vero, la tecnologia consente oggi di realizzare attività formative a effetto, ma quello che deve colpire l’utente sono i contenuti che devono sempre essere evidence based (Moja, Moschetti et al., 2007), come peraltro sottolinea anche la nuova norma Ecm. Devono essere quindi i contenuti a dominare, contenuti costruiti ad hoc e somministrati secondo un piano didattico coerente e stimolante per l’operatore sanitario. Questa osservazione porta a fare piazza pulita di un’altra convinzione purtroppo ancora diffusa sulla Fad, e cioè che Fad significhi tecnologia, che la tecnologia sia il cuore della formazione a distanza. Non è assolutamente così: la tecnologia è semplicemente il mezzo, non il fine. Il paragone che viene spontaneo è con un libro: si acquista un libro per l’autore o perché l’editore è un editore di qualità, non certo perché è stato stampato da un tipografo o da un altro. Ecco, la tecnologia per la Fad è come lo stampatore per il libro, un mezzo per poter far arrivare le informazioni ai destinatari.
Con ciò non si vuole sminuire il ruolo della tecnologia, che ha consentito alla Fad di spiccare un balzo in avanti impensabile anche solo agli inizi del Duemila. L’evoluzione del Web da Web 1.0, in cui l’utente era passivo, al Web 2.0 con tutte le sue potenzialità (forum, chat, blog, social network, wiki, app, etc) e interattività ha aperto le porte a molte nuove possibilità di costruzione di percorsi formativi, trasformando sempre più il discente da passivo in attivo, fino a diventare egli stesso parte delle fasi di costruzione della propria conoscenza. E il futuro prossimo sarà il Web 3.0, il web semantico che farà da ponte verso il web 4.0 e le funzioni di intelligenza artificiale.
I programmi in corso
Nell’attesa dei continui progressi tecnologici e della diffusione di smartphone e tablet che consentiranno nuovo forme di formazione a distanza (mobile), sono numerosi i progetti di Fad destinati agli infermieri attualmente in corso. La Federazione Ipasvi, insieme alla Fnomceo, con il sostegno del Ministero della salute, ha fatto partire a dicembre 2010 il nuovo portale FadInMed (www.fadinmed.it, con accesso per chi non si è ancora iscritto dal portale dell’Ipasvi, www.ipasvi.it) con la pubblicazione di un primo corso sulla Root Cause Analysis e la successiva recente messa online di un pacchetto formativo sull’audit clinico. Seguiranno in autunno corsi sulla gestione del rischio clinico. Nell’arco di soli 7 mesi, si sono iscritti a questo programma formativo 34.700 tra infermieri, infermieri pediatrici e assistenti sanitari, con l’erogazione a oggi di oltre 244.000 crediti Ecm. I corsi di FadInMed sono del tutto gratuiti per gli iscritti ai collegi Ipasvi.
Molte altre iniziative di Fad (corsi Co.In.Re, corsi Nursing Fad, etc) rivolte agli infermieri sono in essere o sono in fase di progettazione, a dimostrazione dell’interesse della categoria.
Il rischio da evitare, come spesso capita, è che il proliferare di proposte vada a discapito della qualità dei corsi realizzati e della loro indipendenza. Saranno i destinatari a dover acquisire nel tempo le capacità critiche per giudicare un buon programma Fad e saperlo distinguere da uno di scarsa qualità o influenzato da pesanti conflitti d’interesse.
Recensione
È appena stato pubblicato per i tipi di Springer un libro dedicato all’e-learning in sanità. |